Il tema del viaggio è probabilmente implicito in ogni rappresentazione delle migrazioni e ciò non può che essere vero per il cinema, data la valenza narrativa e patemica che questo topos ha per tutte le storie, come pure si vedrà più avanti nell’ottavo capitolo del presente volume attraverso le testimonianze di alcuni registi intervistati. Dalla mitologia alla letteratura d’avventura, fino all’audiovisivo (e nel cinema il road movie acquista quasi un’autonomia di “genere”), il viaggio consente di esplorare le reazioni dei personaggi alle storie, di definire i loro cambiamenti esistenziali, di tracciare le coordinate di un prima, un durante e un dopo (Leed, 2007) in cui lo spostamento fisico è sempre anche un movimento esistenziale. In questo senso, la selezione del tema del viaggio e l’analisi delle sue articolazioni socio-culturali nel cinema che tratta di migrazioni assumono quasi i contorni di una tautologia. Per ovviare a questo “problema” epistemologico il capitolo è organizzato intorno a specifiche sottocategorie della più generale dimensione del viaggio, con l’avvertenza che sia questi aspetti sia i materiali (filmici in primis) che qui è possibile considerare esplicitamente sono solo una parte, un sottoinsieme di quelli potenzialmente chiamati in causa. Da certi punti di vista, tutti i film che, anche solo tangenzialmente, trattano di migrazioni (nel nostro caso da e verso l’Italia) hanno qualcosa da dirci circa la dimensione del viaggio.
Dal viaggio dell’eroe al viaggio del migrante. Percorsi, attraversamenti, confini nel cinema italiano delle migrazioni / Bruno, Marco; Gianturco, Giovanna. - STAMPA. - (2015), pp. 27-41.
Dal viaggio dell’eroe al viaggio del migrante. Percorsi, attraversamenti, confini nel cinema italiano delle migrazioni
BRUNO, MARCO;GIANTURCO, Giovanna
2015
Abstract
Il tema del viaggio è probabilmente implicito in ogni rappresentazione delle migrazioni e ciò non può che essere vero per il cinema, data la valenza narrativa e patemica che questo topos ha per tutte le storie, come pure si vedrà più avanti nell’ottavo capitolo del presente volume attraverso le testimonianze di alcuni registi intervistati. Dalla mitologia alla letteratura d’avventura, fino all’audiovisivo (e nel cinema il road movie acquista quasi un’autonomia di “genere”), il viaggio consente di esplorare le reazioni dei personaggi alle storie, di definire i loro cambiamenti esistenziali, di tracciare le coordinate di un prima, un durante e un dopo (Leed, 2007) in cui lo spostamento fisico è sempre anche un movimento esistenziale. In questo senso, la selezione del tema del viaggio e l’analisi delle sue articolazioni socio-culturali nel cinema che tratta di migrazioni assumono quasi i contorni di una tautologia. Per ovviare a questo “problema” epistemologico il capitolo è organizzato intorno a specifiche sottocategorie della più generale dimensione del viaggio, con l’avvertenza che sia questi aspetti sia i materiali (filmici in primis) che qui è possibile considerare esplicitamente sono solo una parte, un sottoinsieme di quelli potenzialmente chiamati in causa. Da certi punti di vista, tutti i film che, anche solo tangenzialmente, trattano di migrazioni (nel nostro caso da e verso l’Italia) hanno qualcosa da dirci circa la dimensione del viaggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.