Short essay on the "Ulla's House" by Plasma Studio

Una sottile lingua di terra si adagia elegantemente sul vecchio edificio conservando la propria autonomia formale e spaziale. La densificazione si contrappone al consumo di suolo, le forme complesse alle tipologie preconcette nel tentativo di rinviare alle orografie naturali o meglio alla discretizzazione che i software di modellazione ne fanno. L’abitazione emerge dalle pieghe della naturale topografia del paesaggio offuscando la distinzione tra edificio e ambiente circostante. Essa rinuncia ad ogni rapporto con le costruzioni che la circondano, rapporto che si esprime piuttosto nella sua totale negazione. La geometria piegata, parametrica, di Ulla’s House, la stessa geometria topologica già teorizzata da filosofi come Gille Deleuze e architetti come Peter Eisenman e Greg Lynn, nei Plasma Studio più simile a un origamo piuttosto che ai blob della scena olandese o alle folding form di Zaha Hadid o Frank Owen Gehry, rappresenta l’idea di uno spazio interconnesso ove non esiste una netta distinzione tra oggetto e contesto, tra il dentro e il fuori, il sopra e il sotto. Un’idea sistemica che guarda alla realtà come un insieme interagente di forze e forme. Le pareti inclinate come costoni rocciosi, il filtrare della luce naturale che varia durante la giornata, la grande vetrata che dal soggiorno affaccia sulle Alpi e l’estesa crepa che da terra giunge in copertura, riportano sempre i fitti boschi all’interno dell’abitazione la quale si colora delle sfumature della montagna durante le diverse stagioni. Pensata in Cross Laminated Timber (CLT, ovvero pannelli multistrato di legno massiccio a strati incrociati detti anche XLAM) interamente prefabbricata, la casa è stata assemblata come un puzzle in una settimana, abattendo costi di costruzione e garantendo qualità e precisione per un’architettura che non può permettersi di prendere delle decisioni in cantiere. Piccoli artigiani locali e una piccola ditta austriaca della Carinzia hanno ricavato ogni dettaglio dai modelli tridimensionali: una perfezione geometrica impossibile da ottenere con strumenti più tradizionali. A differenza delle architetture di Zaha Hadid frutto di costosi dettagli tecnologici, Plasma Studio riesce a realizzare le sue forme scultoree adoperando sistemi semplici, spesso tradizionali. Listelli in legno di larice avvolgono la costruzione per creare degli spazi interstiziali, degli accessi indipendenti e delle terrazze autonome per ogni inquilino e permettono il dissolversi del volume nel paesaggio collinare. Plasma Studio propone un ibrido urbano, una casa al contempo paesaggio che nega le forme tradizionali altoatesine e ripropone piuttosto quelle della topografia circostante attraverso una commistione tra geometria e natura.

Ulla's House / DE FRANCESCO, Gaetano. - In: IL PROGETTO. - ISSN 1590-7058. - STAMPA. - 40:(2014), pp. 162-168.

Ulla's House

DE FRANCESCO, GAETANO
2014

Abstract

Short essay on the "Ulla's House" by Plasma Studio
2014
Una sottile lingua di terra si adagia elegantemente sul vecchio edificio conservando la propria autonomia formale e spaziale. La densificazione si contrappone al consumo di suolo, le forme complesse alle tipologie preconcette nel tentativo di rinviare alle orografie naturali o meglio alla discretizzazione che i software di modellazione ne fanno. L’abitazione emerge dalle pieghe della naturale topografia del paesaggio offuscando la distinzione tra edificio e ambiente circostante. Essa rinuncia ad ogni rapporto con le costruzioni che la circondano, rapporto che si esprime piuttosto nella sua totale negazione. La geometria piegata, parametrica, di Ulla’s House, la stessa geometria topologica già teorizzata da filosofi come Gille Deleuze e architetti come Peter Eisenman e Greg Lynn, nei Plasma Studio più simile a un origamo piuttosto che ai blob della scena olandese o alle folding form di Zaha Hadid o Frank Owen Gehry, rappresenta l’idea di uno spazio interconnesso ove non esiste una netta distinzione tra oggetto e contesto, tra il dentro e il fuori, il sopra e il sotto. Un’idea sistemica che guarda alla realtà come un insieme interagente di forze e forme. Le pareti inclinate come costoni rocciosi, il filtrare della luce naturale che varia durante la giornata, la grande vetrata che dal soggiorno affaccia sulle Alpi e l’estesa crepa che da terra giunge in copertura, riportano sempre i fitti boschi all’interno dell’abitazione la quale si colora delle sfumature della montagna durante le diverse stagioni. Pensata in Cross Laminated Timber (CLT, ovvero pannelli multistrato di legno massiccio a strati incrociati detti anche XLAM) interamente prefabbricata, la casa è stata assemblata come un puzzle in una settimana, abattendo costi di costruzione e garantendo qualità e precisione per un’architettura che non può permettersi di prendere delle decisioni in cantiere. Piccoli artigiani locali e una piccola ditta austriaca della Carinzia hanno ricavato ogni dettaglio dai modelli tridimensionali: una perfezione geometrica impossibile da ottenere con strumenti più tradizionali. A differenza delle architetture di Zaha Hadid frutto di costosi dettagli tecnologici, Plasma Studio riesce a realizzare le sue forme scultoree adoperando sistemi semplici, spesso tradizionali. Listelli in legno di larice avvolgono la costruzione per creare degli spazi interstiziali, degli accessi indipendenti e delle terrazze autonome per ogni inquilino e permettono il dissolversi del volume nel paesaggio collinare. Plasma Studio propone un ibrido urbano, una casa al contempo paesaggio che nega le forme tradizionali altoatesine e ripropone piuttosto quelle della topografia circostante attraverso una commistione tra geometria e natura.
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ulla's House / DE FRANCESCO, Gaetano. - In: IL PROGETTO. - ISSN 1590-7058. - STAMPA. - 40:(2014), pp. 162-168.
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