Tunisia boats a vast number of historic, architectural and archaeological assets that have remained, unfortunately unknown at an international level, apart from a handful of extraordinary sites such as Carthage, Dougga and El Jem. This article goes over the phases of a selected number of restoration projects carried out in Tunisia from the time of the French protectorate to the present day, given thata – from the 1800s on – Tunisian social and political affairs have enormously influenced the protection of cultural heritage. Among the most important restoration projects conducted, the article examines those undertaken in the Medina of Tunis: a notable example of restoration work carried out over this long period of time. The legislative framework – characterised by few general laws but a huge number of supplementary decrees issued to protect specific sites – is also examined. The period following the Second World War has been an important stage in the history of the country’s conservation of cultural heritage, thanks to the contribution of figures such as Alexandre Lézine: the French historian, architect and archaeologist who worked in Tunisia, particularly in the archaeological field. Last but not least, the recent projects carried out between independence and the ‘Arab Spring’ are examined, particularly restoration work in Carthage, Sîdî Bou-Saїd, Kairouan and the city-oasis of Nefta. The article ends by tackling one of the most recent chapters in Tunisian history: i.e. the enhancement and reorganisation of a handful of Tunisian museums, such as the National Bardo Museum in Tunis and the archaeological museums of Chemtou, Mahdia and Sousse.

La Tunisia vanta un ingente patrimonio storico-architettonico e archeologico, purtroppo ancora poco noto a livello internazionale, fatta eccezione per alcuni siti eccezionali quali Cartagine, Dougga, El Jem. L’articolo ripercorre le fasi di alcuni restauri condotti in Tunisia nel periodo compreso fra il Protettorato francese e l’attualità; le vicende sociali e politiche tunisine, dall’Ottocento in poi, hanno, infatti, ampiamente condizionato la salvaguardia del patrimonio culturale. Tra i restauri più significativi, si prendono in considerazione quelli operati nella Medina di Tunisi che rappresentano un significativo esempio dell’attività restaurativa durante questo lungo periodo. Viene altresì, indagato il quadro legislativo segnato da poche leggi generali ma da molti decreti emanati per integrare per proteggere siti specifici. Il periodo che segue la Seconda Guerra Mondiale rappresenta una tappa importante nella storia della conservazione del patrimonio culturale del Paese, attraverso il contributo di un personaggio quale Alexandre Lézine, storico, architetto e archeologo francese che lavora in Tunisia, soprattutto in ambito archeologico. Si analizzano, infine, gli ultimi interventi, tra l’Indipendenza e la “primavera araba; in particolare i restauri di Cartagine, Sîdî Bou-Saїd, Kairouan e la città-oasi di Nefta. Per chiudere, si affronta uno dei capitoli più recenti della Tunisia, quello legato alla valorizzazione e riorganizzazione di alcuni musei tunisini, quali il Bardo di Tunisi e i musei archeologici di Chemtou, Mahdia e Sousse.

Restauri in Tunisia. Dal Protettorato alla ‘primavera araba’ / Turco, Maria Grazia; Gallico, Sonia. - In: MATERIALI E STRUTTURE. - ISSN 1121-2373. - STAMPA. - 7:Nuova Serie(2015), pp. 73-94.

Restauri in Tunisia. Dal Protettorato alla ‘primavera araba’

TURCO, Maria Grazia;GALLICO, SONIA
2015

Abstract

Tunisia boats a vast number of historic, architectural and archaeological assets that have remained, unfortunately unknown at an international level, apart from a handful of extraordinary sites such as Carthage, Dougga and El Jem. This article goes over the phases of a selected number of restoration projects carried out in Tunisia from the time of the French protectorate to the present day, given thata – from the 1800s on – Tunisian social and political affairs have enormously influenced the protection of cultural heritage. Among the most important restoration projects conducted, the article examines those undertaken in the Medina of Tunis: a notable example of restoration work carried out over this long period of time. The legislative framework – characterised by few general laws but a huge number of supplementary decrees issued to protect specific sites – is also examined. The period following the Second World War has been an important stage in the history of the country’s conservation of cultural heritage, thanks to the contribution of figures such as Alexandre Lézine: the French historian, architect and archaeologist who worked in Tunisia, particularly in the archaeological field. Last but not least, the recent projects carried out between independence and the ‘Arab Spring’ are examined, particularly restoration work in Carthage, Sîdî Bou-Saїd, Kairouan and the city-oasis of Nefta. The article ends by tackling one of the most recent chapters in Tunisian history: i.e. the enhancement and reorganisation of a handful of Tunisian museums, such as the National Bardo Museum in Tunis and the archaeological museums of Chemtou, Mahdia and Sousse.
2015
La Tunisia vanta un ingente patrimonio storico-architettonico e archeologico, purtroppo ancora poco noto a livello internazionale, fatta eccezione per alcuni siti eccezionali quali Cartagine, Dougga, El Jem. L’articolo ripercorre le fasi di alcuni restauri condotti in Tunisia nel periodo compreso fra il Protettorato francese e l’attualità; le vicende sociali e politiche tunisine, dall’Ottocento in poi, hanno, infatti, ampiamente condizionato la salvaguardia del patrimonio culturale. Tra i restauri più significativi, si prendono in considerazione quelli operati nella Medina di Tunisi che rappresentano un significativo esempio dell’attività restaurativa durante questo lungo periodo. Viene altresì, indagato il quadro legislativo segnato da poche leggi generali ma da molti decreti emanati per integrare per proteggere siti specifici. Il periodo che segue la Seconda Guerra Mondiale rappresenta una tappa importante nella storia della conservazione del patrimonio culturale del Paese, attraverso il contributo di un personaggio quale Alexandre Lézine, storico, architetto e archeologo francese che lavora in Tunisia, soprattutto in ambito archeologico. Si analizzano, infine, gli ultimi interventi, tra l’Indipendenza e la “primavera araba; in particolare i restauri di Cartagine, Sîdî Bou-Saїd, Kairouan e la città-oasi di Nefta. Per chiudere, si affronta uno dei capitoli più recenti della Tunisia, quello legato alla valorizzazione e riorganizzazione di alcuni musei tunisini, quali il Bardo di Tunisi e i musei archeologici di Chemtou, Mahdia e Sousse.
Tunisia; restauro; storia restauro
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Restauri in Tunisia. Dal Protettorato alla ‘primavera araba’ / Turco, Maria Grazia; Gallico, Sonia. - In: MATERIALI E STRUTTURE. - ISSN 1121-2373. - STAMPA. - 7:Nuova Serie(2015), pp. 73-94.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Turco_Restauri-Tunisia_2015.pdf

solo gestori archivio

Note: Articolo
Tipologia: Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 3.21 MB
Formato Adobe PDF
3.21 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/781682
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact