I contaminanti in fase non acquosa che presentano una densità maggiore di quella dell’acqua (DNAPLs) costituiscono un’importante fonte di contaminazione per il sottosuolo ed inducono nel sottosuolo delle variazioni di permettività elettrica e resistività. Tali variazioni possono essere individuate attraverso diverse tecniche geofisiche, che mettono in risalto le varie fasi del contaminante. L’esperimento di laboratorio da noi realizzato per una migliore comprensione dell’effetto di tali inquinanti sulle caratteristiche fisiche di un mezzo saturo d’acqua, utilizza una vasca in plexiglass riempita con sabbia sintetica di vetro di due diverse granulometrie, satura d’acqua e contaminata con HFE 7100, un fluido refrigerante e con caratteristiche molto simili al TCE. Il monitoraggio nel tempo effettuato attraverso misure georadar e misure elettriche di resistività e polarizzazione indotta, mostra la diversa sensibilità delle varie tecniche geofisiche alle differenti fasi del contaminante e ai processi chimico-fisici che possono avvenire nel tempo. I risultati mostrano che i vari metodi risultano essere complementari nella caratterizzazione di un sottosuolo contaminato da DNAPL e che le diverse tecniche geofisiche impiegate sono importanti anche per ricavare alcune proprietà del suolo, come contenuto d’acqua o grado di saturazione.
MISURE GEOFISICHE DI LABORATORIO PER IL MONITORAGGIO DI DNAPL / Orlando, Luciana; Palladini, Lucia. - ELETTRONICO. - (In corso di stampa). (Intervento presentato al convegno SiCon 2016 Workshop su: Siti Contaminati. Esperienze negli interventi di risanamento tenutosi a Brescia nel 11,13-02-2016).
MISURE GEOFISICHE DI LABORATORIO PER IL MONITORAGGIO DI DNAPL
ORLANDO, Luciana;Palladini, Lucia
In corso di stampa
Abstract
I contaminanti in fase non acquosa che presentano una densità maggiore di quella dell’acqua (DNAPLs) costituiscono un’importante fonte di contaminazione per il sottosuolo ed inducono nel sottosuolo delle variazioni di permettività elettrica e resistività. Tali variazioni possono essere individuate attraverso diverse tecniche geofisiche, che mettono in risalto le varie fasi del contaminante. L’esperimento di laboratorio da noi realizzato per una migliore comprensione dell’effetto di tali inquinanti sulle caratteristiche fisiche di un mezzo saturo d’acqua, utilizza una vasca in plexiglass riempita con sabbia sintetica di vetro di due diverse granulometrie, satura d’acqua e contaminata con HFE 7100, un fluido refrigerante e con caratteristiche molto simili al TCE. Il monitoraggio nel tempo effettuato attraverso misure georadar e misure elettriche di resistività e polarizzazione indotta, mostra la diversa sensibilità delle varie tecniche geofisiche alle differenti fasi del contaminante e ai processi chimico-fisici che possono avvenire nel tempo. I risultati mostrano che i vari metodi risultano essere complementari nella caratterizzazione di un sottosuolo contaminato da DNAPL e che le diverse tecniche geofisiche impiegate sono importanti anche per ricavare alcune proprietà del suolo, come contenuto d’acqua o grado di saturazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.