L'autore ha organizzato il convegno, ha partecipato allo stesso, è autrice di un saggio nel libro ed è nel comitato scientifico del volume. Secondo una significativa testimonianza di Gianfranco Caniggia, il pensiero di Saverio Muratori si fonderebbe sul riconoscimento del dualismo tra la cosa in sé - l’oggetto architettonico - e il soggetto che ne partecipa. Il superamento di questa profonda lacerazione sembrerebbe costituire l’anima della sua architettura, ciò che la rende contemporanea, proiettandola fuori dal tempo per renderla ancora oggi attuale. L’architettura infatti non possiede una dimensione oggettiva ma Muratori, come pochi maestri e non senza traumatiche diversioni, ha innescato un processo tale da rendere questa disciplina opera della collettività e non solo dell’artefice. Tale considerazione si allinea alla posizione presa dall’architetto modenese in merito al dibattito sul Moderno, da intendersi, secondo Manfredo Tafuri, come sostanzialmente critica rispetto al “moderno smarrimento, causato dal clima del relativismo e dall’esaltazione dell’effimero”. “In lui – secondo Tafuri - si avverte una ricerca di sicurezza ottenuta attraverso lo studio delle strutture urbane, rifiutando il soggettivismo e l’esilità del moderno”. E prima ancora di Tafuri, Franco Purini ha ravvisato tra le ossessioni di Saverio Muratori quella sua “volontà morale prima che estetica di allontanare dal progetto quel tanto di arbitrario che esso naturalmente possiede e forse richiede” .
Istologia muratoriana / Malfona, Lina. - STAMPA. - (2013), pp. 24-27. (Intervento presentato al convegno Saverio Muratori Architetto 1910-1973 tenutosi a Roma, Modena, Venezia, Delft nel 2009).
Istologia muratoriana
MALFONA, LINA
2013
Abstract
L'autore ha organizzato il convegno, ha partecipato allo stesso, è autrice di un saggio nel libro ed è nel comitato scientifico del volume. Secondo una significativa testimonianza di Gianfranco Caniggia, il pensiero di Saverio Muratori si fonderebbe sul riconoscimento del dualismo tra la cosa in sé - l’oggetto architettonico - e il soggetto che ne partecipa. Il superamento di questa profonda lacerazione sembrerebbe costituire l’anima della sua architettura, ciò che la rende contemporanea, proiettandola fuori dal tempo per renderla ancora oggi attuale. L’architettura infatti non possiede una dimensione oggettiva ma Muratori, come pochi maestri e non senza traumatiche diversioni, ha innescato un processo tale da rendere questa disciplina opera della collettività e non solo dell’artefice. Tale considerazione si allinea alla posizione presa dall’architetto modenese in merito al dibattito sul Moderno, da intendersi, secondo Manfredo Tafuri, come sostanzialmente critica rispetto al “moderno smarrimento, causato dal clima del relativismo e dall’esaltazione dell’effimero”. “In lui – secondo Tafuri - si avverte una ricerca di sicurezza ottenuta attraverso lo studio delle strutture urbane, rifiutando il soggettivismo e l’esilità del moderno”. E prima ancora di Tafuri, Franco Purini ha ravvisato tra le ossessioni di Saverio Muratori quella sua “volontà morale prima che estetica di allontanare dal progetto quel tanto di arbitrario che esso naturalmente possiede e forse richiede” .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.