Il progetto è un’attività pratica di trasformazione e organizzazione dello spazio fisico, ma è anche agire politico, come presa in carico di esigenze sociali e fabbisogni collettivi e come tale è sottoposto a controlli, norme e disciplina degli usi. L’abitare delle donne, analizzato in questo saggio, viene affrontato dal punto di vista dell’architettura e dell’urbanistica, due ambiti disciplinari ancora poco praticati dagli studi di genere, almeno qui in Italia, e viene sviluppato attraverso una serie di riflessioni che prendono spunto dal titolo scelto per il Forum (La Scena Inospitale). La prima scena inospitale affronta il linguaggio e prende in esame il termine architetta, a lungo e tuttora osteggiato. La seconda scena inospitale si riferisce alle difficoltà di accesso alla formazione accademica, negata alle studentesse nel corso del XIX e XX secolo, mentre la terza si rivela essere quella della storia dell’architettura, in quanto ancora oggi sono pochissimi i nomi femminili all’interno dei manuali più diffusi. La quarta scena inospitale, infine è quella della segregazione domestica e urbana, generata dalla visione ordinativa del XIX secolo e con difficoltà rimessa in discussione. Alcune note conclusive ragionano attorno alla pratica della cura, quale sapienza domestica estesa al territorio, che nell’accezione urbanistica implica un’assunzione di responsabilità, nei confronti dell’ambiente in cui viviamo.
Casa, Città, Territorio:da scena inospitale a progetto di genere / Mattogno, Claudia. - STAMPA. - 52:(2014), pp. 245-260. (Intervento presentato al convegno La scena inospitale: Genere, Natura Polis tenutosi a Padova nel 23-26 ottobre 2013).
Casa, Città, Territorio:da scena inospitale a progetto di genere
MATTOGNO, Claudia
2014
Abstract
Il progetto è un’attività pratica di trasformazione e organizzazione dello spazio fisico, ma è anche agire politico, come presa in carico di esigenze sociali e fabbisogni collettivi e come tale è sottoposto a controlli, norme e disciplina degli usi. L’abitare delle donne, analizzato in questo saggio, viene affrontato dal punto di vista dell’architettura e dell’urbanistica, due ambiti disciplinari ancora poco praticati dagli studi di genere, almeno qui in Italia, e viene sviluppato attraverso una serie di riflessioni che prendono spunto dal titolo scelto per il Forum (La Scena Inospitale). La prima scena inospitale affronta il linguaggio e prende in esame il termine architetta, a lungo e tuttora osteggiato. La seconda scena inospitale si riferisce alle difficoltà di accesso alla formazione accademica, negata alle studentesse nel corso del XIX e XX secolo, mentre la terza si rivela essere quella della storia dell’architettura, in quanto ancora oggi sono pochissimi i nomi femminili all’interno dei manuali più diffusi. La quarta scena inospitale, infine è quella della segregazione domestica e urbana, generata dalla visione ordinativa del XIX secolo e con difficoltà rimessa in discussione. Alcune note conclusive ragionano attorno alla pratica della cura, quale sapienza domestica estesa al territorio, che nell’accezione urbanistica implica un’assunzione di responsabilità, nei confronti dell’ambiente in cui viviamo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.