Nell’età della globalizzazione in cui l’esilio sembra essere divenuto la condizione umana universale. L’esilio, che interrompe l’identità del singolo con il suo mondo, mette a nudo l’esistenza: dopo il congedo l’esiliato scopre di non avere più un luogo nel mondo. Ma l’esilio non è solo – come pensa il senso comune – sradicamento, impossibilità tragica del ritorno alla radice originaria. Ma se non c’è più origine da recuperare, quale sarà allora il “luogo” del ritorno? Questo saggio intende ripensare il ritorno come nuova categoria filosofica nel contesto contemporaneo. In the age of the globalization exile seems to have become the universal human condition. Exile, that interrupts the identity of the individual with his world, strips naked the existence: after the leave-taking the exiled discovers that he/she has no more a place in the world. But exile is not only - as the common sense thinks – an uprooting, a tragic impossibility of the return to the original root. If there is no more origin to recover, which is then the “place” of the return? This essay intends to rethink the return as new philosophical category in the contemporary context.

Esilio e globalizzazione / DI CESARE, Donatella. - In: IRIDE. - ISSN 1122-7893. - 54:(2008), pp. 273-286.

Esilio e globalizzazione

DI CESARE, Donatella
2008

Abstract

Nell’età della globalizzazione in cui l’esilio sembra essere divenuto la condizione umana universale. L’esilio, che interrompe l’identità del singolo con il suo mondo, mette a nudo l’esistenza: dopo il congedo l’esiliato scopre di non avere più un luogo nel mondo. Ma l’esilio non è solo – come pensa il senso comune – sradicamento, impossibilità tragica del ritorno alla radice originaria. Ma se non c’è più origine da recuperare, quale sarà allora il “luogo” del ritorno? Questo saggio intende ripensare il ritorno come nuova categoria filosofica nel contesto contemporaneo. In the age of the globalization exile seems to have become the universal human condition. Exile, that interrupts the identity of the individual with his world, strips naked the existence: after the leave-taking the exiled discovers that he/she has no more a place in the world. But exile is not only - as the common sense thinks – an uprooting, a tragic impossibility of the return to the original root. If there is no more origin to recover, which is then the “place” of the return? This essay intends to rethink the return as new philosophical category in the contemporary context.
2008
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Esilio e globalizzazione / DI CESARE, Donatella. - In: IRIDE. - ISSN 1122-7893. - 54:(2008), pp. 273-286.
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