I riflessi della crisi del Trecento sui rapporti contrattuali: l'evoluzione della clausola rebus sic stantibus

The long history of the elaboration of the rebus sic stantibus theory had a moment of particular development right after the great crisis of the fourteenth century. The sources used here allow to anticipate of a few decades the theory of the clause as a tacit condition inherent in contracts: between the late fourteenth and fifteenth century the legal science dealt with the issue of failure of performance very often and with considerable systematical effort, determining the evolution of the clause from generic conditio (underlying any promise or oath) to remedy to be invoked and applied in the case of unexpected depletion, and extending its effectiveness not only to the traditional field of oath, but to every manifestation of the will and specifically to contracts.

La lunga storia dell’elaborazione della teoria della clausola rebus sic stantibus conosce un momento di accelerazione a ridosso della grande crisi del Trecento. Le fonti qui utilizzate permettono di anticipare di qualche decennio l’impostazione della clausola come condizione tacita inerente ai contratti: proprio tra la fine del XIV e il XV secolo la scienza giuridica affronta con grande frequenza e con notevole sforzo sistematico il tema dell’inadempimento, determinando l’evoluzione della clausola da generica conditio da intendersi sottesa a qualsiasi promessa o giuramento a rimedio da invocare e applicare nel caso, evidentemente sempre più frequente, di impoverimento inaspettato, ed estendendo la sua efficacia non solo al tradizionale campo del giuramento, ma a ogni disposizione di volontà e particolarmente ai contratti.