Il processo evolutivo del ‘complesso titolare di S. Martino ai Monti’ (titolo di Equizio e basilica) si snoda entro un arco di tempo che va dal IV secolo ai nostri giorni dando vita ad un organismo stratificato che offre numerosi spunti di riflessione sull’articolato rapporto che ciascuna epoca instaura con la preesistenza oltre, naturalmente, a rivestire interesse sotto il profilo storico, artistico e culturale. Il presente studio analizza, in particolare, la trasformazione seicentesca, con l’intento di cogliere il significato dell’intervento barocco dalla sua formulazione prima , che costituisce una feconda esemplificazione della dialettica tra opere innovative ed impianti preesistenti, alla sua configurazione attuale, frutto di parziali reinterpretazioni e manomissioni. Si delinea così un percorso conoscitivo che attraverso la lettura del monumento, l’analisi della letteratura storico-critica, delle fonti documentarie edite e non, delle descrizioni e del materiale iconografico vuole pervenire alla comprensione dell’opera nella sua consistenza attuale. Al testo è allegato il volume "Elaborazione delle fonti documentarie" che raccoglie e illustra i dati emersi dalla ricerca archivistica. I documenti del XVII secolo, conservati presso l'Archivio di S. Martino ai Monti e l'Archivio di Stato di Roma, comprendono descrizioni, conti relativi alla fabbrica ed atti notarili. Questo materiale, in parte inedito, ha fornito un valido ausilio alla ricostruzione della genesi progettuale e delle fasi del cantiere, rivelando, anche, in forma più o meno esplicita, l'interesse della committenza per alcune tematiche quali "antichità-veneratione-renovatione" che tra loro correlate costituiscono una componente essenziale di questo intervento e del restauro cinque-seicentesco in generale. Il caso di S. Martino ai Monti si pone pertanto come una feconda esemplificazione del rapporto dialettico tra opere innovative e preesistenze, presente all'interno del dibattito culturale barocco. La documentazione archivistica inedita relativa al XVIII secolo, conservata presso l'archivio di S. Martino ai Monti, riguarda in particolare due importanti rifacimenti settecenteschi: la cappella del Carmine e il presbiterio. Infine i documenti del XIX e XX secolo, per lo più inediti, conservati presso l'Archivio di S. Martino ai Monti, l'Archivio Storico Capitolino, l'Archivio Centrale dello Stato, l'Archivio della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio, hanno consentito di delineare le trasformazioni urbane ed architettoniche di quell'epoca, mettendo in evidenza le scelte che guidano gli interventi, le tecniche impiegate, i dibattiti sorti in merito ai modi di condurre alcune operazioni ed i commenti suscitati dai risultati conseguiti. Tutti elementi che hanno stimolato alcune riflessioni sul mutato atteggiamento nei confronti della preesistenza in concomitanza con la nascita del restauro modernamente inteso. I dati emersi dalla ricerca bibliografica ed archivistica sono letti in parallelo con l'esame diretto del manufatto attuato anche attraverso il rilievo, esteso al 'titolo', all'organismo basilicale comprensivo della cripta nonché ad un camera di sepoltura adiacente (sottostante alla porzione terminale della navata sinistra). Il rilievo della chiesa e del 'titolo' è illustrato in sei tavole allegate al testo.

"Antichità e renovatione" nella basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti. Il significato della restaurazione seicentesca ed il suo divenire nel tempo / Accorsi, MARIA LETIZIA. - STAMPA. - (1998).

"Antichità e renovatione" nella basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti. Il significato della restaurazione seicentesca ed il suo divenire nel tempo.

ACCORSI, MARIA LETIZIA
01/01/1998

Abstract

Il processo evolutivo del ‘complesso titolare di S. Martino ai Monti’ (titolo di Equizio e basilica) si snoda entro un arco di tempo che va dal IV secolo ai nostri giorni dando vita ad un organismo stratificato che offre numerosi spunti di riflessione sull’articolato rapporto che ciascuna epoca instaura con la preesistenza oltre, naturalmente, a rivestire interesse sotto il profilo storico, artistico e culturale. Il presente studio analizza, in particolare, la trasformazione seicentesca, con l’intento di cogliere il significato dell’intervento barocco dalla sua formulazione prima , che costituisce una feconda esemplificazione della dialettica tra opere innovative ed impianti preesistenti, alla sua configurazione attuale, frutto di parziali reinterpretazioni e manomissioni. Si delinea così un percorso conoscitivo che attraverso la lettura del monumento, l’analisi della letteratura storico-critica, delle fonti documentarie edite e non, delle descrizioni e del materiale iconografico vuole pervenire alla comprensione dell’opera nella sua consistenza attuale. Al testo è allegato il volume "Elaborazione delle fonti documentarie" che raccoglie e illustra i dati emersi dalla ricerca archivistica. I documenti del XVII secolo, conservati presso l'Archivio di S. Martino ai Monti e l'Archivio di Stato di Roma, comprendono descrizioni, conti relativi alla fabbrica ed atti notarili. Questo materiale, in parte inedito, ha fornito un valido ausilio alla ricostruzione della genesi progettuale e delle fasi del cantiere, rivelando, anche, in forma più o meno esplicita, l'interesse della committenza per alcune tematiche quali "antichità-veneratione-renovatione" che tra loro correlate costituiscono una componente essenziale di questo intervento e del restauro cinque-seicentesco in generale. Il caso di S. Martino ai Monti si pone pertanto come una feconda esemplificazione del rapporto dialettico tra opere innovative e preesistenze, presente all'interno del dibattito culturale barocco. La documentazione archivistica inedita relativa al XVIII secolo, conservata presso l'archivio di S. Martino ai Monti, riguarda in particolare due importanti rifacimenti settecenteschi: la cappella del Carmine e il presbiterio. Infine i documenti del XIX e XX secolo, per lo più inediti, conservati presso l'Archivio di S. Martino ai Monti, l'Archivio Storico Capitolino, l'Archivio Centrale dello Stato, l'Archivio della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio, hanno consentito di delineare le trasformazioni urbane ed architettoniche di quell'epoca, mettendo in evidenza le scelte che guidano gli interventi, le tecniche impiegate, i dibattiti sorti in merito ai modi di condurre alcune operazioni ed i commenti suscitati dai risultati conseguiti. Tutti elementi che hanno stimolato alcune riflessioni sul mutato atteggiamento nei confronti della preesistenza in concomitanza con la nascita del restauro modernamente inteso. I dati emersi dalla ricerca bibliografica ed archivistica sono letti in parallelo con l'esame diretto del manufatto attuato anche attraverso il rilievo, esteso al 'titolo', all'organismo basilicale comprensivo della cripta nonché ad un camera di sepoltura adiacente (sottostante alla porzione terminale della navata sinistra). Il rilievo della chiesa e del 'titolo' è illustrato in sei tavole allegate al testo.
1998
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