Il saggio ha come obiettivo quello di spiegare la scarsa tutela che in Italia caratterizza il paesaggio urbano. La prima parte del saggio descrive un ipotetico viaggio in tre tappe. La prima riguarda la città di Orte nella Tuscia. Facendo riferimento anche al cortometraggio di Pasolini sulla "Forma urbana" descrive una situazione di invasione di edificio di nessun pregio su cui insiste il centro storico. La seconda tappa, poco più a nord, è una piccola città di fama internazionale: Orvieto. In questo caso la rupe è stata salvata grazie al piano, ma anche all'azione di uno studioso di primissimo piano del restauro architettonico e urbanistico: Renato Bonelli. Nonostante questa presenza anche Orvieto subisce negli anni '50 e '60 danni all'immagine del centro storico. Infine ancora più a nord Pienza dove sia l'immagine urbana che quella rurale è stata conservata grazie alla consapevolezza della popolazione e della politica locale. Nell'ultima parte del saggio si ipotizza dunque una strategia basata su una sensibilità diffusa. A una strategia del genere rimane estranea la cultura architettonica italiana caratterizzata da un dibattito autoreferenziale.
Die Urbanistik in Italien oder Der Verlust des Gedachtnisses / Scattoni, Paolo. - In: ZIBALDONE. - ISSN 0930-8997. - STAMPA. - 41:(2006), pp. 108-118.
Die Urbanistik in Italien oder Der Verlust des Gedachtnisses
SCATTONI, Paolo
2006
Abstract
Il saggio ha come obiettivo quello di spiegare la scarsa tutela che in Italia caratterizza il paesaggio urbano. La prima parte del saggio descrive un ipotetico viaggio in tre tappe. La prima riguarda la città di Orte nella Tuscia. Facendo riferimento anche al cortometraggio di Pasolini sulla "Forma urbana" descrive una situazione di invasione di edificio di nessun pregio su cui insiste il centro storico. La seconda tappa, poco più a nord, è una piccola città di fama internazionale: Orvieto. In questo caso la rupe è stata salvata grazie al piano, ma anche all'azione di uno studioso di primissimo piano del restauro architettonico e urbanistico: Renato Bonelli. Nonostante questa presenza anche Orvieto subisce negli anni '50 e '60 danni all'immagine del centro storico. Infine ancora più a nord Pienza dove sia l'immagine urbana che quella rurale è stata conservata grazie alla consapevolezza della popolazione e della politica locale. Nell'ultima parte del saggio si ipotizza dunque una strategia basata su una sensibilità diffusa. A una strategia del genere rimane estranea la cultura architettonica italiana caratterizzata da un dibattito autoreferenziale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.