The article builds on the ordinance n. 2/2015 of the Adunanza Plenaria of Consiglio di Stato, that raised a constitutional question about the provisions related to the revision of final sentences «where they do not consider a different case of revision when it is necessary to execute a judgement of the European Court of Human Rights». A similar principle was ruled in 2011 by the Constitutional Court about the revision of criminal final sentences. The A. analyses the ECHR case law in order to ascertain whether the Convention obliges States to reopen civil and administrative proceedings based on a violation of human rights and, then, whether such obligation exists for the Italian legislator according to art. 117 of the Constitution. The A., after a quick examination of the legislations adopted by other countries, analyses the problem within the broader problem of the «reshaping» of the res judicata principle when confronted with supranational juridical systems.
L’articolo prende le mosse dall’ordinanza n. 2 del 2015 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che solleva in via incidentale questione di costituzionalità sulle norme che disciplinano la revocazione delle sentenze amministrative «nelle parte in cui non prevedono un diverso caso di revocazione quando ciò si renda necessario per dare esecuzione alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo», similmente a quanto avvenuto nell’ordinamento penale dove la Corte Costituzionale nel 2011 ha ampliato i casi di revisione della sentenza o del decreto penale di condanna. Viene sul punto analizzata la Convenzione EDU e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo al fine di individuare se la stessa imponga agli Stati la riapertura dei processi civili o amministrativi fondati su una violazione dei diritti convenzionali e se, di conseguenza, sussista tale obbligo per il legislatore italiano in forza dell’art. 117 co.1 Cost., invocato dall’ordinanza dell’Adunanza Plenaria. Dopo una rassegna delle soluzioni legislative adottate da altri ordinamenti nazionali, l’A. passa ad inquadrare il tema in esame nel più ampio fenomeno del «ridimensionamento» del giudicato nazionale, chiamato oggi a confrontarsi con molteplici ordinamenti sovranazionali con conseguente dequotazione del tradizionale principio di intangibilità della res judicata.
Violazione della CEDU e principio di intagibilità del giudicato civile e amministrativo / Vitale, STEFANO LORENZO. - In: DIRITTO E PROCESSO AMMINISTRATIVO. - ISSN 1971-6974. - STAMPA. - 4:(2015), pp. 1269-1313.
Violazione della CEDU e principio di intagibilità del giudicato civile e amministrativo
VITALE, STEFANO LORENZO
2015
Abstract
The article builds on the ordinance n. 2/2015 of the Adunanza Plenaria of Consiglio di Stato, that raised a constitutional question about the provisions related to the revision of final sentences «where they do not consider a different case of revision when it is necessary to execute a judgement of the European Court of Human Rights». A similar principle was ruled in 2011 by the Constitutional Court about the revision of criminal final sentences. The A. analyses the ECHR case law in order to ascertain whether the Convention obliges States to reopen civil and administrative proceedings based on a violation of human rights and, then, whether such obligation exists for the Italian legislator according to art. 117 of the Constitution. The A., after a quick examination of the legislations adopted by other countries, analyses the problem within the broader problem of the «reshaping» of the res judicata principle when confronted with supranational juridical systems.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


