Il contributo presenta un emblema in opus vermiculatum rinvenuto in un triclinio della Domus della Soglia Nilotica di Privernum, che raffigura il ratto di Ganimede secondo una versione narrativa di particolare complessità. Sono prese in esame fonti letterarie che attestano l’esistenza di raffigurazioni in pittura del mito di Ganimede e fonti archeologiche di età ellenistica e romana con particolare riferimento ai mosaici, che mostrano momenti diversi del mito. Attraverso il confronto con documenti musivi e pittorici si avanza l’ipotesi che la raffigurazione dell’emblema derivi da una pittura ellenistica, creata forse in ambiente alessandrino tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., che ha fuso la tradizione delle cacce reali ellenistiche con il racconto del rapimento di Ganimede; allo stato attuale della ricerca, l’emblema può essere datato fra il 70 e il 60 a.C. In appendice figura un catalogo di tutti i mosaici finora attestati con la raffigurazione del mito, fra cui si segnala un mosaico parietale da Salamina di Cipro riconosciuto per la prima volta come appartenente a questa serie..
"Hinc aquila ferebat caelo sublimis Idaeum" (Petr. Sat. 83,3): il mito di Ganimede in un emblema da Privernum e in altri mosaici romani / Tortorella, Stefano. - In: MUSIVA & SECTILIA. - ISSN 1724-9104. - STAMPA. - 1(2004), pp. 35-61.
"Hinc aquila ferebat caelo sublimis Idaeum" (Petr. Sat. 83,3): il mito di Ganimede in un emblema da Privernum e in altri mosaici romani.
TORTORELLA, Stefano
2004
Abstract
Il contributo presenta un emblema in opus vermiculatum rinvenuto in un triclinio della Domus della Soglia Nilotica di Privernum, che raffigura il ratto di Ganimede secondo una versione narrativa di particolare complessità. Sono prese in esame fonti letterarie che attestano l’esistenza di raffigurazioni in pittura del mito di Ganimede e fonti archeologiche di età ellenistica e romana con particolare riferimento ai mosaici, che mostrano momenti diversi del mito. Attraverso il confronto con documenti musivi e pittorici si avanza l’ipotesi che la raffigurazione dell’emblema derivi da una pittura ellenistica, creata forse in ambiente alessandrino tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., che ha fuso la tradizione delle cacce reali ellenistiche con il racconto del rapimento di Ganimede; allo stato attuale della ricerca, l’emblema può essere datato fra il 70 e il 60 a.C. In appendice figura un catalogo di tutti i mosaici finora attestati con la raffigurazione del mito, fra cui si segnala un mosaico parietale da Salamina di Cipro riconosciuto per la prima volta come appartenente a questa serie..I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.