Il Convento das Bernardas in Algarve, a Tavira, progettato da Eduardo Souto de Moura tra il 2006 e il 2009, completato nel 2012, è il riuso di un grande edificio ex monastero ed ex fabbrica, ora convertito in un complesso di residenze di diverso taglio e dimensione. Nella vasta produzione del maestro portoghese questo progetto si aggiunge ai numerosi interventi di recupero e trasformazione di edifici storici tra i quali ricordiamo il recupero e trasformazione del Convento di Santa Maria do Buro ad Amares del 1989-97, il recupero del Museo Grao Vasco a Viseo del 1993, il recupero della Alfandega nova a Museo dei trasporti e delle comunicazioni a Porto del 1993-2002. Posto in un’area pianeggiante leggermente rialzata rispetto alle saline presenti nel luogo, Il Convento das Bernardas si presenta come un insieme di edifici che delimitano una corte rettangolare. Il colpo d’occhio restituisce un’immagine compatta, esaltata dalla scelta cromatica di trattare i prospetti con una tinta molto simile ai toni calcarei delle saline. Ad una visione ravvicinata, i dettagli delle facciate rivelano la sedimentazione e la stratificazione di diverse epoche, come nelle modanature delle bucature rese astratte dal trattamento monocromatico di una tinta chiara di gusto quasi neoclassico, ma soprattutto pertinente il paesaggio mediterraneo. All’interno della corte il grande specchio d’acqua della piscina a pianta quadrata riflette i fronti degli edifici e gli alberi. I nuovi serramenti di linea essenziale inseriscono una leggera variante cromatica che prepara ai toni caldi degli interni, bianchi nelle pareti e nei soffitti, ma scaldati dalle superfici lignee di alcuni arredi fissi e dai pavimenti in cotto. Secondo la tradizione progettuale di Souto de Moura, anche in questa realizzazione ritroviamo una cura estrema del dettaglio, mai esibito e fine a se stesso, ma interno ad un linguaggio che tiene insieme generale e particolare mediante l’uso di una geometria ordinatrice di derivazione modernista. All’interno delle diverse tipologie residenziali, che variano di dimensione e di numero di piani, da uno a tre, lo spazio è sfruttato grazie a soluzioni ottimali sia negli spazi di soggiorno che nelle zone notte. Come accade nelle numerose case progettate da questo architetto, lo spazo interno è meticolosamente organizzato con soluzioni di arredo fisso perfettamente integrate all’idea architettonica d’insieme. Il disegno dei mobili della cucina, per esempio, è strettamente connesso alla preesistenza delle bucature, gli armadi delle camere da letto sono pensati in maniera integrata alle porte e queste ultime aprono verso i bagni perfettamente in asse ai lavabi, il corrimano delle scale interne presenta raffinate soluzioni di attacco per evitare ogni sostegno verticale ecc. Si potrebbero elencare molte soluzioni che ricorrono nell’opera di questo architetto nei tanti progetti per la residenza, anche in relazione alla capacità di fondere soluzioni tipologiche superando rigidi schemi, come nelle case unifamiliari e nelle case a schiera (si vedano in particolare: la Casa 1 a rua de Padrao a Nevoglide, Porto del 1982-85; le case in rua de Alfredo Kell a Porto del 1992-2002 e la Casa in rua do Castro del 1996-2001, sempre a Porto) che prevedono la presenza di uno o più patii utili ad ottimizzare la distribuzione e l’illuminazione dei diversi ambiti, zona giorno, zona notte e servizi e dove, come anche in questo caso nelle case disposte su tre livelli, quando possibile si realizza uno spazio a doppia altezza sul soggiorno, di lecorbusieriana ispirazione.
La trasformazione di un convento in residenze a Tavira / Zammerini, Massimo. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - STAMPA. - Anno XLIX:446(2015), pp. 40-49.
La trasformazione di un convento in residenze a Tavira
ZAMMERINI, MASSIMO
2015
Abstract
Il Convento das Bernardas in Algarve, a Tavira, progettato da Eduardo Souto de Moura tra il 2006 e il 2009, completato nel 2012, è il riuso di un grande edificio ex monastero ed ex fabbrica, ora convertito in un complesso di residenze di diverso taglio e dimensione. Nella vasta produzione del maestro portoghese questo progetto si aggiunge ai numerosi interventi di recupero e trasformazione di edifici storici tra i quali ricordiamo il recupero e trasformazione del Convento di Santa Maria do Buro ad Amares del 1989-97, il recupero del Museo Grao Vasco a Viseo del 1993, il recupero della Alfandega nova a Museo dei trasporti e delle comunicazioni a Porto del 1993-2002. Posto in un’area pianeggiante leggermente rialzata rispetto alle saline presenti nel luogo, Il Convento das Bernardas si presenta come un insieme di edifici che delimitano una corte rettangolare. Il colpo d’occhio restituisce un’immagine compatta, esaltata dalla scelta cromatica di trattare i prospetti con una tinta molto simile ai toni calcarei delle saline. Ad una visione ravvicinata, i dettagli delle facciate rivelano la sedimentazione e la stratificazione di diverse epoche, come nelle modanature delle bucature rese astratte dal trattamento monocromatico di una tinta chiara di gusto quasi neoclassico, ma soprattutto pertinente il paesaggio mediterraneo. All’interno della corte il grande specchio d’acqua della piscina a pianta quadrata riflette i fronti degli edifici e gli alberi. I nuovi serramenti di linea essenziale inseriscono una leggera variante cromatica che prepara ai toni caldi degli interni, bianchi nelle pareti e nei soffitti, ma scaldati dalle superfici lignee di alcuni arredi fissi e dai pavimenti in cotto. Secondo la tradizione progettuale di Souto de Moura, anche in questa realizzazione ritroviamo una cura estrema del dettaglio, mai esibito e fine a se stesso, ma interno ad un linguaggio che tiene insieme generale e particolare mediante l’uso di una geometria ordinatrice di derivazione modernista. All’interno delle diverse tipologie residenziali, che variano di dimensione e di numero di piani, da uno a tre, lo spazio è sfruttato grazie a soluzioni ottimali sia negli spazi di soggiorno che nelle zone notte. Come accade nelle numerose case progettate da questo architetto, lo spazo interno è meticolosamente organizzato con soluzioni di arredo fisso perfettamente integrate all’idea architettonica d’insieme. Il disegno dei mobili della cucina, per esempio, è strettamente connesso alla preesistenza delle bucature, gli armadi delle camere da letto sono pensati in maniera integrata alle porte e queste ultime aprono verso i bagni perfettamente in asse ai lavabi, il corrimano delle scale interne presenta raffinate soluzioni di attacco per evitare ogni sostegno verticale ecc. Si potrebbero elencare molte soluzioni che ricorrono nell’opera di questo architetto nei tanti progetti per la residenza, anche in relazione alla capacità di fondere soluzioni tipologiche superando rigidi schemi, come nelle case unifamiliari e nelle case a schiera (si vedano in particolare: la Casa 1 a rua de Padrao a Nevoglide, Porto del 1982-85; le case in rua de Alfredo Kell a Porto del 1992-2002 e la Casa in rua do Castro del 1996-2001, sempre a Porto) che prevedono la presenza di uno o più patii utili ad ottimizzare la distribuzione e l’illuminazione dei diversi ambiti, zona giorno, zona notte e servizi e dove, come anche in questo caso nelle case disposte su tre livelli, quando possibile si realizza uno spazio a doppia altezza sul soggiorno, di lecorbusieriana ispirazione.File | Dimensione | Formato | |
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