La Casa Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra è un edificio poco conosciuto di Roma, apparentemente compresso, sul Lungotevere, tra il Palazzo di Giustizia e Castel S.Angelo. Della costruzione, commissionata dall’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra – associazione nata spontaneamente nel 1917 per riunire quanti avevano subito menomazioni mentre servivano la Patria nel corso della Prima Guerra Mondiale – fu incaricato uno dei maggiori protagonisti dell’architettura di quegli anni, Marcello Piacentini, che aderì con entusiasmo alla richiesta condividendo gli ideali dell’Associazione. Il rilievo effettuato con tecniche integrate nel mese di marzo 2014 ha permesso di avvicinarsi criticamente a quest’opera che, per l’eleganza dell’architettura, la raffinatezza delle decorazioni e la ricchezza delle opere d’arte che vi sono contenute, diviene un prezioso scrigno testimone della Grande Storia. La realizzazione dell’opera avvenne secondo due fasi costruttive ben distinte e consequenziali: la prima, dal 1925 al 1928, per rispondere alla richiesta di costruire una sede rappresentativa e commemorativa per l’Associazione, cui seguì, dal 1934 al 1936, la seconda che fu imposta a Piacentini come ampliamento e che, pur avvenendo in prosecuzione della precedente, sembra discostarsene per le idee progettuali cui fa riferimento, maggiormente legate ad una retorica di Regime. Nel presente contributo si fa riferimento alla prima fase costruttiva, quella in cui l’architetto ha espresso una maggiore adesione agli ideali dell’Associazione ed una maggiore carica di emotività. Il primo nucleo dell’edificio ha pianta pressoché triangolare con due ali laterali destinate ad uffici ed un asse di simmetria centrale in cui si trovano gli ambienti più rappresentativi. Su tale asse il percorso che porta dal Vestibolo di ingresso fino al Salone delle Assemblee, cuore dell’edificio e Sacrario laico dell’Associazione, è caratterizzato dal progressivo passaggio dal buio verso la luce e, di conseguenza, verso il colore. Il Vestibolo appare infatti connotato dall’acromaticità del bianco dei rivestimenti in pietra di isola Farnese e dal nero della pavimentazione in granito nero di Dubino, richiamando alla memoria l’immagine di un sepolcro. Al contrario, la luce, che scende dalla grande volta a vela traforata che ricopre l’invaso centrale, permea tutto l’ambiente del Sacrario scivolando sulle pareti di tufo e sui grandi affreschi commemorativi di Giuseppe Santagata e divenendo portatrice di un messaggio di speranza che sicuramente non sarà passato inosservato ai reduci ed ai parenti ed amici delle vittime di guerra che vi accedevano. Il passaggio tra i due ambienti è mediato, oggi come allora, dallo Scalone d’Onore, da intendersi come vero Atrio dell’edificio, che riflette, nella raffinata ricerca materica e cromatica, alcune caratteristiche proprie dell’architettura del periodo.

La Casa Madre dei Mutilati di Marcello Piacentini a Roma. Un percorso di luce / Bagordo, GIOVANNI MARIA; Antuono, Giuseppe. - ELETTRONICO. - XI A:(2015), pp. 255-266.

La Casa Madre dei Mutilati di Marcello Piacentini a Roma. Un percorso di luce

BAGORDO, GIOVANNI MARIA;ANTUONO, GIUSEPPE
2015

Abstract

La Casa Madre dei Mutilati ed Invalidi di Guerra è un edificio poco conosciuto di Roma, apparentemente compresso, sul Lungotevere, tra il Palazzo di Giustizia e Castel S.Angelo. Della costruzione, commissionata dall’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra – associazione nata spontaneamente nel 1917 per riunire quanti avevano subito menomazioni mentre servivano la Patria nel corso della Prima Guerra Mondiale – fu incaricato uno dei maggiori protagonisti dell’architettura di quegli anni, Marcello Piacentini, che aderì con entusiasmo alla richiesta condividendo gli ideali dell’Associazione. Il rilievo effettuato con tecniche integrate nel mese di marzo 2014 ha permesso di avvicinarsi criticamente a quest’opera che, per l’eleganza dell’architettura, la raffinatezza delle decorazioni e la ricchezza delle opere d’arte che vi sono contenute, diviene un prezioso scrigno testimone della Grande Storia. La realizzazione dell’opera avvenne secondo due fasi costruttive ben distinte e consequenziali: la prima, dal 1925 al 1928, per rispondere alla richiesta di costruire una sede rappresentativa e commemorativa per l’Associazione, cui seguì, dal 1934 al 1936, la seconda che fu imposta a Piacentini come ampliamento e che, pur avvenendo in prosecuzione della precedente, sembra discostarsene per le idee progettuali cui fa riferimento, maggiormente legate ad una retorica di Regime. Nel presente contributo si fa riferimento alla prima fase costruttiva, quella in cui l’architetto ha espresso una maggiore adesione agli ideali dell’Associazione ed una maggiore carica di emotività. Il primo nucleo dell’edificio ha pianta pressoché triangolare con due ali laterali destinate ad uffici ed un asse di simmetria centrale in cui si trovano gli ambienti più rappresentativi. Su tale asse il percorso che porta dal Vestibolo di ingresso fino al Salone delle Assemblee, cuore dell’edificio e Sacrario laico dell’Associazione, è caratterizzato dal progressivo passaggio dal buio verso la luce e, di conseguenza, verso il colore. Il Vestibolo appare infatti connotato dall’acromaticità del bianco dei rivestimenti in pietra di isola Farnese e dal nero della pavimentazione in granito nero di Dubino, richiamando alla memoria l’immagine di un sepolcro. Al contrario, la luce, che scende dalla grande volta a vela traforata che ricopre l’invaso centrale, permea tutto l’ambiente del Sacrario scivolando sulle pareti di tufo e sui grandi affreschi commemorativi di Giuseppe Santagata e divenendo portatrice di un messaggio di speranza che sicuramente non sarà passato inosservato ai reduci ed ai parenti ed amici delle vittime di guerra che vi accedevano. Il passaggio tra i due ambienti è mediato, oggi come allora, dallo Scalone d’Onore, da intendersi come vero Atrio dell’edificio, che riflette, nella raffinata ricerca materica e cromatica, alcune caratteristiche proprie dell’architettura del periodo.
2015
"Luce", "Tessiture", "Cromatismi"
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La Casa Madre dei Mutilati di Marcello Piacentini a Roma. Un percorso di luce / Bagordo, GIOVANNI MARIA; Antuono, Giuseppe. - ELETTRONICO. - XI A:(2015), pp. 255-266.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/856499
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact