Saper auscultare il paesaggio vuol dire rispettare la relazione dell’uomo con il proprio spazio, quest’ultimo inteso non solo come sfondo dell’agire individuale e collettivo, ma anche come parte consonante e complementare ad esso. Non vi è dualismo uomo-mondo, io-spazio: la soggettività è inerenza al mondo, il corpo è elemento conoscente, in piena relazione con l’esterno e con le cose, che per esso diventano punti di riferimento e di appoggio. L’esistenza è spaziale e lo spazio è esistenziale. Quando l’ordine spaziale vacilla o addirittura crolla a seguito di eventi catastrofici si produce un mutamento profondo nell’organizzazione sociale e nella morfologia fisica della comunità, che viene costretta a vivere una fase di disintegrazione, per poi riorganizzare una nuova normalità. È quanto accaduto agli abitanti de L’Aquila che, a sei anni dal sisma, sono ben lontani dal completo reinserimento nelle proprie abitazioni e dal recupero degli spazi abituali per lo svolgimento delle attività lavorative e sociali. Una comunità che sappia ritrovare nel presente il proprio senso deve innanzitutto ricostruire le azioni minime della vita quotidiana, la vita dei quartieri, i diversi avvenimenti che scandiscono l’esistenza locale, supportata da seri interventi politico-istituzionali e da azioni di governance mirate.

Paesaggi infranti come vulnus sociale. Abitare L'Aquila / Ciampi, Marina. - In: QUADERNI IN MUTAZIONE. - STAMPA. - 2:Anno II(2015), pp. 13-22.

Paesaggi infranti come vulnus sociale. Abitare L'Aquila

CIAMPI, MARINA
2015

Abstract

Saper auscultare il paesaggio vuol dire rispettare la relazione dell’uomo con il proprio spazio, quest’ultimo inteso non solo come sfondo dell’agire individuale e collettivo, ma anche come parte consonante e complementare ad esso. Non vi è dualismo uomo-mondo, io-spazio: la soggettività è inerenza al mondo, il corpo è elemento conoscente, in piena relazione con l’esterno e con le cose, che per esso diventano punti di riferimento e di appoggio. L’esistenza è spaziale e lo spazio è esistenziale. Quando l’ordine spaziale vacilla o addirittura crolla a seguito di eventi catastrofici si produce un mutamento profondo nell’organizzazione sociale e nella morfologia fisica della comunità, che viene costretta a vivere una fase di disintegrazione, per poi riorganizzare una nuova normalità. È quanto accaduto agli abitanti de L’Aquila che, a sei anni dal sisma, sono ben lontani dal completo reinserimento nelle proprie abitazioni e dal recupero degli spazi abituali per lo svolgimento delle attività lavorative e sociali. Una comunità che sappia ritrovare nel presente il proprio senso deve innanzitutto ricostruire le azioni minime della vita quotidiana, la vita dei quartieri, i diversi avvenimenti che scandiscono l’esistenza locale, supportata da seri interventi politico-istituzionali e da azioni di governance mirate.
2015
Individuo e Habitat; comunità e spazio sociale; sistemi complessi e disastri; crisi del senso dell'abitare
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Paesaggi infranti come vulnus sociale. Abitare L'Aquila / Ciampi, Marina. - In: QUADERNI IN MUTAZIONE. - STAMPA. - 2:Anno II(2015), pp. 13-22.
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