Alla luce dei dati riportati e delle considerazioni espresse dal presente documento, continuare a rimandare la pianicazione strutturaleorganizzativa delle problematiche sanitarie connesse alla nutrizione rischia, nel giro di pochi decenni, di rivelarsi un boomerang negativo per la società italiana. Le decisioni che debbono essere prese non possono esulare dal coinvolgere nelle scelte la società civile, perché ritenuta poco preparata su speci!ci aspetti tecnici. È un errore che si è commesso in molte occasioni con la presunzione di pochi, di poter decidere per molti. Tale passaggio è fondamentale perché coinvolge inevitabili interessi di grosse multinazionali; per es., per ridurre il livello di IMC a quello del 1980 in Gran Bretagna, bisognerebbe tagliare l’introito calorico dell’8%, che costerebbe all’industria alimentare circa 8,7 miliardi di sterline l’anno, pari a più di 11 miliardi di euro (Mc Pherson, Oxford University, 2014). Il coinvolgimento delle associazioni dei cittadini, dei consumatori e dei pazienti risulta imprescindibile. È oltremodo necessario innescare un vero processo di cambiamento che preveda contemporaneamente misure di ordine sanitario, sociale e culturale. Sono note quali siano le buone pratiche per far fronte in via preventiva alle principali patologie acute e croniche con interventi su comportamenti individuali e di contesto, interventi tanto più cogenti e importanti in momenti di crisi in cui la ridotta disponibilità economica del servizio pubblico e dei privati cittadini porta a risparmiare su farmaci, riduce il potere d’acquisto e rende più dif- !cile sostenere l’onere di diagnosi e cura. L’Italia può contare su un Servizio Sanitario Nazionale in grado di rispondere globalmente alle problematiche nutrizionali della popolazione dalla prevenzione alla diagnosi e cura, alla riabilitazione in grado di mettersi in relazione utile con un’ampia gamma di portatori di interesse, valorizzarne le potenzialità signi!ca contribuire al benessere dei cittadini ponendo il giusto accento al perseguimento dell’equità sociale e dell’economia del Paese. Auspichiamo che quanto affermato dal ministro Lorenzin il 20 novembre 2014 a margine della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione a Roma: «Per l’Italia l’impegno per assicurare la sicurezza alimentare e nutrizionale è prioritario» sia una promessa concreta.

Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva (2015-2018) / Fusco, Ma; Lucchin, L; Dalle Grave, R; Banderali, G; Rovera, Gm; Ballardini, D; Bertoni, G; Gramezi, A; Ronchi, B; Baldi, A; Carruba, M; Lacirignola, M; Agostoni, C; Fargion, S; Donegani, G; Leonardi, F; Mattivi, F; Viola, R; Ferreiro, Ms; Giannini, M; Fatati, G; Grandone, I; Di Lorenzo, N; Carbonelli, Mg; Riccardi, G; Giacco, R; Trimarchi, F; Aroso, M; Corazza, G; Brighenti, F; Casini, A; Giovannini, M; Riva, E; Sirtori, C; Cicero, A; Nisoli, E; Sbraccia, P; Migliaccio, P; Piretta, L; Melchionda, N; Donini, Lorenzo Maria; Guberti, E; Alonzo, E; Giorgino, F; Laviola, L; Agodi, A; Frittitta, L; Rotella, Cm; Dicembrini, I; Morelli, L; Contaldo, F; Gnessi, Lucio; Laviano, Alessandro; Muscaritoli, Maurizio; Pinto, Alessandro; Vania, Andrea; De Lorenzo, A; Di Renzo, L; Vettor, R; D’Andrea, F; Battino, M; Biolo, G.. - In: RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA. - ISSN 2038-1840. - STAMPA. - 106:6(2015), pp. 5-31. [10.1701/1886.20572]

Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva (2015-2018).

DONINI, Lorenzo Maria;GNESSI, Lucio;LAVIANO, Alessandro;MUSCARITOLI, Maurizio;PINTO, Alessandro;VANIA, Andrea;
2015

Abstract

Alla luce dei dati riportati e delle considerazioni espresse dal presente documento, continuare a rimandare la pianicazione strutturaleorganizzativa delle problematiche sanitarie connesse alla nutrizione rischia, nel giro di pochi decenni, di rivelarsi un boomerang negativo per la società italiana. Le decisioni che debbono essere prese non possono esulare dal coinvolgere nelle scelte la società civile, perché ritenuta poco preparata su speci!ci aspetti tecnici. È un errore che si è commesso in molte occasioni con la presunzione di pochi, di poter decidere per molti. Tale passaggio è fondamentale perché coinvolge inevitabili interessi di grosse multinazionali; per es., per ridurre il livello di IMC a quello del 1980 in Gran Bretagna, bisognerebbe tagliare l’introito calorico dell’8%, che costerebbe all’industria alimentare circa 8,7 miliardi di sterline l’anno, pari a più di 11 miliardi di euro (Mc Pherson, Oxford University, 2014). Il coinvolgimento delle associazioni dei cittadini, dei consumatori e dei pazienti risulta imprescindibile. È oltremodo necessario innescare un vero processo di cambiamento che preveda contemporaneamente misure di ordine sanitario, sociale e culturale. Sono note quali siano le buone pratiche per far fronte in via preventiva alle principali patologie acute e croniche con interventi su comportamenti individuali e di contesto, interventi tanto più cogenti e importanti in momenti di crisi in cui la ridotta disponibilità economica del servizio pubblico e dei privati cittadini porta a risparmiare su farmaci, riduce il potere d’acquisto e rende più dif- !cile sostenere l’onere di diagnosi e cura. L’Italia può contare su un Servizio Sanitario Nazionale in grado di rispondere globalmente alle problematiche nutrizionali della popolazione dalla prevenzione alla diagnosi e cura, alla riabilitazione in grado di mettersi in relazione utile con un’ampia gamma di portatori di interesse, valorizzarne le potenzialità signi!ca contribuire al benessere dei cittadini ponendo il giusto accento al perseguimento dell’equità sociale e dell’economia del Paese. Auspichiamo che quanto affermato dal ministro Lorenzin il 20 novembre 2014 a margine della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione a Roma: «Per l’Italia l’impegno per assicurare la sicurezza alimentare e nutrizionale è prioritario» sia una promessa concreta.
2015
nutrizione clinica
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva (2015-2018) / Fusco, Ma; Lucchin, L; Dalle Grave, R; Banderali, G; Rovera, Gm; Ballardini, D; Bertoni, G; Gramezi, A; Ronchi, B; Baldi, A; Carruba, M; Lacirignola, M; Agostoni, C; Fargion, S; Donegani, G; Leonardi, F; Mattivi, F; Viola, R; Ferreiro, Ms; Giannini, M; Fatati, G; Grandone, I; Di Lorenzo, N; Carbonelli, Mg; Riccardi, G; Giacco, R; Trimarchi, F; Aroso, M; Corazza, G; Brighenti, F; Casini, A; Giovannini, M; Riva, E; Sirtori, C; Cicero, A; Nisoli, E; Sbraccia, P; Migliaccio, P; Piretta, L; Melchionda, N; Donini, Lorenzo Maria; Guberti, E; Alonzo, E; Giorgino, F; Laviola, L; Agodi, A; Frittitta, L; Rotella, Cm; Dicembrini, I; Morelli, L; Contaldo, F; Gnessi, Lucio; Laviano, Alessandro; Muscaritoli, Maurizio; Pinto, Alessandro; Vania, Andrea; De Lorenzo, A; Di Renzo, L; Vettor, R; D’Andrea, F; Battino, M; Biolo, G.. - In: RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA. - ISSN 2038-1840. - STAMPA. - 106:6(2015), pp. 5-31. [10.1701/1886.20572]
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