An archaeological excavation cannot really be successful without a preventive scheduling of a conservation plan of first intervention on the objects found. This process is always followed by the information and diffusion of the data acquired. Nowadays the use of the available tools of information technology is particularly useful to virtually reproduce, step by step, the different stratigraphic layers of the excavation. We should always note that objects found are an integral part of the environment as, for example, is the case of several extra urban Roman villas in the surrounding rural area. This paper, through a detailed analysis of some emblematic conservation/restoration intervention, intends to be a critical thinking on the aesthetic results obtained, on the well-known dualism of “matter” as an artifact and its “form”. In the specific case of the Roman villa of Casignana (located in Reggio Calabria, Italy) under consideration here, we would like to emphasize how important it is, at the end of a conservation process, to establish a follow up process of planned and continuous conservation activity.

Ragionare, ai giorni nostri, sulla salvaguardia delle Ville romane tardoantiche può condurre a interessanti riflessioni sulle modalità di trattamento dei ruderi. Dal confronto delle scelte adottate in sistemazioni recenti con quelle attuate nei secoli passati, sembra emergere progressivamente il criterio della reversibilità delle operazioni di restauro, come affermazione del rispetto materico della preesistenza. Eppure, l’attenzione sembra doversi estendere oltre i parametri della reversibilità materiale e della compatibilità fisico-chimica delle aggiunte, per allargare lo sguardo anche alle implicazioni figurative che possano alterare i rapporti con il paesaggio circostante – nel caso delle antiche Ville prevalentemente naturale –, pur nel tentativo proteggere o di contribuire alla comprensione scientifica del rudere. Materia e forma dell’intervento, dunque, sono il binomio inscindibile da cui emerge l’esito delle operazioni. Dalle problematiche risalenti al consolidamento con materiali moderni, come nel caso della sottofondazione di pavimenti musivi con solette in cemento armato, profusamente impiegata nel Novecento, l’esplorazione può estendersi fino all’aggiunta di elementi architettonici a difesa e valorizzazione dei resti, che spesso si trasforma in un’occasione di confronto del progetto contemporaneo con l’antico, in cui tendono ad essere travisate le ragioni stesse dell’integrazione protettiva. Un breve excursus di realizzazioni può consentire di analizzare vantaggi e rischi dell’intervento e anche di classificare, riguardo all’inserimento architettonico, i diversi gradi d’interpretazione del significato antico dei resti: dalla totale astrazione e indifferenza verso le preesistenze, alla rievocazione figurativa o concettuale che innesca un dialogo semantico, fino a casi di estremo rifacimento che replicano tecniche costruttive primitive, talvolta indotti dalle migliori intenzioni di una periodica manutenzione. È proprio la manutenzione, a nostro avviso, la chiave di volta che può regolare gli eccessi invasivi, soprattutto in vista delle attuali esigenze di sostenibilità energetica dei nuovi impianti, spesso collocati in siti isolati e di difficile custodia. Le operazioni conservative programmate nel tempo, sia per i ruderi sia per le odierne soluzioni, possono scongiurare i pericoli della provvisorietà o dell’invasività di reiterati restauri, dando un senso compiuto alla caducità delle aggiunte e allontanando l’azzardo di fantasiose rappresentazioni formali, mediante una valorizzazione scientifica concentrata sulla centralità dei resti archeologici.

Materia e forma del restauro archeologico / Vivio, beatrice assunta. - ELETTRONICO. - (2013), pp. 32-32. (Intervento presentato al convegno La villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica tenutosi a Piazza Armerina nel 7-10 novembre 2013).

Materia e forma del restauro archeologico

VIVIO, beatrice assunta
2013

Abstract

An archaeological excavation cannot really be successful without a preventive scheduling of a conservation plan of first intervention on the objects found. This process is always followed by the information and diffusion of the data acquired. Nowadays the use of the available tools of information technology is particularly useful to virtually reproduce, step by step, the different stratigraphic layers of the excavation. We should always note that objects found are an integral part of the environment as, for example, is the case of several extra urban Roman villas in the surrounding rural area. This paper, through a detailed analysis of some emblematic conservation/restoration intervention, intends to be a critical thinking on the aesthetic results obtained, on the well-known dualism of “matter” as an artifact and its “form”. In the specific case of the Roman villa of Casignana (located in Reggio Calabria, Italy) under consideration here, we would like to emphasize how important it is, at the end of a conservation process, to establish a follow up process of planned and continuous conservation activity.
2013
La villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica
Ragionare, ai giorni nostri, sulla salvaguardia delle Ville romane tardoantiche può condurre a interessanti riflessioni sulle modalità di trattamento dei ruderi. Dal confronto delle scelte adottate in sistemazioni recenti con quelle attuate nei secoli passati, sembra emergere progressivamente il criterio della reversibilità delle operazioni di restauro, come affermazione del rispetto materico della preesistenza. Eppure, l’attenzione sembra doversi estendere oltre i parametri della reversibilità materiale e della compatibilità fisico-chimica delle aggiunte, per allargare lo sguardo anche alle implicazioni figurative che possano alterare i rapporti con il paesaggio circostante – nel caso delle antiche Ville prevalentemente naturale –, pur nel tentativo proteggere o di contribuire alla comprensione scientifica del rudere. Materia e forma dell’intervento, dunque, sono il binomio inscindibile da cui emerge l’esito delle operazioni. Dalle problematiche risalenti al consolidamento con materiali moderni, come nel caso della sottofondazione di pavimenti musivi con solette in cemento armato, profusamente impiegata nel Novecento, l’esplorazione può estendersi fino all’aggiunta di elementi architettonici a difesa e valorizzazione dei resti, che spesso si trasforma in un’occasione di confronto del progetto contemporaneo con l’antico, in cui tendono ad essere travisate le ragioni stesse dell’integrazione protettiva. Un breve excursus di realizzazioni può consentire di analizzare vantaggi e rischi dell’intervento e anche di classificare, riguardo all’inserimento architettonico, i diversi gradi d’interpretazione del significato antico dei resti: dalla totale astrazione e indifferenza verso le preesistenze, alla rievocazione figurativa o concettuale che innesca un dialogo semantico, fino a casi di estremo rifacimento che replicano tecniche costruttive primitive, talvolta indotti dalle migliori intenzioni di una periodica manutenzione. È proprio la manutenzione, a nostro avviso, la chiave di volta che può regolare gli eccessi invasivi, soprattutto in vista delle attuali esigenze di sostenibilità energetica dei nuovi impianti, spesso collocati in siti isolati e di difficile custodia. Le operazioni conservative programmate nel tempo, sia per i ruderi sia per le odierne soluzioni, possono scongiurare i pericoli della provvisorietà o dell’invasività di reiterati restauri, dando un senso compiuto alla caducità delle aggiunte e allontanando l’azzardo di fantasiose rappresentazioni formali, mediante una valorizzazione scientifica concentrata sulla centralità dei resti archeologici.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Materia e forma del restauro archeologico / Vivio, beatrice assunta. - ELETTRONICO. - (2013), pp. 32-32. (Intervento presentato al convegno La villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica tenutosi a Piazza Armerina nel 7-10 novembre 2013).
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