Una parte consistente dell’energia del sole che arriva sulla terra è disponibile sotto forma di energia luminosa diretta e riflessa dalla volta celeste, è la luce naturale che fin dall’antichità l’uomo ha cercato di portare all’interno degli spazi chiusi attraverso aperture, finestre, lucernari e sistemi più o meno sofisticati di captazione e trasporto, come specchi, guide ottiche, condotti realizzati con materiali riflettenti atti a massimizzare la resa. La presenza di luce naturale rappresenta senza dubbio un aspetto essenziale negli ambienti confinati. La quantità, la composizione spettrale, la dinamicità a cui va ad aggiungersi la possibilità per gli occupanti di un contatto con l’esterno, costituiscono componenti essenziali per la salute e il benessere visivo dell’uomo e, più in generale, per quello fisio-psicologico. D’altra parte è ormai accertato che ambienti illuminati esclusivamente attraverso l’impiego di luce artificiale sono dannosi per la salute umana. Situazioni che, purtroppo, si verificano sempre più spesso: centri commerciali, uffici, edifici pubblici di ogni tipo necessitano anche in pieno giorno di enormi quantità di luce artificiale. Una dispendiosa follia – dal punto di vista economico, ambientale e della salute di chi vi lavora – dovuta in massima parte a cattiva progettazione. E ciononostante le centinaia di ottimi esempi di edifici contemporanei realizzati in tutto il mondo sfruttando le consolidate regole del buon costruire (che nelle «architetture al neon» sembrano essersi smarrite), le più moderne tecniche di illuminazione naturale, i nuovi materiali e i componenti oggi in commercio che consentono di sfruttare al meglio questo prezioso e gratuito elemento naturale. Sono ormai lontani i tempi nei quali il ricorso ad ampie superfici vetrate aveva come conseguenza un forte effetto serra, che implicava la necessità di un massiccio condizionamento estivo. Ora i «pacchetti vetrati» a disposizione, i nuovi materiali traslucidi fortemente isolanti (come le vetrate sandwich con all’interno l’aerogel), l’uso attento di sistemi di ombreggiamento (schermature fisse o mobili interne o inserite direttamente nel componente finestra, frangisole riflettenti, brise soleil orientabili) ha ridotto al minimo questo problema. Un altro aiuto alla regolazione dei flussi luminosi e del carico termico conseguente può venire dall’impiego di vegetazione spogliante, ombreggiante solo nei mesi estivi quando la luce naturale è più intensa. Oltre che a migliorare la qualità e il comfort degli ambienti, una progettazione consapevole della luce naturale sin dai primi stadi del processo progettuale rappresenta un’importante strategia per massimizzare le prestazioni energetiche degli edifici, attraverso una riduzione dei carichi termici e di illuminazione. Una progettazione che deve essere attenta anche a evitare eventuali effetti negativi dovuti alla luce naturale quali abbagliamento (che deriva dalla presenza nel campo visivo di superfici o punti con luminanza di molto superiore a quella a cui l’occhio è abituato), riflessioni, carichi termici eccessivi. Fabio Bisegna, docente di «Illuminotecnica e progetto del colore» presso La Sapienza di Roma spiega che «il fatto che le strategie di progettazione con la luce naturale siano raramente considerate è generalmente da attribuirsi alla mancanza di informazioni sullo stato di avanzamento della tecnologia, alle difficoltà che si incontrano nel passaggio dalla ricerca all’applicazione commerciale e anche alla scarsa diffusione di semplici strumenti previsionali per la valutazione prestazionale di tali strategie» e sottolinea come «in ultima analisi, però, le barriere che hanno sempre reso difficile l’integrazione della luce naturale nella progettazione derivano soprattutto da una sottovalutazione dell’importanza e della convenienza dello sfruttamento di una tale risorsa, una consapevolezza che solo negli anni più recenti si sta affermando». Se non tutto quello che viene studiato nell’ambito della ricerca teorica riesce ad avere delle applicazioni concrete, esistono comunque oggi sul mercato sistemi di captazione, trasporto e modulazione della luce naturale realizzati con componenti e materiali avanzati che possono essere applicati in situazioni diverse per ottimizzare il fattore luce naturale: specchi orientabili controllati da dispositivi computerizzati in grado di seguire l’andamento dei raggi solari; panelli prismatici di diverse forme (realizzati in vetro, policarbonato, o poliestere) che possono deviare i raggi solari a seconda dell’angolo d’incidenza con cui sono colpiti; pellicole e films olografici che indirizzano i flussi luminosi; sistemi costituiti da captatore (posizionato all’esterno con il compito di convogliare la luce) condotto (che ha la funzione di trasportarla) e diffusore (posizionato all’interno dell’ambiente da illuminare, che controlla in uscita il flusso luminoso) che integrano la carenza di luce naturale in alcune ore del giorno con lampade a basso consumo. Esistono poi sistemi molto sofisticati misti, che impiegano le fibre ottiche per sfruttare al meglio la luce naturale. Sono generalmente costituiti da una serie di lenti di Fresnel che filtrano la luce solare captata da un eliostato che, mediante una cellula fotosensibile, un motore e un minicomputer, sono in grado di seguire il sole dall’alba al tramonto. Un tema progettuale complesso, che comprende un gran numero di varianti. Non solo, dunque, una questione che riguarda l’adozione di componenti specifici – quali quelli sopra riportati – ma prima ancora una serie di valutazioni che incidono in maniera sostanziale sulle scelte legate all’orientamento, alla conformazione planimetrica, ai distacchi tra volumi, alla distribuzione interna degli edifici. Tutti fattori che non possono che essere affrontati fin dalle fasi iniziali di progettazione.

Ma il comfort si raggiunge con un buon progetto / Cecchini, Cecilia. - In: EDILIZIA E TERRITORIO. - ISSN 1590-6078. - STAMPA. - 28:(2008), pp. 11-11.

Ma il comfort si raggiunge con un buon progetto

CECCHINI, Cecilia
2008

Abstract

Una parte consistente dell’energia del sole che arriva sulla terra è disponibile sotto forma di energia luminosa diretta e riflessa dalla volta celeste, è la luce naturale che fin dall’antichità l’uomo ha cercato di portare all’interno degli spazi chiusi attraverso aperture, finestre, lucernari e sistemi più o meno sofisticati di captazione e trasporto, come specchi, guide ottiche, condotti realizzati con materiali riflettenti atti a massimizzare la resa. La presenza di luce naturale rappresenta senza dubbio un aspetto essenziale negli ambienti confinati. La quantità, la composizione spettrale, la dinamicità a cui va ad aggiungersi la possibilità per gli occupanti di un contatto con l’esterno, costituiscono componenti essenziali per la salute e il benessere visivo dell’uomo e, più in generale, per quello fisio-psicologico. D’altra parte è ormai accertato che ambienti illuminati esclusivamente attraverso l’impiego di luce artificiale sono dannosi per la salute umana. Situazioni che, purtroppo, si verificano sempre più spesso: centri commerciali, uffici, edifici pubblici di ogni tipo necessitano anche in pieno giorno di enormi quantità di luce artificiale. Una dispendiosa follia – dal punto di vista economico, ambientale e della salute di chi vi lavora – dovuta in massima parte a cattiva progettazione. E ciononostante le centinaia di ottimi esempi di edifici contemporanei realizzati in tutto il mondo sfruttando le consolidate regole del buon costruire (che nelle «architetture al neon» sembrano essersi smarrite), le più moderne tecniche di illuminazione naturale, i nuovi materiali e i componenti oggi in commercio che consentono di sfruttare al meglio questo prezioso e gratuito elemento naturale. Sono ormai lontani i tempi nei quali il ricorso ad ampie superfici vetrate aveva come conseguenza un forte effetto serra, che implicava la necessità di un massiccio condizionamento estivo. Ora i «pacchetti vetrati» a disposizione, i nuovi materiali traslucidi fortemente isolanti (come le vetrate sandwich con all’interno l’aerogel), l’uso attento di sistemi di ombreggiamento (schermature fisse o mobili interne o inserite direttamente nel componente finestra, frangisole riflettenti, brise soleil orientabili) ha ridotto al minimo questo problema. Un altro aiuto alla regolazione dei flussi luminosi e del carico termico conseguente può venire dall’impiego di vegetazione spogliante, ombreggiante solo nei mesi estivi quando la luce naturale è più intensa. Oltre che a migliorare la qualità e il comfort degli ambienti, una progettazione consapevole della luce naturale sin dai primi stadi del processo progettuale rappresenta un’importante strategia per massimizzare le prestazioni energetiche degli edifici, attraverso una riduzione dei carichi termici e di illuminazione. Una progettazione che deve essere attenta anche a evitare eventuali effetti negativi dovuti alla luce naturale quali abbagliamento (che deriva dalla presenza nel campo visivo di superfici o punti con luminanza di molto superiore a quella a cui l’occhio è abituato), riflessioni, carichi termici eccessivi. Fabio Bisegna, docente di «Illuminotecnica e progetto del colore» presso La Sapienza di Roma spiega che «il fatto che le strategie di progettazione con la luce naturale siano raramente considerate è generalmente da attribuirsi alla mancanza di informazioni sullo stato di avanzamento della tecnologia, alle difficoltà che si incontrano nel passaggio dalla ricerca all’applicazione commerciale e anche alla scarsa diffusione di semplici strumenti previsionali per la valutazione prestazionale di tali strategie» e sottolinea come «in ultima analisi, però, le barriere che hanno sempre reso difficile l’integrazione della luce naturale nella progettazione derivano soprattutto da una sottovalutazione dell’importanza e della convenienza dello sfruttamento di una tale risorsa, una consapevolezza che solo negli anni più recenti si sta affermando». Se non tutto quello che viene studiato nell’ambito della ricerca teorica riesce ad avere delle applicazioni concrete, esistono comunque oggi sul mercato sistemi di captazione, trasporto e modulazione della luce naturale realizzati con componenti e materiali avanzati che possono essere applicati in situazioni diverse per ottimizzare il fattore luce naturale: specchi orientabili controllati da dispositivi computerizzati in grado di seguire l’andamento dei raggi solari; panelli prismatici di diverse forme (realizzati in vetro, policarbonato, o poliestere) che possono deviare i raggi solari a seconda dell’angolo d’incidenza con cui sono colpiti; pellicole e films olografici che indirizzano i flussi luminosi; sistemi costituiti da captatore (posizionato all’esterno con il compito di convogliare la luce) condotto (che ha la funzione di trasportarla) e diffusore (posizionato all’interno dell’ambiente da illuminare, che controlla in uscita il flusso luminoso) che integrano la carenza di luce naturale in alcune ore del giorno con lampade a basso consumo. Esistono poi sistemi molto sofisticati misti, che impiegano le fibre ottiche per sfruttare al meglio la luce naturale. Sono generalmente costituiti da una serie di lenti di Fresnel che filtrano la luce solare captata da un eliostato che, mediante una cellula fotosensibile, un motore e un minicomputer, sono in grado di seguire il sole dall’alba al tramonto. Un tema progettuale complesso, che comprende un gran numero di varianti. Non solo, dunque, una questione che riguarda l’adozione di componenti specifici – quali quelli sopra riportati – ma prima ancora una serie di valutazioni che incidono in maniera sostanziale sulle scelte legate all’orientamento, alla conformazione planimetrica, ai distacchi tra volumi, alla distribuzione interna degli edifici. Tutti fattori che non possono che essere affrontati fin dalle fasi iniziali di progettazione.
2008
Uso della luce naturale; risparmio energetico; minimizzazione impatto ambientale
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ma il comfort si raggiunge con un buon progetto / Cecchini, Cecilia. - In: EDILIZIA E TERRITORIO. - ISSN 1590-6078. - STAMPA. - 28:(2008), pp. 11-11.
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