Da alcuni anni i laboratori di analisi sono sempre più coinvolti nell’adozione dei dettami di qualità previsti dal sistema nazionale di qualità. Occorre premettere che “operare in qualità” per chi non ha familiarità con tale materia, è spesso un concetto di non immediata comprensione dalla semplice lettura dei testi delle norme in vigore e dalla relativa terminologia utilizzata. In pratica quando un laboratorio inserisce sui propri documenti (“Relazione finale”, “Referto”, “Carta dei servizi”, ecc.) un riferimento in cui afferma di operare con sistema di qualità, o espone un logo/marchio di qualità e/o di accreditamento, lo può fare solo dietro autorizzazione di un ente di certificazione e/o di accreditamento che in precedenza ha constatato che il modo di operare del laboratorio è conforme a specifiche norme di assicurazione della qualità. Generalmente, poiché, da parte degli operatori dello specifico settore, non c’è un’idea chiara di ciò che è alla base per operare in maniera controllata ed organizzata, gli aspetti che seguono, maturati in base ad esperienze personali, possono aiutare a colmare tale mancanza d’informazione. Il controllo della qualità nell’effettuare una CT deriva dal soddisfacimento di certi requisiti nei seguenti aspetti: - aspetti gestionali - aspetti tecnici In pratica l’applicazione delle norme UNI CEI EN ISO IEC 17025 e UNI EN ISO 9001:2008 consente di mettere in evidenza come il modo di operare della struttura avvenga in maniera controllata ed organizzata conferendo, al tempo stesso, una forte credibilità e fiducia nei risultati analitici forniti dalla CT, nell’ambito della genetica forense.
IL CONTROLLO DI QUALITA' IN AMBITO DI CONSULENZA TECNICA / Vecchiotti, Carla. - In: JURA MEDICA. - ISSN 0394-8218. - 3:(2009), pp. 533-543.
IL CONTROLLO DI QUALITA' IN AMBITO DI CONSULENZA TECNICA
VECCHIOTTI, Carla
2009
Abstract
Da alcuni anni i laboratori di analisi sono sempre più coinvolti nell’adozione dei dettami di qualità previsti dal sistema nazionale di qualità. Occorre premettere che “operare in qualità” per chi non ha familiarità con tale materia, è spesso un concetto di non immediata comprensione dalla semplice lettura dei testi delle norme in vigore e dalla relativa terminologia utilizzata. In pratica quando un laboratorio inserisce sui propri documenti (“Relazione finale”, “Referto”, “Carta dei servizi”, ecc.) un riferimento in cui afferma di operare con sistema di qualità, o espone un logo/marchio di qualità e/o di accreditamento, lo può fare solo dietro autorizzazione di un ente di certificazione e/o di accreditamento che in precedenza ha constatato che il modo di operare del laboratorio è conforme a specifiche norme di assicurazione della qualità. Generalmente, poiché, da parte degli operatori dello specifico settore, non c’è un’idea chiara di ciò che è alla base per operare in maniera controllata ed organizzata, gli aspetti che seguono, maturati in base ad esperienze personali, possono aiutare a colmare tale mancanza d’informazione. Il controllo della qualità nell’effettuare una CT deriva dal soddisfacimento di certi requisiti nei seguenti aspetti: - aspetti gestionali - aspetti tecnici In pratica l’applicazione delle norme UNI CEI EN ISO IEC 17025 e UNI EN ISO 9001:2008 consente di mettere in evidenza come il modo di operare della struttura avvenga in maniera controllata ed organizzata conferendo, al tempo stesso, una forte credibilità e fiducia nei risultati analitici forniti dalla CT, nell’ambito della genetica forense.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.