In his La société du spectacle, Guy Debord defined the spectacle, rather than a set of images, a social relation among people, mediated by images (Debord 1967). If this was true in his interpretation of the changes in society after World War I, following the birth of the new phenomena of consumerism and mass media, at the same time it is possible to recognize an early manifestation of this many years before, when the birth of new technologies such as airplanes and cameras led to the union of man and machine, so often celebrated in the first pictures of the period and described in the earliest form of press specialized in aviation. The first Italian pilot’s license, obtained by Mario Calderara in 1909, was undoubtedly a turning point in Italian national aviation and in the growing of interest in aeronautics. The present study, aims at a brief analysis of the development of the first example of Italian aviation press. Despite the difficult years of the First World War, in fact, in a period mostly dominated by censorship, Italian enthusiasts and scholars of Flying had the possibility to turn to a rising publicist source, just the press specialized in aviation which somehow managed to survive the war and, paradoxically, to develop during this period.

Nel suo “La société du spectacle”, Guy Debord definì lo spettacolo, piuttosto che un insieme di immagini, come il rapporto sociale fra le persone, mediato dalle immagini (Debord, 1967). Se ciò era vero nell’ambito della sua interpretazione dei cambiamenti della società del secondo dopoguerra, a seguito della nascita dei nuovi fenomeni del consumismo e dei mass media, allo stesso tempo se ne può riconoscere una primitiva manifestazione già molti anni prima, quando la nascita delle nuove tecnologie come gli aerei e le macchine fotografiche, portò ad un unione uomo-macchina sempre più sentita, celebrata nelle prime fotografie dell’epoca e descritta nelle prime forme di stampa specializzata a carattere aviatorio del primo Novecento. Il primo brevetto di pilota italiano, conseguito da Mario Calderara nel 1909, rappresentò certamente una svolta nel panorama aviatorio nazionale che, parallelamente, si arricchiva di nuove riviste specializzate e seguiva quella campagna di Libia che vide l’Italia tra le prime in Europa e nel mondo ad utilizzare il mezzo aereo come strumento bellico. Lo scatenamento del primo conflitto mondiale pose fine non solo a gran parte delle attività aviatorie a carattere sportivo o commerciale, ma anche alla libera circolazione delle idee su questa materia, ritenuta di carattere strategico per la sicurezza militare dei vari paesi. Il presente contributo mira a una breve analisi di come, nonostante ciò, negli anni difficili della Prima Guerra Mondiale gli appassionati e gli studiosi del volo ebbero modo di rivolgersi ad una nascente fonte pubblicistica, la stampa specializzata a carattere aviatorio. Questa, unita al potente strumento delle immagini, delle fotografie, finanche delle cartoline così diffuse nel periodo, contribuì senza dubbio alla nascita di quella figura propagandistica dell’asso dell’aria, quell’eroe-aviatore che caratterizzò tutto il periodo fino ad essere un indiscutibile contributo alla creazione dell’Aeronautica come terza forza armata indipendente nel 1923.

The Flight of Images and Words: The Aviation Press during the First World War / Mariani, Valentina. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 177-187. (Intervento presentato al convegno The Great War Rome Conference 2014 tenutosi a Roma, Italia nel June 2014).

The Flight of Images and Words: The Aviation Press during the First World War.

MARIANI, VALENTINA
2015

Abstract

In his La société du spectacle, Guy Debord defined the spectacle, rather than a set of images, a social relation among people, mediated by images (Debord 1967). If this was true in his interpretation of the changes in society after World War I, following the birth of the new phenomena of consumerism and mass media, at the same time it is possible to recognize an early manifestation of this many years before, when the birth of new technologies such as airplanes and cameras led to the union of man and machine, so often celebrated in the first pictures of the period and described in the earliest form of press specialized in aviation. The first Italian pilot’s license, obtained by Mario Calderara in 1909, was undoubtedly a turning point in Italian national aviation and in the growing of interest in aeronautics. The present study, aims at a brief analysis of the development of the first example of Italian aviation press. Despite the difficult years of the First World War, in fact, in a period mostly dominated by censorship, Italian enthusiasts and scholars of Flying had the possibility to turn to a rising publicist source, just the press specialized in aviation which somehow managed to survive the war and, paradoxically, to develop during this period.
2015
The Great War Rome Conference 2014
Nel suo “La société du spectacle”, Guy Debord definì lo spettacolo, piuttosto che un insieme di immagini, come il rapporto sociale fra le persone, mediato dalle immagini (Debord, 1967). Se ciò era vero nell’ambito della sua interpretazione dei cambiamenti della società del secondo dopoguerra, a seguito della nascita dei nuovi fenomeni del consumismo e dei mass media, allo stesso tempo se ne può riconoscere una primitiva manifestazione già molti anni prima, quando la nascita delle nuove tecnologie come gli aerei e le macchine fotografiche, portò ad un unione uomo-macchina sempre più sentita, celebrata nelle prime fotografie dell’epoca e descritta nelle prime forme di stampa specializzata a carattere aviatorio del primo Novecento. Il primo brevetto di pilota italiano, conseguito da Mario Calderara nel 1909, rappresentò certamente una svolta nel panorama aviatorio nazionale che, parallelamente, si arricchiva di nuove riviste specializzate e seguiva quella campagna di Libia che vide l’Italia tra le prime in Europa e nel mondo ad utilizzare il mezzo aereo come strumento bellico. Lo scatenamento del primo conflitto mondiale pose fine non solo a gran parte delle attività aviatorie a carattere sportivo o commerciale, ma anche alla libera circolazione delle idee su questa materia, ritenuta di carattere strategico per la sicurezza militare dei vari paesi. Il presente contributo mira a una breve analisi di come, nonostante ciò, negli anni difficili della Prima Guerra Mondiale gli appassionati e gli studiosi del volo ebbero modo di rivolgersi ad una nascente fonte pubblicistica, la stampa specializzata a carattere aviatorio. Questa, unita al potente strumento delle immagini, delle fotografie, finanche delle cartoline così diffuse nel periodo, contribuì senza dubbio alla nascita di quella figura propagandistica dell’asso dell’aria, quell’eroe-aviatore che caratterizzò tutto il periodo fino ad essere un indiscutibile contributo alla creazione dell’Aeronautica come terza forza armata indipendente nel 1923.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
The Flight of Images and Words: The Aviation Press during the First World War / Mariani, Valentina. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 177-187. (Intervento presentato al convegno The Great War Rome Conference 2014 tenutosi a Roma, Italia nel June 2014).
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