Petasites hybridus L. P. Gaertn. B. Meyer et Scherb. (Fam. Asteraceae) è una pianta medicinale utilizzata fin dall'antichità per il trattamento dell'emicrania. I principali costituenti, considerati anche come composti attivi, sono rappresentati dai sesquiterpeni eremofilani, che si possono presentare nella forma di petasine o furanopetasine. Tra gli altri composti, è stata riscontrata anche la presenza di alcaloidi pirrolizidinici, profitotossine che in seguito ad attivazione metabolica sono convertiti in esteri pirrolici reattivi, i quali possono formare addotti con proteine e DNA, determinando danno epatico e genotossicità. La presenza di tali composti renderebbe inutilizzabile qualunque parte della pianta; pertanto, si è resa necessaria la preparazione di estratti speciali di P. hybridus privi di alcaloidi, per i quali sono stati registrati dati incoraggianti circa l'efficacia clinica. Nonostante le evidenze cliniche positive, i preparati a base di P. hybridus sono stati attualmente ritirati dal commercio in diverse nazioni europee a causa della scarsa qualità e della presenza, talvolta, di alcaloidi pirrolizidinici. L’uso di P. hybridus nella fitoterapia dell’emicrania evidenzia una problematica comune a diversi preparati vegetali, ovvero la scarsa qualità dei prodotti commercializzati che ne limita l’uso clinico.
PETASITES HYBRIDUS (L.) G.M. ET SCH. NEL TRATTAMENTO E PROFILASSI DELL'EMICRANIA / De Paolis, Federico; DI SOTTO, Antonella. - In: PIANTE MEDICINALI. - ISSN 1825-5086. - STAMPA. - 14:(2015), pp. 6-8.
PETASITES HYBRIDUS (L.) G.M. ET SCH. NEL TRATTAMENTO E PROFILASSI DELL'EMICRANIA
DI SOTTO, ANTONELLA
2015
Abstract
Petasites hybridus L. P. Gaertn. B. Meyer et Scherb. (Fam. Asteraceae) è una pianta medicinale utilizzata fin dall'antichità per il trattamento dell'emicrania. I principali costituenti, considerati anche come composti attivi, sono rappresentati dai sesquiterpeni eremofilani, che si possono presentare nella forma di petasine o furanopetasine. Tra gli altri composti, è stata riscontrata anche la presenza di alcaloidi pirrolizidinici, profitotossine che in seguito ad attivazione metabolica sono convertiti in esteri pirrolici reattivi, i quali possono formare addotti con proteine e DNA, determinando danno epatico e genotossicità. La presenza di tali composti renderebbe inutilizzabile qualunque parte della pianta; pertanto, si è resa necessaria la preparazione di estratti speciali di P. hybridus privi di alcaloidi, per i quali sono stati registrati dati incoraggianti circa l'efficacia clinica. Nonostante le evidenze cliniche positive, i preparati a base di P. hybridus sono stati attualmente ritirati dal commercio in diverse nazioni europee a causa della scarsa qualità e della presenza, talvolta, di alcaloidi pirrolizidinici. L’uso di P. hybridus nella fitoterapia dell’emicrania evidenzia una problematica comune a diversi preparati vegetali, ovvero la scarsa qualità dei prodotti commercializzati che ne limita l’uso clinico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.