Lomografia

Lomography is a new experimental artistic photography style born in 1991, when two students in Vienna on a trip to Prague, having forgotten their cameras, bought in a flea market a Lomo Kompakt Automat, a small, enigmatic Russian camera , analog and compact. They returned home and after having developed the rollers, were impressed by the unique pictures, colorful, and sometimes blurry produced 35mm Lomo LC-A. Over the years since 1991 and the trip to Prague of the-two Austrian students, Lomography has become an advocate of a new aesthetic philosophy, founded on the motto "Do not think, shoot!". In Lomo philosophy, in fact, the right moment does not expect, but it manifests itself, spontaneously, by the very fact that the operator selects and defines it as such. In Lomo philosophy it does not exist for the right moment because each moment is (potentially) the right one. The typical attitude of lomoamateurs is to those who seek randomly beauty. It 'a "lateral" observer of the newspaper that you let surprise and excite the aesthetic sense of fortuitous events that daily guards. Anyone can make a lomo-picture, and with some practice, anyone can do it well. In this sense it is a very democratic phenomenon. However, the Lomo phenomenon lies not only in the philosophy of those who practice it, but also in the expressive style of Lomography, and imperfection that emerges. An imperfection that rather than failing, it is exaggeration, saturation, focus, excess. The poor quality of the machines Lomo (primarily the LC-A from which everything went) generates during light leaks Printing, shadow spots and the so-called "vignetting", hallmark of Lomography. The more a picture is "vignetting", the more is recognizable and classifiable as lomography. The blur, excessive color saturations are well tolerated, indeed they are even emphasized by the use of expired film. Even on the floor of the subjects chosen by photographing the randomness dominates, the instability, the asymmetry, the deformation of perspective. To complete the picture of "Lomo philosophy" is the identity tract and community. The lomoamatori feel part of a community whose logic, paradoxically, is digital, based on social networks, on the discussion forums, the hundreds of Lomowall found in the network. A community that feels and recognizes as "alternative", the same "side position" with respect to the dominant logic, which is characteristic of the photographic style. The Lomografie have pictures taken with the minimum dose of rationality. Preferably overnight. Preferably from the side. The intent of Lomography as philosophy is to let go of all the theoretical superstructure of traditional photography, and capture life as it is, in the most direct way possible. To translate freedom into images. To be free, wild, and young. To be spontaneous. And impress others with their spontaneity, through various forums and Lomowall the official site.

La Lomografia è un nuovo stile di fotografia artistica sperimentale nata nel 1991, quando due studenti di Vienna in gita a Praga, avendo dimenticato le loro macchine fotografiche, comprano in un mercatino dell’usato una Lomo Kompakt Automat, una piccola, enigmatica macchina fotografica russa, analogica e compatta. Tornati a casa e dopo aver sviluppato i rullini, restano impressionati dalle immagini uniche, colorate e talvolta sfocate prodotte da 35 millimetri Lomo LC-A. Nel corso degli anni a partire dal 1991 e dal viaggio a Praga dei due studenti austriaci, la lomografia si è fatta fautrice di una nuova filosofia estetica, fondata sul motto “Non pensare, scatta!”. Nella filosofia Lomo, infatti, il momento giusto non si attende, ma si manifesta da solo, spontaneamente, per il fatto stesso che l’operatore lo seleziona e lo definisce come tale. Nella filosofia lomo non esiste il momento giusto perché ogni momento è (potenzialmente) quello giusto. L’atteggiamento tipico del lomoamatore è quello di chi ricerca la bellezza in maniera casuale. E’ un osservatore “laterale” del quotidiano che si lascia stupire ed emozionare dalle manifestazioni fortuite di senso estetico che il quotidiano custodisce. Tutti possono fare una lomografia, e con una certa pratica, chiunque può farlo bene. In questo senso è un fenomeno molto democratico. Tuttavia il fenomeno Lomo non risiede solo nella filosofia di chi la pratica, ma anche nello stile espressivo della lomografia, e nell’imperfezione che ne scaturisce. Un’imperfezione che più che mancanza, è esagerazione, saturazione, enfasi, eccesso. La scarsa qualità delle macchine Lomo (in primo luogo la LC-A da cui tutto partì) genera in fase di stampa infiltrazioni di luce, macchie di ombra e la cosiddetta “vignettatura”, tratto distintivo della Lomografia. Quanto più una foto è “vignettata”, tanto più è riconoscibile e classificabile come lomografia. Le sfocatura, le eccessive saturazioni di colore sono ben tollerate, anzi vengono addirittura enfatizzate tramite l’uso di pellicole scadute. Anche sul piano dei soggetti scelti da fotografare domina la casualità, l’instabilità, l’asimmetria, la deformazione della prospettiva. A completare il quadro della “filosofia Lomo” c’è il tratto identitario e comunitario. I lomoamatori si sentono parte di una comunità la cui logica, paradossalmente, è digitale, fondata sui social network, sui forum di discussione, sulle centinaia di Lomowall che si trovano in rete. Una comunità che si sente e riconosce come “alternativa”, nella stessa posizione “laterale” rispetto alle logiche dominanti, che è propria dello stile fotografico. Le Lomografie sono le immagini scattate con la minima dose di razionalità. Preferibilmente durante la notte. Preferibilmente dal fianco. L'intento di Lomography come filosofia è quella di lasciar andare tutte le sovrastrutture teoriche della fotografia tradizionale, e catturare la vita così com'è, nel modo più diretto possibile. Per tradurre la libertà in immagini. Per essere liberi, selvaggi, e giovani. Per essere spontaneo. E impressionare gli altri con la propria spontaneità, tramite i vari forum ed il Lomowall del sito ufficiale.