Nel corso della loro vita utile, le pavimentazioni aeroportuali devono garantire qualità, affidabilità e sicurezza, al fine di minimizzare eventuali rischi dovuti a fenomeni di rottura e cedimento strutturale. Tali pavimentazioni non devono altresì presentare irregolarità o caratteristiche che possano deteriorare le capacità di controllo direzionale dell’aeromobile, la capacità frenante dei sistemi antislittamento o condizionare la corsa di un velivolo (Manassero e Dominijanni, 2010). È quindi necessario valutare lo stato di conservazione e individuare i parametri fisicomeccanici del complesso pavimentazione-terreno di fondazione, al fine di verificare da una parte la conformità al progetto originale in fase di collaudo, nonché individuare zone usurate, anomale o potenzialmente soggette a cedimento durante l’utilizzo dell’infrastruttura. È pertanto di fondamentale importanza mettere a punto un’accurata e consistente attività di rilevamento e di monitoraggio dei principali parametri geometrici e fisico-meccanici della pavimentazione, che renda più affidabili le scelte manutentive da mettere in opera. In tal senso, i metodi non distruttivi ed in particolare i metodi geofisici permettono di effettuare test supavimentazioni in maniera rapida, totalmente non invasiva e a basso costo. Negli ultimi anni sono stati fatti significativi passi in avanti nel campo delle pavimentazioni stradali, utilizzando degli indicatori diretti della portanza strutturale attraverso una stima in sito dei valori tanto degli spessori quanto dei moduli elastici degli strati che costituiscono la pavimentazione (Goel e Das, 2008). Inoltre, tali proprietà possono essere anche monitorate nel tempo, fornendo così un utile strumento di valutazione nella fase di gestione e di progettazione di una pavimentazione stradale. Poiché una singola tecnica geofisica spesso non è in grado di raggiungere la totalità degli obiettivi richiesti in termini di accuratezza e univocità interpretativa, in molti casi si opta per un approccio integrato di più metodologie, come è prassi comune nei rilievi geofisici degli ultimi anni (Piro et al., 2001; Cardarelli et al., 2014). Il target richiesto per le indagini in ambito aeroportuale colloca le necessità diagnostiche nel campo dell’alta risoluzione. In particolare per la valutazione dell’integrità strutturale delle pavimentazioni aeroportuali sono necessari sia un grado di risoluzione elevato nel primo metro dal piano di campagna, al fine di individuare eventuali fratture nella pavimentazione, ma anche una buona penetrazione in profondità, per caratterizzare correttamente il suolo di fondazione. Sulla base di quanto sopra descritto, si è eseguito un rilievo geofisico integrato con l’obiettivo di ricavare i parametri necessari alle verifiche delle condizioni attuali di un piazzale di sosta prospiciente un hangar aeroportuale e integrare le conoscenze dedotte dagli elaborati di progetto. In particolare sono state eseguite indagini georadar (GPR), elettromagnetiche a bassa frequenza (EM), di tomografia elettrica (ERT) e di tomografia sismica a rifrazione (SRT) per verificare le capacità diagnostiche e le potenzialità di integrazione dei vari metodi. L’interprestazione integrata dei risultati delle indagini geofisiche eseguite nell’area d’indagine, ha costituito uno strumento utile per la determinazione di eventuali scostamenti tra il progetto originale e l’effettivamente costruito (as-built), per l’individuazione di eventuali anomalie relative a zone maggiormente deteriorate e conseguentemente per la pianificazione di successivi interventi di monitoraggio e/o messa in sicurezza delle piste aeroportuali.
Indagini geofisiche integrate ad alta risoluzione per la diagnostica delle pavimentazioni aeroportuali / DI GIAMBATTISTA, Luca; Cardarelli, Ettore; Cercato, Michele; DE DONNO, Giorgio; Orlando, Luciana; Renzi, Beatrice. - ELETTRONICO. - 3:(2014), pp. 221-227. (Intervento presentato al convegno XXXIII Convegno Nazionale di Geofisica della Terra Solida tenutosi a Bologna, Italia nel 25-27 novembre 2014).
Indagini geofisiche integrate ad alta risoluzione per la diagnostica delle pavimentazioni aeroportuali
DI GIAMBATTISTA, LUCA;CARDARELLI, Ettore;CERCATO, MICHELE;DE DONNO, GIORGIO;ORLANDO, Luciana;RENZI, BEATRICE
2014
Abstract
Nel corso della loro vita utile, le pavimentazioni aeroportuali devono garantire qualità, affidabilità e sicurezza, al fine di minimizzare eventuali rischi dovuti a fenomeni di rottura e cedimento strutturale. Tali pavimentazioni non devono altresì presentare irregolarità o caratteristiche che possano deteriorare le capacità di controllo direzionale dell’aeromobile, la capacità frenante dei sistemi antislittamento o condizionare la corsa di un velivolo (Manassero e Dominijanni, 2010). È quindi necessario valutare lo stato di conservazione e individuare i parametri fisicomeccanici del complesso pavimentazione-terreno di fondazione, al fine di verificare da una parte la conformità al progetto originale in fase di collaudo, nonché individuare zone usurate, anomale o potenzialmente soggette a cedimento durante l’utilizzo dell’infrastruttura. È pertanto di fondamentale importanza mettere a punto un’accurata e consistente attività di rilevamento e di monitoraggio dei principali parametri geometrici e fisico-meccanici della pavimentazione, che renda più affidabili le scelte manutentive da mettere in opera. In tal senso, i metodi non distruttivi ed in particolare i metodi geofisici permettono di effettuare test supavimentazioni in maniera rapida, totalmente non invasiva e a basso costo. Negli ultimi anni sono stati fatti significativi passi in avanti nel campo delle pavimentazioni stradali, utilizzando degli indicatori diretti della portanza strutturale attraverso una stima in sito dei valori tanto degli spessori quanto dei moduli elastici degli strati che costituiscono la pavimentazione (Goel e Das, 2008). Inoltre, tali proprietà possono essere anche monitorate nel tempo, fornendo così un utile strumento di valutazione nella fase di gestione e di progettazione di una pavimentazione stradale. Poiché una singola tecnica geofisica spesso non è in grado di raggiungere la totalità degli obiettivi richiesti in termini di accuratezza e univocità interpretativa, in molti casi si opta per un approccio integrato di più metodologie, come è prassi comune nei rilievi geofisici degli ultimi anni (Piro et al., 2001; Cardarelli et al., 2014). Il target richiesto per le indagini in ambito aeroportuale colloca le necessità diagnostiche nel campo dell’alta risoluzione. In particolare per la valutazione dell’integrità strutturale delle pavimentazioni aeroportuali sono necessari sia un grado di risoluzione elevato nel primo metro dal piano di campagna, al fine di individuare eventuali fratture nella pavimentazione, ma anche una buona penetrazione in profondità, per caratterizzare correttamente il suolo di fondazione. Sulla base di quanto sopra descritto, si è eseguito un rilievo geofisico integrato con l’obiettivo di ricavare i parametri necessari alle verifiche delle condizioni attuali di un piazzale di sosta prospiciente un hangar aeroportuale e integrare le conoscenze dedotte dagli elaborati di progetto. In particolare sono state eseguite indagini georadar (GPR), elettromagnetiche a bassa frequenza (EM), di tomografia elettrica (ERT) e di tomografia sismica a rifrazione (SRT) per verificare le capacità diagnostiche e le potenzialità di integrazione dei vari metodi. L’interprestazione integrata dei risultati delle indagini geofisiche eseguite nell’area d’indagine, ha costituito uno strumento utile per la determinazione di eventuali scostamenti tra il progetto originale e l’effettivamente costruito (as-built), per l’individuazione di eventuali anomalie relative a zone maggiormente deteriorate e conseguentemente per la pianificazione di successivi interventi di monitoraggio e/o messa in sicurezza delle piste aeroportuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.