“LE INDAGINI DI POLIZIA NEI CASI DI SUICIDIO O OMICIDIO. GESTIONE DELLA SCENA DEL CRIMINE: UNA PROPOSTA DI LINEE GUIDA”

Homicide, suicide, accidental or natural death? How often have we heard about cases in the news where the initial hypothesis was later disproven by a different “truth”, emerging from facts that were only analyzed at a later date and, at times, a little too late? How often has the hypothesis of suicide or accidental death, following a more accurate investigation, turned out to be a murder case? Why does this happen? By beginning precisely from these interrogatives, this paper aims to open up a window onto the complex world of investigations carried out on crime scenes whenever a corpse is present (what the Americans call "Death Crime Scene Investigations"), where cases of suspicious death are not rare, by taking into account all those aspects and ambits that are part, or should be part of the delicate and crucial initial stage of the investigative activity, starting from the experience gained in the specific sector in the United States of America and contextualizing it to the Italian reality. The aim of this is to draw up a hypothesis of guidelines to apply in the first 24 – 48 hours, which are considered to be without any doubt the most fundamental and crucial in gaining the best results from the inquiry. This does not mean that any errors made at this stage of the inquiry can no longer be rectified. However, without any hint of a doubt, they would lead to a greater waste of energy and resources, as well as prolong the investigation times. The intention is therefore to propose, hereafter, an operative model for police investigative activities, which derives from a holistic approach and sets the ambitious objective of reducing as much as possible, those initial errors, which often delay and, at times, even jeopardize the successful outcome of a police investigation.

Omicidio, suicidio, morte accidentale o naturale? Quante volte abbiamo sentito parlare di casi di cronaca dove l’ipotesi iniziale è stata poi sconfessata da una verità diversa, emersa da fatti analizzati solo successivamente e, a volte, tardivamente ? Quante volte si sono sposate ipotesi di suicidio o di morte accidentale, rivelatisi poi, da più accurate indagini, essere in realtà dei casi di omicidio? Ma questo perché accade? Ecco; è proprio partendo da questi interrogativi, che questo lavoro vuole aprire una finestra sul complesso mondo delle indagini sulle scene del crimine con presenza di cadavere (quelle che gli statunitensi chiamano “Death Crime Scene Investigations”), dove non sono rari i casi di morti “sospette”, prendendo in considerazione tutti quegli aspetti ed ambiti che entrano, o che dovrebbero entrare, a far parte della delicata e cruciale fase iniziale dell’attività d’indagine, partendo dall’esperienze maturata nello specifico settore negli Stati Uniti d’America e contestualizzandola alla realtà italiana. Tutto questo finalizzato al tracciare un’ipotesi di linee guida da applicare nelle prime 24-48 ore di un indagine, che si ritengono essere senz’altro quelle fondamentali e determinanti per il successo di un’indagine di polizia. Non che eventuali errori in questa fase non possano essere recuperati, ma ciò porterebbe senza dubbio ad un maggiore dispendio di forze, risorse ed allungamento dei tempi. Un modello operativo che deriva da un approccio olistico all’attività investigativa degli inquirenti e che si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre il più possibile quegli errori iniziali i quali, molto spesso ritardano e talvolta addirittura compromettono, il successo di un’indagine di polizia.