Attualità della “città per parti” Se la modernità era caratterizzata dalla serialità, la cui scoperta aveva segnato una svolta epocale rispetto all’esaltazione dell’unicum, la contemporaneità è dominata dalla paratassi. Essa pervade sia “L’Architettura della Città” che la Città Analoga di Aldo Rossi, che rispecchiano quella biforcazione tra logica e analogia che positivamente lacerava, secondo Vittorio Savi, il pensiero dell’architetto. Rossi prefigurava città intese come “topografie critiche”, che separano anziché riunire i “fatti urbani” che le costituiscono. Analogamente, certi attuali modelli urbani risentono di tali speculazioni: l’anti-tracciato, schema caratterizzato da meccanismi di dissociazione tra le parti, innesca violente giustapposizioni tra gli oggetti. Il tracciato aperto regola architetture il cui diradamento accresce la loro “aura”, evidenziandone la nuda identità tipologica. L’edificio-tracciato descrive edifici complessi che per strutturazione interna sono assimilabili a tracciati urbani. Allo stesso modo, il pensiero di Rossi pervade certe moderne teorie urbane; alla sua “città per parti”, infatti, si lega la progettazione per isole urbane autosufficienti -città arcipelago- facenti riferimento a tipologie insediative note (l’insula, i sistemi claustrali, il campus). Si pensi ai parchi ecologici o a tema, macchie urbane dai contorni definiti, alle città create su piattaforme virtuali e alla fenomenologia della fortificazione che informa le Gated Communities, ultima anamorfosi delle barriere urbane. Inoltre la lezione di Rossi potrebbe essere ancora di gran rilievo nella risoluzione di questioni cruciali, spesso tralasciate, tra cui: la “riduzione a rudere” di tessuti urbani de-funzionalizzati, ai quali si nega una ri-semantizzazione; la mancanza di relazione tra la macroscala degli edifici-contenitore e la scala del quartiere, ormai vampirizzato da tali macchine celibi; la frequenza con cui si persegue la disseminazione urbana, legata all’ideologia della città diffusa.
Attualità della città per parti / Malfona, Lina. - 1:(2015), pp. 309-313. (Intervento presentato al convegno Aldo Rossi. L'architettura delle città tenutosi a Facoltà di Architettura di Venezia IUAV Aula Tafuri nel 26-28 ottobre 2011).
Attualità della città per parti
MALFONA, LINA
2015
Abstract
Attualità della “città per parti” Se la modernità era caratterizzata dalla serialità, la cui scoperta aveva segnato una svolta epocale rispetto all’esaltazione dell’unicum, la contemporaneità è dominata dalla paratassi. Essa pervade sia “L’Architettura della Città” che la Città Analoga di Aldo Rossi, che rispecchiano quella biforcazione tra logica e analogia che positivamente lacerava, secondo Vittorio Savi, il pensiero dell’architetto. Rossi prefigurava città intese come “topografie critiche”, che separano anziché riunire i “fatti urbani” che le costituiscono. Analogamente, certi attuali modelli urbani risentono di tali speculazioni: l’anti-tracciato, schema caratterizzato da meccanismi di dissociazione tra le parti, innesca violente giustapposizioni tra gli oggetti. Il tracciato aperto regola architetture il cui diradamento accresce la loro “aura”, evidenziandone la nuda identità tipologica. L’edificio-tracciato descrive edifici complessi che per strutturazione interna sono assimilabili a tracciati urbani. Allo stesso modo, il pensiero di Rossi pervade certe moderne teorie urbane; alla sua “città per parti”, infatti, si lega la progettazione per isole urbane autosufficienti -città arcipelago- facenti riferimento a tipologie insediative note (l’insula, i sistemi claustrali, il campus). Si pensi ai parchi ecologici o a tema, macchie urbane dai contorni definiti, alle città create su piattaforme virtuali e alla fenomenologia della fortificazione che informa le Gated Communities, ultima anamorfosi delle barriere urbane. Inoltre la lezione di Rossi potrebbe essere ancora di gran rilievo nella risoluzione di questioni cruciali, spesso tralasciate, tra cui: la “riduzione a rudere” di tessuti urbani de-funzionalizzati, ai quali si nega una ri-semantizzazione; la mancanza di relazione tra la macroscala degli edifici-contenitore e la scala del quartiere, ormai vampirizzato da tali macchine celibi; la frequenza con cui si persegue la disseminazione urbana, legata all’ideologia della città diffusa.File | Dimensione | Formato | |
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