I Wish I Knew (Jia Zhangke, 2010) illustrates a fertile research on Shanghai's media signs through the coalescence of three different discursive forms: documentary, fiction, and the “survivals” of the 19th century archive. As Walter Benjamin defined it, it is an ecstatic anamnesis that makes the memory flicker into the image. Thus, this essay analyses cinema as a self-reflexive apparatus that still manages to stimulate an active dialogue between images, and to encourage the spectator's critical reflection.

I Wish I Knew (2010, del regista cinese Jia Zhangke) configura una feconda indagine sulle tracce mediali della città di Shanghai attraverso la coalescenza di tre forme discorsive differenti: quella documentale, quella finzionale, le “sopravvivenze” dell’archivio novecentesco. Un’ebbrezza anamnestica, per dirla con Walter Benjamin, che fa balenare la memoria in immagine. Il saggio, pertanto, analizza il cinema come dispositivo autoriflessivo capace ancora oggi di stimolare un confronto attivo tra le immagini e favorire una riflessione critica dello spettatore.

Autoriflessività del dispositivo come dialettica intermediale. I Wish I Knew, di Jia Zhangke / Masciullo, Pietro. - In: FATA MORGANA. - ISSN 1970-5786. - STAMPA. - 24:(2014), pp. 311-316.

Autoriflessività del dispositivo come dialettica intermediale. I Wish I Knew, di Jia Zhangke

MASCIULLO, PIETRO
2014

Abstract

I Wish I Knew (Jia Zhangke, 2010) illustrates a fertile research on Shanghai's media signs through the coalescence of three different discursive forms: documentary, fiction, and the “survivals” of the 19th century archive. As Walter Benjamin defined it, it is an ecstatic anamnesis that makes the memory flicker into the image. Thus, this essay analyses cinema as a self-reflexive apparatus that still manages to stimulate an active dialogue between images, and to encourage the spectator's critical reflection.
2014
I Wish I Knew (2010, del regista cinese Jia Zhangke) configura una feconda indagine sulle tracce mediali della città di Shanghai attraverso la coalescenza di tre forme discorsive differenti: quella documentale, quella finzionale, le “sopravvivenze” dell’archivio novecentesco. Un’ebbrezza anamnestica, per dirla con Walter Benjamin, che fa balenare la memoria in immagine. Il saggio, pertanto, analizza il cinema come dispositivo autoriflessivo capace ancora oggi di stimolare un confronto attivo tra le immagini e favorire una riflessione critica dello spettatore.
Fata Morgana; Dispositivo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Autoriflessività del dispositivo come dialettica intermediale. I Wish I Knew, di Jia Zhangke / Masciullo, Pietro. - In: FATA MORGANA. - ISSN 1970-5786. - STAMPA. - 24:(2014), pp. 311-316.
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