Nell’ambito del dibattito sulla natura e sulla collocazione disciplinare della psicologia sociale, che ha conosciuto di recente un notevole sviluppo centrato tra l’altro sul confronto fra approcci di tipo individualistico e approcci socio-costruzionisti e culturalisti, può essere utile recuperare il contributo di due pensatori italiani che in modo diverso, ma con una certa continuità tra loro, possono considerarsi come precursori di un modo più genuinamente sociale di intendere la disciplina. Il primo è Giambattista Vico, che per primo valorizza la specifica natura storico-sociale dell’essere umano, affermando di conseguenza che lo studio dei fatti umani non possa avvenire se non in relazione al contesto di cui essi sono espressione. In questa prospettiva, Vico ha trattato in modo originale temi che sono di grande attualità nel dibattito attuale: il linguaggio quale mezzo di costruzione della rete di significati nella quale gli esseri umani realizzano la loro specificità storica e il senso comune inteso come prodotto storicamente sedimentato della capacità umana di attribuire un senso condiviso alle condizioni condivise. Il secondo è Carlo Cattaneo, che fu peraltro il primo in assoluto ad utilizzare, nel 1863, la locuzione “psicologia sociale” e che, riprendendo la valorizzazione di Vico della dimensione specificamente sociale del pensiero umano, aggiunge un’acuta riflessione sulle modalità attraverso le quali tale dimensione sociale del pensiero si realizza. Elemento strutturante del pensiero, infatti, è il confronto fra punti di vista opposti, attraverso il quale risulta possibile superare i limiti naturali della mente singola e raggiungere le finalità di conoscenza e controllo del mondo che il pensiero si pone. Per questi motivi, tanto per Vico quanto per Cattaneo lo studio dei processi psicologici non può prescindere dallo studio delle collettività psico-culturali, storicamente definite, nelle quali si realizza la vita mentale, ed è per questo che il loro contributo può essere validamente recuperato nell’ambito dell’attuale dibattito sulle potenzialità della versione culturalista della psicologia sociale.

La dimensione collettiva dei processi psicologici. Giambattista Vico, Carlo Cattaeno e le radici della psicologia sociale / Mazzara, Bruno Maria. - In: PSICOLOGIA CULTURALE. - ISSN 2036-7791. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 63-76.

La dimensione collettiva dei processi psicologici. Giambattista Vico, Carlo Cattaeno e le radici della psicologia sociale.

MAZZARA, Bruno Maria
2009

Abstract

Nell’ambito del dibattito sulla natura e sulla collocazione disciplinare della psicologia sociale, che ha conosciuto di recente un notevole sviluppo centrato tra l’altro sul confronto fra approcci di tipo individualistico e approcci socio-costruzionisti e culturalisti, può essere utile recuperare il contributo di due pensatori italiani che in modo diverso, ma con una certa continuità tra loro, possono considerarsi come precursori di un modo più genuinamente sociale di intendere la disciplina. Il primo è Giambattista Vico, che per primo valorizza la specifica natura storico-sociale dell’essere umano, affermando di conseguenza che lo studio dei fatti umani non possa avvenire se non in relazione al contesto di cui essi sono espressione. In questa prospettiva, Vico ha trattato in modo originale temi che sono di grande attualità nel dibattito attuale: il linguaggio quale mezzo di costruzione della rete di significati nella quale gli esseri umani realizzano la loro specificità storica e il senso comune inteso come prodotto storicamente sedimentato della capacità umana di attribuire un senso condiviso alle condizioni condivise. Il secondo è Carlo Cattaneo, che fu peraltro il primo in assoluto ad utilizzare, nel 1863, la locuzione “psicologia sociale” e che, riprendendo la valorizzazione di Vico della dimensione specificamente sociale del pensiero umano, aggiunge un’acuta riflessione sulle modalità attraverso le quali tale dimensione sociale del pensiero si realizza. Elemento strutturante del pensiero, infatti, è il confronto fra punti di vista opposti, attraverso il quale risulta possibile superare i limiti naturali della mente singola e raggiungere le finalità di conoscenza e controllo del mondo che il pensiero si pone. Per questi motivi, tanto per Vico quanto per Cattaneo lo studio dei processi psicologici non può prescindere dallo studio delle collettività psico-culturali, storicamente definite, nelle quali si realizza la vita mentale, ed è per questo che il loro contributo può essere validamente recuperato nell’ambito dell’attuale dibattito sulle potenzialità della versione culturalista della psicologia sociale.
2009
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La dimensione collettiva dei processi psicologici. Giambattista Vico, Carlo Cattaeno e le radici della psicologia sociale / Mazzara, Bruno Maria. - In: PSICOLOGIA CULTURALE. - ISSN 2036-7791. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 63-76.
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