Ricerca su percorsi culturali. Identità e carriera nelle istituzioni accademiche

The paper presents, in summary form, the first results of the study conducted by a group of researchers on the disadvantages of women in the field of social research. 21 professors were interviewed on gender inequalities and, above all, on the different career opportunities for men and women; the persistence of long lasting “automatic response” indicating hostility towards strategies and practices to facilitate the processes of change in the relationships between a gender and the other; the obstacles that limit the redefinition of identity towards new symbolic and material spaces in favor of the weakest component. As in a game of the bank, the issues examined are intertwined and condition each other, therefore we have a general framework rather problematic. This in a cultural environment that should be “open mind” and put in first priority, the passion for knowledge more that resistance toward gender balances that, to sum up, penalize women, men and institutions.

Il paper presenta, in forma sintetica, i primi risultati dell’indagine condotta da un gruppo di ricercatori sugli svantaggi delle donne nel settore della ricerca sociale. Al riguardo sono state intervistate 21 docenti sulle disuguaglianze di genere e, soprattutto, sulle diverse opportunità di carriera tra uomini e donne; sulla persistenza di “automatismi” di lunga durata che segnano ostilità verso strategie e pratiche volte a favorire processi di mutamento nei rapporti tra un genere e l’altro; sugli ostacoli che limitano la ridefinizione identitaria verso nuovi spazi simbolici e materiali appannaggio della componente più debole. Come in un gioco di sponda, le questioni esaminate si intrecciano e si condizionano a vicenda, di conseguenza risulta un quadro complessivo piuttosto problematico. Questo in un ambiente culturale che dovrebbe essere open mind per definizione e porre, in prima priorità, la passione per la conoscenza più che la resistenza verso assetti di genere che, in definitiva, penalizzano le donne, gli uomini e le istituzioni.