Short essay on the new Arnhem Station by UNStudio

La stazione ferroviaria ha assunto già alla sua nascita un carattere simbolico a cavallo tra il mondo tecnico della macchina e quello noto e consolidato della città con le sue figure. Alla dimensione ingegneristica dei grandi hangar per i treni veniva giustapposta quella dei sontuosi saloni generando uno spazio dalle molteplici identità, nato come intermediario tra la città e i sistemi di trasporto, tra interno ed esterno e risultante di un’operazione di collage. Nel lento processo di ammodernamento che ha portato alla trasformazione delle stazioni ferroviarie in complessi nodi multimodali carichi di utenti, alle suddette dimensioni si è aggiunta quella commerciale, con un carattere spesso domestico, che, regnando incontrollata, accentua l’ambiguità di cui questi spazi già godevano. La funzione del viaggio sembra diventare secondaria e le stazioni assumono sempre più il ruolo di catalizzatore sociale vista l’inadeguatezza degli spazi pubblici della città. Spazi differenti si compenetrano, interagiscono ibridandosi, spesso si trasformano durante le diverse fasi temporali. Alla complessità di questi nodi multifunzionali non segue sempre una nuova immagine architettonica. L’architettura delle stazioni sembra perdere quella volontà di rappresentare l’infrastruttura contemporanea, quel ruolo simbolico per assomigliare sempre più agli anonimi centri commerciali e perseguire in operazioni di mera addizione. Molti architetti oggi si interrogano sul tema dell’infrastruttura ferroviaria fornendo risposte differenti. Si pensi alle semoventi stazioni di Santiago Calatrava, la cui “sovrabbondanza si rivela un aspetto profondamente radicato della sua cifra espressiva che ha origine nella interpretazione che l'Art Nouveau ha avuto in Spagna con Antonio Gaudì” (Saggio 1995), ai risonanti terminal di Nicholas Grimshaw degni della tradizione tecnicista britannica, alle stazioni avanguardiste di Makoto Sei Watanabe, risultato di un attento design algoritmico. La stazione di Arnhem, dello studio olandese UNStudio, rappresenta un tentativo di definire un nuovo modello di nodo urbano, di materializzare una ricerca concettuale dunque spaziale dell’infrastruttura ferroviaria.

L'immagine contemporanea del nodo infrastrutturale. Station Arnhem / DE FRANCESCO, Gaetano. - In: IL PROGETTO. - ISSN 1590-7058. - STAMPA. - 40:ottobre-dicembre 2014(2014), pp. 28-33.

L'immagine contemporanea del nodo infrastrutturale. Station Arnhem

DE FRANCESCO, GAETANO
2014

Abstract

Short essay on the new Arnhem Station by UNStudio
2014
La stazione ferroviaria ha assunto già alla sua nascita un carattere simbolico a cavallo tra il mondo tecnico della macchina e quello noto e consolidato della città con le sue figure. Alla dimensione ingegneristica dei grandi hangar per i treni veniva giustapposta quella dei sontuosi saloni generando uno spazio dalle molteplici identità, nato come intermediario tra la città e i sistemi di trasporto, tra interno ed esterno e risultante di un’operazione di collage. Nel lento processo di ammodernamento che ha portato alla trasformazione delle stazioni ferroviarie in complessi nodi multimodali carichi di utenti, alle suddette dimensioni si è aggiunta quella commerciale, con un carattere spesso domestico, che, regnando incontrollata, accentua l’ambiguità di cui questi spazi già godevano. La funzione del viaggio sembra diventare secondaria e le stazioni assumono sempre più il ruolo di catalizzatore sociale vista l’inadeguatezza degli spazi pubblici della città. Spazi differenti si compenetrano, interagiscono ibridandosi, spesso si trasformano durante le diverse fasi temporali. Alla complessità di questi nodi multifunzionali non segue sempre una nuova immagine architettonica. L’architettura delle stazioni sembra perdere quella volontà di rappresentare l’infrastruttura contemporanea, quel ruolo simbolico per assomigliare sempre più agli anonimi centri commerciali e perseguire in operazioni di mera addizione. Molti architetti oggi si interrogano sul tema dell’infrastruttura ferroviaria fornendo risposte differenti. Si pensi alle semoventi stazioni di Santiago Calatrava, la cui “sovrabbondanza si rivela un aspetto profondamente radicato della sua cifra espressiva che ha origine nella interpretazione che l'Art Nouveau ha avuto in Spagna con Antonio Gaudì” (Saggio 1995), ai risonanti terminal di Nicholas Grimshaw degni della tradizione tecnicista britannica, alle stazioni avanguardiste di Makoto Sei Watanabe, risultato di un attento design algoritmico. La stazione di Arnhem, dello studio olandese UNStudio, rappresenta un tentativo di definire un nuovo modello di nodo urbano, di materializzare una ricerca concettuale dunque spaziale dell’infrastruttura ferroviaria.
infrastruttura ferroviaria; UNStudio; Arnhem Station
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
L'immagine contemporanea del nodo infrastrutturale. Station Arnhem / DE FRANCESCO, Gaetano. - In: IL PROGETTO. - ISSN 1590-7058. - STAMPA. - 40:ottobre-dicembre 2014(2014), pp. 28-33.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
DeFrancesco_Station-Arnhem_2014.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 1.16 MB
Formato Adobe PDF
1.16 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/759813
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact