Wright nel quarto principio fondamentale dell’architettura organica definisce la necessaria scelta dei colori in armonia con il paesaggio. Infatti, il colore ha rappresentato un aspetto di fondamentale importanza nell’architettura dell’autore. La “tavolozza cromatica” che egli ha utilizzato in ciascun progetto rappresenta la sintesi di due aspetti principali: la natura del luogo in cui nasce l’opera e la natura dei materiali di costruzione utilizzati. Nei primi progetti, in particolare nelle Prairie Houses, sono stati utilizzati per le superfici esterne solitamente mattoni e stucco, materiali che determinano la predominanza di colori autunnali dai toni caldi: rosso, oro, marrone e giallo-verde. Questi colori, intensi ma rilassanti, sono stati accentuati e arricchiti da una gamma di colori correlati per la realizzazione degli elementi di arredo con la precisa finalità di realizzare sempre ambienti armoniosi e sereni. Vera firma nei progetti di Wright fu il frequente utilizzo del “Cherokee Red” da lui definito come il “colore della creazione” capace di equilibrare la cromia degli ambienti interni con i toni naturali dei mattoni, del legno e della natura. Per capire quanto Wright amava questo colore basta pensare che, oltre ad essere stato utilizzato nella maggior parte delle sue opere, anche i primi studi sul Guggenheim Museum prevedevano l’uso del Cherokee Red. Wright non amava il bianco; per questo le sue prime elaborazioni progettuali del museo di New York erano molto distanti da ciò che poi è stata la sua realizzazione; inizialmente l'architetto aveva pensato ad un arcobaleno di colori proponendo successivamente una serie di varianti cromatiche e materiche: marmo giallo-verde e vernice giallo crema. Solo pochi anni dopo l’apertura del museo il colore scelto da Wright venne ricoperto da una tinta sempre più “pallida”, più vicina al beige e al bianco “sporco” fino ad essere completamente sostituito con il “bianco-grigio”, attuale colore e “marchio” del Museo. Anche Fallingwater, rappresenta un particolare esempio dell’uso cromatico delle diverse superfici in cui la “tavolozza” risulta, però, caratterizzata da un numero più limitato di colori e di materiali. Gli elementi del mondo naturale che Wright ha studiato rappresentano i principali aspetti del suo stile architettonico mirato a realizzare un rapporto armonico tra le parti e il tutto, tra l’uomo e la natura; tale attenzione si manifesta nella ricerca di una sintonia tra l’opera architettonica e l’ambiente, nell’uso di materiali naturali e nella fluidità degli spazi interni. Nelle sue architetture la scelta ragionata dei colori rappresenta una componente importante che, associata alla straordinaria qualità spaziale e figurativa ed alla capacità di adattamento ad ambienti diversi, ha contribuito fortemente a caratterizzare la sua architettura “umana e fortemente evoluta”.

Colore e materia nell'architettura di Frank Lloyd Wright / LA MANTIA, Mariella; Macera, Marcella; Nuccitelli, Valentina. - STAMPA. - X A:(2014), pp. 403-414. (Intervento presentato al convegno X Conferenza del colore tenutosi a Genova nel 11 - 12 settembre 2014).

Colore e materia nell'architettura di Frank Lloyd Wright

LA MANTIA, MARIELLA;MACERA, MARCELLA;NUCCITELLI, VALENTINA
2014

Abstract

Wright nel quarto principio fondamentale dell’architettura organica definisce la necessaria scelta dei colori in armonia con il paesaggio. Infatti, il colore ha rappresentato un aspetto di fondamentale importanza nell’architettura dell’autore. La “tavolozza cromatica” che egli ha utilizzato in ciascun progetto rappresenta la sintesi di due aspetti principali: la natura del luogo in cui nasce l’opera e la natura dei materiali di costruzione utilizzati. Nei primi progetti, in particolare nelle Prairie Houses, sono stati utilizzati per le superfici esterne solitamente mattoni e stucco, materiali che determinano la predominanza di colori autunnali dai toni caldi: rosso, oro, marrone e giallo-verde. Questi colori, intensi ma rilassanti, sono stati accentuati e arricchiti da una gamma di colori correlati per la realizzazione degli elementi di arredo con la precisa finalità di realizzare sempre ambienti armoniosi e sereni. Vera firma nei progetti di Wright fu il frequente utilizzo del “Cherokee Red” da lui definito come il “colore della creazione” capace di equilibrare la cromia degli ambienti interni con i toni naturali dei mattoni, del legno e della natura. Per capire quanto Wright amava questo colore basta pensare che, oltre ad essere stato utilizzato nella maggior parte delle sue opere, anche i primi studi sul Guggenheim Museum prevedevano l’uso del Cherokee Red. Wright non amava il bianco; per questo le sue prime elaborazioni progettuali del museo di New York erano molto distanti da ciò che poi è stata la sua realizzazione; inizialmente l'architetto aveva pensato ad un arcobaleno di colori proponendo successivamente una serie di varianti cromatiche e materiche: marmo giallo-verde e vernice giallo crema. Solo pochi anni dopo l’apertura del museo il colore scelto da Wright venne ricoperto da una tinta sempre più “pallida”, più vicina al beige e al bianco “sporco” fino ad essere completamente sostituito con il “bianco-grigio”, attuale colore e “marchio” del Museo. Anche Fallingwater, rappresenta un particolare esempio dell’uso cromatico delle diverse superfici in cui la “tavolozza” risulta, però, caratterizzata da un numero più limitato di colori e di materiali. Gli elementi del mondo naturale che Wright ha studiato rappresentano i principali aspetti del suo stile architettonico mirato a realizzare un rapporto armonico tra le parti e il tutto, tra l’uomo e la natura; tale attenzione si manifesta nella ricerca di una sintonia tra l’opera architettonica e l’ambiente, nell’uso di materiali naturali e nella fluidità degli spazi interni. Nelle sue architetture la scelta ragionata dei colori rappresenta una componente importante che, associata alla straordinaria qualità spaziale e figurativa ed alla capacità di adattamento ad ambienti diversi, ha contribuito fortemente a caratterizzare la sua architettura “umana e fortemente evoluta”.
2014
X Conferenza del colore
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Colore e materia nell'architettura di Frank Lloyd Wright / LA MANTIA, Mariella; Macera, Marcella; Nuccitelli, Valentina. - STAMPA. - X A:(2014), pp. 403-414. (Intervento presentato al convegno X Conferenza del colore tenutosi a Genova nel 11 - 12 settembre 2014).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/718066
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