Due progetti di restauro urbano. Il concorso di ridefinizione architettonica della Piazza Carlo Maria Carafa di Grammichele e quello per la realizzazione del Parco di Centocelle a Roma

Grammichele. L'abitato di Grammichele, ricostruito nel corso del Settecento in località pianeggiante a qualche decina di chilometri dalla primitiva Occhiolà, andata distrutta col sisma del 1693, consta di un tessuto edilizio disposto secondo una matrice esagonale di aree edificate e di strade concentriche incardinate su "sei strade radiali che si dipartono dalla mezzeria dei suoi lati" e che individuano tre principali direzioni territoriali. Un così vasto insieme di elementi originali e di compresenti variazioni processuali dei tipi abitativi, già di per sè costituisce un ricco e disponibile giacimento documentario da studiare sia per la storia dell'abitato di Grammichele sia per quella della città in generale. Al cospetto delle diverse situazioni di indefinitezza formale, in funzione del giudizio dato sulle preesistenze sono stati attuati comportamenti conservativi coerenti e graduali caso per caso. Centocelle. La complessità dei valori e dei disvalori presenti nel comprensorio destinato a recepire il nuovo parco urbano spinge nella direzione di riesaminare sul piano della qualità l'insieme delle relazioni periferia/centro, tessuto urbano/densità di popolazione, dismissione/recupero, territorio/preesistenze storico-artistiche, lavoro/tempo libero, distanze/tempo di percorrenza, investimento/accumulazione. Sebbene inespressi, dispersi, degradati, molti valori sono certamente 'rivelabili' ricorrendo ad azioni combinate di salvaguardia: graduandole di volta in volta in interventi preventivi, conservativi, di restauro, di nuova architettura progettata 'oltre il restauro', sapientemente dislocata per integrare una trama o per strutturare un nuovo tessuto unitario che si sviluppi dalle tracce autentiche storicizzate del territorio e accolga le suggestioni locali.