La mobilità sistematica di alcuni gruppi di popolazione rappresenta una sfida per tutte le discipline del territorio: essa infatti mette in crisi l'idea della stanzialità su un territorio unico che è considerata la norma nelle scienze sociali, sin dall'idea di Durkheim che la popolazione sia un 'fatto territoriale fisso' (1895). In questo articolo, i tre autori analizzano la complessità delle trame socio-spaziali create dalle "non-comunità egiziane" (Ambrosini, 1994), nel costruire reti transnazionali che influiscono sulle dinamiche interne di un territorio periferico di una metropoli europea. A questo fine, si analizza la testimonianza di un giovane egiziano del paese di T., mettendo in luce le tattiche di insediamento nel territorio europeo, la porositˆ o ostilitˆ delle realtˆ urbane, la molteplicitˆ e fluiditˆ delle identitˆ etniche e religiose dei migranti, e i diversi significati delle loro pratiche spaziali. I tre autori (una urbanista che studia la costruzione di spazi transnazionali da parte dei migranti egiziani in Italia, una esperta di cultura arabo-islamica con un focus sull'organizzazione socio-spaziale dei quartieri informali al Cairo, un antropologo che ha lavorato e fatto ricerca in diverse strutture di accoglienza) illustrano l'utilità di questa 'propensity to trespass' (Hirschman, 1981) tra diversi ambiti scientifici, pi che mai indispensabile nello studio dell'attraversamento delle frontiere, in direzione di una mediazione "esperta" che sappia tener conto di come le nuove articolazioni dei movimenti migratori generino resistenze e risignificazioni degli spazi urbani.
La migrazione egiziana in Italia da una prospettiva transdisciplinare / Giangrande, Francesca; Portelli, Stefano; Sarnataro, Azzurra. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 886-892. (Intervento presentato al convegno Conferenza Nazionale SIU, Italia 45 - 45. Radici, Condizioni, Prospettive tenutosi a Venezia nel 11-13 Giugno 2015).
La migrazione egiziana in Italia da una prospettiva transdisciplinare
GIANGRANDE, FRANCESCA;PORTELLI, STEFANO;SARNATARO, AZZURRA
2015
Abstract
La mobilità sistematica di alcuni gruppi di popolazione rappresenta una sfida per tutte le discipline del territorio: essa infatti mette in crisi l'idea della stanzialità su un territorio unico che è considerata la norma nelle scienze sociali, sin dall'idea di Durkheim che la popolazione sia un 'fatto territoriale fisso' (1895). In questo articolo, i tre autori analizzano la complessità delle trame socio-spaziali create dalle "non-comunità egiziane" (Ambrosini, 1994), nel costruire reti transnazionali che influiscono sulle dinamiche interne di un territorio periferico di una metropoli europea. A questo fine, si analizza la testimonianza di un giovane egiziano del paese di T., mettendo in luce le tattiche di insediamento nel territorio europeo, la porositˆ o ostilitˆ delle realtˆ urbane, la molteplicitˆ e fluiditˆ delle identitˆ etniche e religiose dei migranti, e i diversi significati delle loro pratiche spaziali. I tre autori (una urbanista che studia la costruzione di spazi transnazionali da parte dei migranti egiziani in Italia, una esperta di cultura arabo-islamica con un focus sull'organizzazione socio-spaziale dei quartieri informali al Cairo, un antropologo che ha lavorato e fatto ricerca in diverse strutture di accoglienza) illustrano l'utilità di questa 'propensity to trespass' (Hirschman, 1981) tra diversi ambiti scientifici, pi che mai indispensabile nello studio dell'attraversamento delle frontiere, in direzione di una mediazione "esperta" che sappia tener conto di come le nuove articolazioni dei movimenti migratori generino resistenze e risignificazioni degli spazi urbani.File | Dimensione | Formato | |
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