Presso l’Archivio di Stato di Bari, nel fondo notarile, si conservano numerosi «Protocolli» contenenti documenti in volgare barese, vergati da alcuni notai in un arco cronologico che va dal 1462 al 1521. Lo studio complessivo di questi testi consente di esplorare a fondo la variegata situazione linguistica nella Puglia medievale, ancora poco nota nonostante alcuni studi recenti.1 Nel fondo non ci sono testi redatti interamente in volgare; ma ci sono numerosi inserti volgari, alcuni di ampiezza ragguardevole, all’interno dei testi latini. E anche nel tessuto di documenti redatti interamente in latino, il volgare emerge con grande frequenza e consistenza, soprattutto a livello lessicale. Il fenomeno ha una spiegazione duplice: da un lato può essere considerato segno di una forte spinta all’adozione dell’idioma romanzo per esprimere concetti e situazioni specifi ci della realtà quotidiana; dall’altro è indizio della inadeguata padronanza da parte degli scriventi, o addirittura della insuffi cienza della lingua latina, proprio per rappresentare quella realtà (Pfi ster 2002, 1-3; Sabatini 1996, 231-237). Nel presente contributo si intende mostrare, attraverso l’analisi di un documento inedito che possiamo considerare esemplare, l’infl uenza del volgare nel lessico del latino notarile, relativamente agli àmbiti della quotidianità2. Il contributo si sviluppa in tre fasi: in § 2. edizione del testo; in § 3. analisi dei volgarismi in esso contenuti; in § 4. riflessioni sui dati. all’interno dei testi latini. E anche nel tessuto di documenti redatti interamente in latino, il volgare emerge con grande frequenza e consistenza, soprattutto a livello lessicale. Il fenomeno ha una spiegazione duplice: da un lato può essere considerato segno di una forte spinta all’adozione dell’idioma romanzo per esprimere concetti e situazioni specifi ci della realtà quotidiana; dall’altro è indizio della inadeguata padronanza da parte degli scriventi, o addirittura della insuffi cienza della lingua latina, proprio per rappresentare quella realtà (Pfi ster 2002, 1-3; Sabatini 1996, 231-237). Nel presente contributo si intende mostrare, attraverso l’analisi di un documento inedito che possiamo considerare esemplare, l’infl uenza del volgare nel lessico del latino notarile, relativamente agli àmbiti della quotidianità2. Il contributo si sviluppa in tre fasi: in § 2. edizione del testo; in § 3. analisi dei volgarismi in esso contenuti; in § 4. rifl essioni sui dati.

Fonti per la conoscenza del lessico quotidiano nella Puglia tardo-medievale. Un inventario di dote dai «Protocolli» del notaio Antonino de Juliano di Bitetto (1489) / Castrignano', VITO LUIGI. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 123-132. (Intervento presentato al convegno XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes tenutosi a Nancy (Francia) nel 15-20 juillet 2013).

Fonti per la conoscenza del lessico quotidiano nella Puglia tardo-medievale. Un inventario di dote dai «Protocolli» del notaio Antonino de Juliano di Bitetto (1489)

CASTRIGNANO', VITO LUIGI
2016

Abstract

Presso l’Archivio di Stato di Bari, nel fondo notarile, si conservano numerosi «Protocolli» contenenti documenti in volgare barese, vergati da alcuni notai in un arco cronologico che va dal 1462 al 1521. Lo studio complessivo di questi testi consente di esplorare a fondo la variegata situazione linguistica nella Puglia medievale, ancora poco nota nonostante alcuni studi recenti.1 Nel fondo non ci sono testi redatti interamente in volgare; ma ci sono numerosi inserti volgari, alcuni di ampiezza ragguardevole, all’interno dei testi latini. E anche nel tessuto di documenti redatti interamente in latino, il volgare emerge con grande frequenza e consistenza, soprattutto a livello lessicale. Il fenomeno ha una spiegazione duplice: da un lato può essere considerato segno di una forte spinta all’adozione dell’idioma romanzo per esprimere concetti e situazioni specifi ci della realtà quotidiana; dall’altro è indizio della inadeguata padronanza da parte degli scriventi, o addirittura della insuffi cienza della lingua latina, proprio per rappresentare quella realtà (Pfi ster 2002, 1-3; Sabatini 1996, 231-237). Nel presente contributo si intende mostrare, attraverso l’analisi di un documento inedito che possiamo considerare esemplare, l’infl uenza del volgare nel lessico del latino notarile, relativamente agli àmbiti della quotidianità2. Il contributo si sviluppa in tre fasi: in § 2. edizione del testo; in § 3. analisi dei volgarismi in esso contenuti; in § 4. riflessioni sui dati. all’interno dei testi latini. E anche nel tessuto di documenti redatti interamente in latino, il volgare emerge con grande frequenza e consistenza, soprattutto a livello lessicale. Il fenomeno ha una spiegazione duplice: da un lato può essere considerato segno di una forte spinta all’adozione dell’idioma romanzo per esprimere concetti e situazioni specifi ci della realtà quotidiana; dall’altro è indizio della inadeguata padronanza da parte degli scriventi, o addirittura della insuffi cienza della lingua latina, proprio per rappresentare quella realtà (Pfi ster 2002, 1-3; Sabatini 1996, 231-237). Nel presente contributo si intende mostrare, attraverso l’analisi di un documento inedito che possiamo considerare esemplare, l’infl uenza del volgare nel lessico del latino notarile, relativamente agli àmbiti della quotidianità2. Il contributo si sviluppa in tre fasi: in § 2. edizione del testo; in § 3. analisi dei volgarismi in esso contenuti; in § 4. rifl essioni sui dati.
2016
XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes
not available
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Fonti per la conoscenza del lessico quotidiano nella Puglia tardo-medievale. Un inventario di dote dai «Protocolli» del notaio Antonino de Juliano di Bitetto (1489) / Castrignano', VITO LUIGI. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 123-132. (Intervento presentato al convegno XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes tenutosi a Nancy (Francia) nel 15-20 juillet 2013).
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