Il tema delle coperture in aree archeologiche costituisce una questione importante per la conservazione delle strutture a rudere che ha una forte connessione con il contesto entro il quale gli elementi protettivi sono inseriti. Motivo comune degli interventi che seguono è proprio il tema della protezione e delle coperture, dall’elaborazione di programmi che prendano le mosse dall’analisi dello stato di conservazione e dalle esigenze di tipo funzionale, ambientale e conservativo alla traduzione in progetti di buona architettura. A Piazza Armerina, le coperture del sito della Villa del Casale degli anni gli interventi erano stati in passato progettati da Franco Minissi e dell’I.C.R. con approccio innovativo sia sotto il punto di vista metodologico, sia sotto quello scientifico-tecnico. Qui, più di recente (Meli), sono stati eseguiti nuovi lavori per la realizzazione di coperture a protezione dei ruderi, riproponendo il tema nella sua attuale complessità. I contributi che seguono sono volti a offrire alcune riflessioni sulla tematica della protezione delle aree archeologiche partendo proprio dalla ricostruzione delle fasi di intervento di Minissi e fino ai nostri giorni. Si pone pertanto in vista come in contesti unitari ed isolati come le ville tardo antiche la copertura solleciti la soluzione di questioni legate sia alla conservazione dei materiali e sia di reintegrazione della forma. Attraverso la forma si possono trasmettere i valori specifici e significativi del linguaggio architettonico antico. Tuttavia le esperienze condotte fino ad oggi, che vanno dal ripristino mimetico all’inserimento di elementi evocativi, dimostrano che la trasmissione della forma attraverso integrazioni è una strada che può rischiare di annullare i valori specifici del manufatto allo stato di rudere, ivi compresa la sua storia più recente, legata all’abbandono e alla riscoperta. L’invito all’approfondimento della ricerca e alla ripresa dei temi e di una riflessione in merito alla conservazione delle strutture archeologiche delle ville residenziali, riprende il tema del rapporto fra architettura, rudere e paesaggio. Un rapporto che si qualifica attraverso i contributi che seguono e in particolare nello studio delle strutture di una villa romana nella marina tarantina e in alcune riflessioni sulla forma e sulla materia dei manufatti antichi, in vista della loro trasmissione al futuro, sulla ‘lettura’ dei resti di sistemi architettonici complessi come le ville residenziali, sulla protezione e sulla musealizzazione dei siti archeologici, con speciale riguardo al sito di Piazza Arrmerina, sui restauri curati da F. Minissi in ambiente archeologico e su altri interventi sui medesimi tipi di siti, e, in particolare di protezione e copertura. Per tutti, è sempre necessario un approccio progressivo e metodico e un impegno progettuale esteso nel tempo, anche durante il cantiere e dopo la sua chiusura, in ragione di un’indispensabile manutenzione programmata.
Architettura, ruderi e paesaggio. Protezione: forme e significati. Alcune riflessioni / Esposito, Daniela. - STAMPA. - (2014), pp. 627-632. (Intervento presentato al convegno La villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica tenutosi a Piazza Armerina nel 7-10 novembre 2012).
Architettura, ruderi e paesaggio. Protezione: forme e significati. Alcune riflessioni
ESPOSITO, Daniela
2014
Abstract
Il tema delle coperture in aree archeologiche costituisce una questione importante per la conservazione delle strutture a rudere che ha una forte connessione con il contesto entro il quale gli elementi protettivi sono inseriti. Motivo comune degli interventi che seguono è proprio il tema della protezione e delle coperture, dall’elaborazione di programmi che prendano le mosse dall’analisi dello stato di conservazione e dalle esigenze di tipo funzionale, ambientale e conservativo alla traduzione in progetti di buona architettura. A Piazza Armerina, le coperture del sito della Villa del Casale degli anni gli interventi erano stati in passato progettati da Franco Minissi e dell’I.C.R. con approccio innovativo sia sotto il punto di vista metodologico, sia sotto quello scientifico-tecnico. Qui, più di recente (Meli), sono stati eseguiti nuovi lavori per la realizzazione di coperture a protezione dei ruderi, riproponendo il tema nella sua attuale complessità. I contributi che seguono sono volti a offrire alcune riflessioni sulla tematica della protezione delle aree archeologiche partendo proprio dalla ricostruzione delle fasi di intervento di Minissi e fino ai nostri giorni. Si pone pertanto in vista come in contesti unitari ed isolati come le ville tardo antiche la copertura solleciti la soluzione di questioni legate sia alla conservazione dei materiali e sia di reintegrazione della forma. Attraverso la forma si possono trasmettere i valori specifici e significativi del linguaggio architettonico antico. Tuttavia le esperienze condotte fino ad oggi, che vanno dal ripristino mimetico all’inserimento di elementi evocativi, dimostrano che la trasmissione della forma attraverso integrazioni è una strada che può rischiare di annullare i valori specifici del manufatto allo stato di rudere, ivi compresa la sua storia più recente, legata all’abbandono e alla riscoperta. L’invito all’approfondimento della ricerca e alla ripresa dei temi e di una riflessione in merito alla conservazione delle strutture archeologiche delle ville residenziali, riprende il tema del rapporto fra architettura, rudere e paesaggio. Un rapporto che si qualifica attraverso i contributi che seguono e in particolare nello studio delle strutture di una villa romana nella marina tarantina e in alcune riflessioni sulla forma e sulla materia dei manufatti antichi, in vista della loro trasmissione al futuro, sulla ‘lettura’ dei resti di sistemi architettonici complessi come le ville residenziali, sulla protezione e sulla musealizzazione dei siti archeologici, con speciale riguardo al sito di Piazza Arrmerina, sui restauri curati da F. Minissi in ambiente archeologico e su altri interventi sui medesimi tipi di siti, e, in particolare di protezione e copertura. Per tutti, è sempre necessario un approccio progressivo e metodico e un impegno progettuale esteso nel tempo, anche durante il cantiere e dopo la sua chiusura, in ragione di un’indispensabile manutenzione programmata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.