In un momento come quello attuale, che vede una inarrestabile ascesa dei tecnicismi architettonici, coadiuvata dalla diffusione di mitologie salvifiche sorte intorno a figure specialistiche, si avvertono, più che mai vicini, i sinistri scricchiolii della tenuta disciplinare, che minano nel profondo la figura di sintesi espressa dall’architetto. Negli ultimi anni il settore dell’architettura si è infatti progressivamente caricato di contenuti ascrivibili ad ambiti differenti, in primo luogo quello sociologico e in secondo quello mediatico; una volta venuti meno, a causa dell’attuale crisi economica, i presupposti culturali nei quali tale ragionamento si è prodotto, sono rimasti edifici privi della carica “ideologica” originaria e avulsi dal contesto. A monte di qualsiasi ragionamento sulle possibili soluzioni di un problema consistente per la disciplina, occorre prendere atto che l’attuale stato di crisi è soltanto l’epifenomeno di un più profondo disagio che “sembra unire le difficoltà economiche del ’29 alla crisi morale degli anni ‘60” (Barizza, Falsetti, 2014).
Quale scientificità se l’architettura non è scienza / Ciotoli, Pina; Falsetti, Marco. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 94-95. (Intervento presentato al convegno V Forum ProArch 2014: Il ruolo del progetto nel tempo degli specialismi tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura nel novembre 2014).
Quale scientificità se l’architettura non è scienza
CIOTOLI, PINA;FALSETTI, MARCO
2015
Abstract
In un momento come quello attuale, che vede una inarrestabile ascesa dei tecnicismi architettonici, coadiuvata dalla diffusione di mitologie salvifiche sorte intorno a figure specialistiche, si avvertono, più che mai vicini, i sinistri scricchiolii della tenuta disciplinare, che minano nel profondo la figura di sintesi espressa dall’architetto. Negli ultimi anni il settore dell’architettura si è infatti progressivamente caricato di contenuti ascrivibili ad ambiti differenti, in primo luogo quello sociologico e in secondo quello mediatico; una volta venuti meno, a causa dell’attuale crisi economica, i presupposti culturali nei quali tale ragionamento si è prodotto, sono rimasti edifici privi della carica “ideologica” originaria e avulsi dal contesto. A monte di qualsiasi ragionamento sulle possibili soluzioni di un problema consistente per la disciplina, occorre prendere atto che l’attuale stato di crisi è soltanto l’epifenomeno di un più profondo disagio che “sembra unire le difficoltà economiche del ’29 alla crisi morale degli anni ‘60” (Barizza, Falsetti, 2014).File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ciotoli_Scientificità_2015.pdf
solo gestori archivio
Note: http://www.progettazionearchitettonica.eu
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
341.47 kB
Formato
Adobe PDF
|
341.47 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.