L’articolo riguarda lo studio della forma e della geometria della scala elicoidale di Palazzo Barberini. Partendo dai dati digitali di base acquisiti con uno scanner laser, elaborati e gestiti successivamente attraverso procedure di ottimizzazione della points-cloud si sono prodotti dei modelli di rappresentazione integrati di tipo infografico e tridimensionale. La realizzazione della scala elicoidale a Palazzo Barberini oltre a rivestire un interesse di per sé in quanto sviluppo costruttivo di una forma geometrica complessa qual è un elicoide a pianta ovale, va letta e interpretata anche come testimonianza di un periodo particolare del barocco romano, ricco di intrecci e sovrapposizioni di committenze ecclesiastiche e nobiliari, di avvicendamenti e compresenze dei più grandi artisti e architetti dell’epoca che operano, spesso in simultanea, nei diversi cantieri romani. Borromini propone una variante al progetto iniziale di Maderno, che prevedeva una scala elicoidale a destra del grande portico d’entrata al palazzo, immaginando una nuova scala a pianta ovale con un ritmo di sei colonne binate per ogni giro dell’elica, prendendo a modello la scala che era stata realizzata pochi anni prima, nel 1585, al Palazzo del Quirinale ad opera del Mascherino. Borromini aveva lavorato pochi anni prima, sempre sotto la direzione di Maderno, nel palazzo del Quirinale, e in quel cantiere aveva avuto la possibilità di studiare attentamente la scala ovale del Mascherino. Alla morte del Maderno (1629) nel cantiere del costruendo Palazzo Barberini subentra il Bernini, con il quale Borromini avvierà una collaborazione destinata però a concludersi poco dopo. La scala verrà costruita nel 1633 quando oramai Borromini aveva già abbandonato il cantiere. L’articolo vuole prima di tutto mettere in evidenza le correlazioni tra forma e geometria nel momento in cui si progetta una campagna di acquisizione digitale utilizzando uno scanner laser. Vi sono infatti importanti implicazioni nella scelta dei punti di posizionamento dello strumento in grado di condizionare il rapporto tra qualità e quantità di una points-cloud che assume dignità di vero e proprio modello 3D nel momento in cui è possibile eseguire sia operazioni metriche ma anche selezionare o visualizzare parti o dettagli dell’oggetto rilevato disvelando forme e geometrie altrimenti difficilmente percepibili. Un primo livello di lettura dei modelli, ottenuti secondo procedure di gestione della points-cloud ormai consolidate, ha messo in evidenza l’esatta matrice formale dell’ovale con l’individuazione dei centri della policentrica, il conseguente sviluppo tridimensionale delle diverse eliche appartenenti a porzioni di superfici cilindriche adiacenti tra loro e di diverso raggio, il rapporto con la pendenza delle stesse linee direttrici. All’interno di questa matrice formale di primo livello si inserisce la matrice formale dell’ordine architettonico scandito nel ritmo delle sei coppie di colonne alternate da balaustrini e nella trabeazione che si sviluppa come un nastro all’interno dello spazio centrale illuminato dal soprastante lucernario. La struttura modulare della scala ha suggerito anche una sperimentazione per mezzo delle tecniche di modellazione parametrica per cercare di risalire al modello ideale della scala elicoidale del Borromini. Il modello digitale parametrico qui sperimentato rappresenta una nuova modalità di rappresentazione rispetto ai modelli già consolidati sia di tipo analogico che digitale. Attraverso una selezione critica di alcuni punti notevoli appartenenti alle geometrie presenti e un’osservazione statistica e normalizzata delle misure ricorrenti, si è proceduto all’individuazione di un algoritmo generativo che possiamo ipotizzare essere rappresentativo delle intenzioni progettuali dell’autore. L’intero percorso di ricerca seguito per giungere alla definizione del modello generativo parametrico - dall’ analisi del modello reale, al progetto del modello parametrico virtuale; dallo sviluppo dell’algoritmo generativo al suo collaudo, realizzato attraverso il confronto fra il modello generato e il modello rilevato - si è rilevato vincolo metodologico rigoroso per una più completa e appropriata conoscenza dell’opera.
La scala elicoidale del Borromini a Palazzo Barberini. Rilievo scan laser e modellazione parametrica / Paris, Leonardo; Valenti, Graziano Mario. - In: DISEGNARE CON.... - ISSN 1828-5961. - ELETTRONICO. - 8:(2015), pp. 1-11.
La scala elicoidale del Borromini a Palazzo Barberini. Rilievo scan laser e modellazione parametrica.
PARIS, Leonardo;VALENTI, Graziano Mario
2015
Abstract
L’articolo riguarda lo studio della forma e della geometria della scala elicoidale di Palazzo Barberini. Partendo dai dati digitali di base acquisiti con uno scanner laser, elaborati e gestiti successivamente attraverso procedure di ottimizzazione della points-cloud si sono prodotti dei modelli di rappresentazione integrati di tipo infografico e tridimensionale. La realizzazione della scala elicoidale a Palazzo Barberini oltre a rivestire un interesse di per sé in quanto sviluppo costruttivo di una forma geometrica complessa qual è un elicoide a pianta ovale, va letta e interpretata anche come testimonianza di un periodo particolare del barocco romano, ricco di intrecci e sovrapposizioni di committenze ecclesiastiche e nobiliari, di avvicendamenti e compresenze dei più grandi artisti e architetti dell’epoca che operano, spesso in simultanea, nei diversi cantieri romani. Borromini propone una variante al progetto iniziale di Maderno, che prevedeva una scala elicoidale a destra del grande portico d’entrata al palazzo, immaginando una nuova scala a pianta ovale con un ritmo di sei colonne binate per ogni giro dell’elica, prendendo a modello la scala che era stata realizzata pochi anni prima, nel 1585, al Palazzo del Quirinale ad opera del Mascherino. Borromini aveva lavorato pochi anni prima, sempre sotto la direzione di Maderno, nel palazzo del Quirinale, e in quel cantiere aveva avuto la possibilità di studiare attentamente la scala ovale del Mascherino. Alla morte del Maderno (1629) nel cantiere del costruendo Palazzo Barberini subentra il Bernini, con il quale Borromini avvierà una collaborazione destinata però a concludersi poco dopo. La scala verrà costruita nel 1633 quando oramai Borromini aveva già abbandonato il cantiere. L’articolo vuole prima di tutto mettere in evidenza le correlazioni tra forma e geometria nel momento in cui si progetta una campagna di acquisizione digitale utilizzando uno scanner laser. Vi sono infatti importanti implicazioni nella scelta dei punti di posizionamento dello strumento in grado di condizionare il rapporto tra qualità e quantità di una points-cloud che assume dignità di vero e proprio modello 3D nel momento in cui è possibile eseguire sia operazioni metriche ma anche selezionare o visualizzare parti o dettagli dell’oggetto rilevato disvelando forme e geometrie altrimenti difficilmente percepibili. Un primo livello di lettura dei modelli, ottenuti secondo procedure di gestione della points-cloud ormai consolidate, ha messo in evidenza l’esatta matrice formale dell’ovale con l’individuazione dei centri della policentrica, il conseguente sviluppo tridimensionale delle diverse eliche appartenenti a porzioni di superfici cilindriche adiacenti tra loro e di diverso raggio, il rapporto con la pendenza delle stesse linee direttrici. All’interno di questa matrice formale di primo livello si inserisce la matrice formale dell’ordine architettonico scandito nel ritmo delle sei coppie di colonne alternate da balaustrini e nella trabeazione che si sviluppa come un nastro all’interno dello spazio centrale illuminato dal soprastante lucernario. La struttura modulare della scala ha suggerito anche una sperimentazione per mezzo delle tecniche di modellazione parametrica per cercare di risalire al modello ideale della scala elicoidale del Borromini. Il modello digitale parametrico qui sperimentato rappresenta una nuova modalità di rappresentazione rispetto ai modelli già consolidati sia di tipo analogico che digitale. Attraverso una selezione critica di alcuni punti notevoli appartenenti alle geometrie presenti e un’osservazione statistica e normalizzata delle misure ricorrenti, si è proceduto all’individuazione di un algoritmo generativo che possiamo ipotizzare essere rappresentativo delle intenzioni progettuali dell’autore. L’intero percorso di ricerca seguito per giungere alla definizione del modello generativo parametrico - dall’ analisi del modello reale, al progetto del modello parametrico virtuale; dallo sviluppo dell’algoritmo generativo al suo collaudo, realizzato attraverso il confronto fra il modello generato e il modello rilevato - si è rilevato vincolo metodologico rigoroso per una più completa e appropriata conoscenza dell’opera.File | Dimensione | Formato | |
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