Il contributo muove dalla constatazione che la montagna è un laboratorio di idee. La montagna pone domande centrali sul rapporto tra istanza ecologica e pressione antropica. Offre esperimenti di nuova territorializzazione delle infrastrutture ma è anche il territorio che ispirò Konrad Witz per il suo "Der wunderbare Fischzug" considerato tra i primi paesaggi della storia dell'arte. In quanto laboratorio ci offre dei luoghi che meglio di altri consentono di comprendere delle elaborazioni concettuali. Ad esempio il campanile di Curon Venosta che oggi si trova parzialmente sommerso nel Lago di Reisa è interessante per comprendere il concetto di iconema come "sineddoche" (TURRI E., 1979). Quel campanile "esprime" perfettamente il tutto di un paese che oggi è celato dalle acque. Oggi si fa strada l'idea di un territorio non isotropo che ci spinge a cercare le continuità dei territori (i caratteri omogenei ricorrenti) come pure, con la stessa attenzione, le loro singolarità (i luoghi specifici). E se con il termine " paradigma" volessimo indicare un "nuovo orientamento del pensiero e di elaborazione di una immagine del mondo" (VON BERTALANFFY L., 1969), dovremmo constatare come questa contemporanea attenzione allo spazio fisico e allo spazio mitico, stia oggi portando all'affermazione del paesaggio-paradigma. La progressiva inclusione di punti di vista consolidati in orizzonti sempre più ampi è certamente riscontrabile nella nostra disciplina. Si possono identificare almeno quattro momenti in cui l'elaborazione dell'idea di territorio si è codificata in un documento formale: paradigma igienista - Public Health Act, 1848, paradigma funzionalista - Carta di Atene, 1933; paradigma storicista - Carta di Gubbio, 1970; paradigma ecologista - Carta del Machu Picchu, 1977. In parallelo, a partire dagli inizi del secolo, si intensifica la disputa epistemologica sul paesaggio che si dipana attorno a quel dualismo oggettivo/soggettivo che attraversa il mondo della ricerca. Le due opposte visioni porteranno a definizioni di paesaggio nettamente opposte, a metodi di studio interessati ad osservare fenomeni diversi. Solo al volgere del millennio l'attenzione alle dinamiche della realtà fisica progressivamente convergerà con la sensibilità per la realtà percepita. La definizione di paesaggio della CEP ne sarà la coerente formalizzazione. Il nuovo millennio ci consegna un apparato teorico che pone in un quadro coerente le diverse dimensioni epistemologiche del paesaggio. Un orientamento del pensiero, un paradigma (il paesaggio-paradigma), che si fonda sulla complessità del concetto di paesaggio. Di fatto però l'applicazione del paesaggio-paradigma tarda a divenire prassi. E la ragione va forse rintracciata nella necessità di affiancare ad una più diffusa qualità progettuale la capacità di confrontare sulla base di grandezze nuove, qualitativamente rilevanti, le diverse opzioni di trasformazione del territorio.

Contributi per una prassi di applicazione del paesaggio-paradigma / Valorani, Carlo. - In: MONOGRAPH.IT. - ISSN 2279-6886. - STAMPA. - 02:(2016), pp. 104-107.

Contributi per una prassi di applicazione del paesaggio-paradigma

VALORANI, Carlo
2016

Abstract

Il contributo muove dalla constatazione che la montagna è un laboratorio di idee. La montagna pone domande centrali sul rapporto tra istanza ecologica e pressione antropica. Offre esperimenti di nuova territorializzazione delle infrastrutture ma è anche il territorio che ispirò Konrad Witz per il suo "Der wunderbare Fischzug" considerato tra i primi paesaggi della storia dell'arte. In quanto laboratorio ci offre dei luoghi che meglio di altri consentono di comprendere delle elaborazioni concettuali. Ad esempio il campanile di Curon Venosta che oggi si trova parzialmente sommerso nel Lago di Reisa è interessante per comprendere il concetto di iconema come "sineddoche" (TURRI E., 1979). Quel campanile "esprime" perfettamente il tutto di un paese che oggi è celato dalle acque. Oggi si fa strada l'idea di un territorio non isotropo che ci spinge a cercare le continuità dei territori (i caratteri omogenei ricorrenti) come pure, con la stessa attenzione, le loro singolarità (i luoghi specifici). E se con il termine " paradigma" volessimo indicare un "nuovo orientamento del pensiero e di elaborazione di una immagine del mondo" (VON BERTALANFFY L., 1969), dovremmo constatare come questa contemporanea attenzione allo spazio fisico e allo spazio mitico, stia oggi portando all'affermazione del paesaggio-paradigma. La progressiva inclusione di punti di vista consolidati in orizzonti sempre più ampi è certamente riscontrabile nella nostra disciplina. Si possono identificare almeno quattro momenti in cui l'elaborazione dell'idea di territorio si è codificata in un documento formale: paradigma igienista - Public Health Act, 1848, paradigma funzionalista - Carta di Atene, 1933; paradigma storicista - Carta di Gubbio, 1970; paradigma ecologista - Carta del Machu Picchu, 1977. In parallelo, a partire dagli inizi del secolo, si intensifica la disputa epistemologica sul paesaggio che si dipana attorno a quel dualismo oggettivo/soggettivo che attraversa il mondo della ricerca. Le due opposte visioni porteranno a definizioni di paesaggio nettamente opposte, a metodi di studio interessati ad osservare fenomeni diversi. Solo al volgere del millennio l'attenzione alle dinamiche della realtà fisica progressivamente convergerà con la sensibilità per la realtà percepita. La definizione di paesaggio della CEP ne sarà la coerente formalizzazione. Il nuovo millennio ci consegna un apparato teorico che pone in un quadro coerente le diverse dimensioni epistemologiche del paesaggio. Un orientamento del pensiero, un paradigma (il paesaggio-paradigma), che si fonda sulla complessità del concetto di paesaggio. Di fatto però l'applicazione del paesaggio-paradigma tarda a divenire prassi. E la ragione va forse rintracciata nella necessità di affiancare ad una più diffusa qualità progettuale la capacità di confrontare sulla base di grandezze nuove, qualitativamente rilevanti, le diverse opzioni di trasformazione del territorio.
2016
paesaggio; iconema; territorio
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Contributi per una prassi di applicazione del paesaggio-paradigma / Valorani, Carlo. - In: MONOGRAPH.IT. - ISSN 2279-6886. - STAMPA. - 02:(2016), pp. 104-107.
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