«La velocità mentale vale di per sé, per il piacere che provoca in chi è sensibile a questo piacere, non per l’utilità pratica che si possa ricavarne. Un ragionamento veloce non è necessariamente migliore d’un ragionamento ponderato; tutt’altro; ma comunica qualcosa di speciale che sta proprio nella sua sveltezza.»1 In questo passo delle Lezioni Americane, Calvino indica un particolare tipo di bellezza, mancante nella realizzazione della città contemporanea costretta nella rigidezza dall’urbanistica moderna, incapace di considerarne l’agilità d’azione e d’immaginazione godibili solo nel quotidiano. Rileggendo dunque l’elemento temporale del progetto, la città può riacquisire la sua originale capacità di adattamento; “fare nel frattempo” significa innanzitutto agire nel mezzo, dare valore ai tempi e luoghi di attesa della città. Esempio di tempestività è il C-temporary park realizzato a Fredericia in Danimarca che, nei luoghi del futuro ampliamento del suo centro, soddisfa le esigenze del presente restituendo ai cittadini una porzione di territorio altrimenti negata. I “lent space” 2 si innestano sui resti delle shrinking cities europee e americane e proprio in questi spazi, riflesso della decadenza dell’attuale sistema economico e sociale, fiorisce un’architettura mutevole, traccia sul territorio e atto di ribellione contro quei poteri che miravano alla sua eliminazione. Il progetto dell’esistente è dunque nei tempi e nei luoghi di mezzo: le nicchie della città diventano laboratori per l’esperimento, dove prende corpo un’utopia atemporale, realizzando spazi “in tensione” che, nell’assecondare l’instabilità della realtà, ne determinano per contro la durevolezza. L’architettura che si muove “in the Meanwhile” trova posto nella distanza tra spazio e uso che Tschumi identifica come caratteristica della nostra condizione contemporanea: «architecture was disjoined, dis-sociated. The disjunction of architecture was its strength and its subversive power»3. È in questo spazio che attraverso l’azione supera la crisi della corrispondenza tra forma e funzione, che la ribellione universale sognata da Price si realizza localmente, nel tempo finito e scartato dal sistema del consumo. Riconsiderare la quarta dimensione della città è inoltre necessario per comprendere e soddisfare quei bisogni emergenti dallo squatting, come nel caso NDSM Wharf ad Amsterdam, quartiere in origine occupato da artisti e oggi esempio europeo di creative industries. La rottura nell’ordinario si realizza perciò nella riappropriazione degli spazi residuali anticipando, grazie a dispositivi “aperti”, la rivoluzione dell’attuale sistema di valori: la generosità4 si innesta nella città diventando elemento di disturbo rinnovatore di una urbanità in stallo. Bye bye utopia5 non è allora solo il titolo di un evento ma anche il nome di un gesto beffardo che con leggerezza, nel frattempo, annuncia la vista di un nuovo orizzonte.

Doing in the meanwhile / Fava, Federica. - (2014), pp. 547-553. (Intervento presentato al convegno Rebel Matters Radical Patterns tenutosi a Genova nel 21-22 marzo 2012).

Doing in the meanwhile

FAVA, FEDERICA
2014

Abstract

«La velocità mentale vale di per sé, per il piacere che provoca in chi è sensibile a questo piacere, non per l’utilità pratica che si possa ricavarne. Un ragionamento veloce non è necessariamente migliore d’un ragionamento ponderato; tutt’altro; ma comunica qualcosa di speciale che sta proprio nella sua sveltezza.»1 In questo passo delle Lezioni Americane, Calvino indica un particolare tipo di bellezza, mancante nella realizzazione della città contemporanea costretta nella rigidezza dall’urbanistica moderna, incapace di considerarne l’agilità d’azione e d’immaginazione godibili solo nel quotidiano. Rileggendo dunque l’elemento temporale del progetto, la città può riacquisire la sua originale capacità di adattamento; “fare nel frattempo” significa innanzitutto agire nel mezzo, dare valore ai tempi e luoghi di attesa della città. Esempio di tempestività è il C-temporary park realizzato a Fredericia in Danimarca che, nei luoghi del futuro ampliamento del suo centro, soddisfa le esigenze del presente restituendo ai cittadini una porzione di territorio altrimenti negata. I “lent space” 2 si innestano sui resti delle shrinking cities europee e americane e proprio in questi spazi, riflesso della decadenza dell’attuale sistema economico e sociale, fiorisce un’architettura mutevole, traccia sul territorio e atto di ribellione contro quei poteri che miravano alla sua eliminazione. Il progetto dell’esistente è dunque nei tempi e nei luoghi di mezzo: le nicchie della città diventano laboratori per l’esperimento, dove prende corpo un’utopia atemporale, realizzando spazi “in tensione” che, nell’assecondare l’instabilità della realtà, ne determinano per contro la durevolezza. L’architettura che si muove “in the Meanwhile” trova posto nella distanza tra spazio e uso che Tschumi identifica come caratteristica della nostra condizione contemporanea: «architecture was disjoined, dis-sociated. The disjunction of architecture was its strength and its subversive power»3. È in questo spazio che attraverso l’azione supera la crisi della corrispondenza tra forma e funzione, che la ribellione universale sognata da Price si realizza localmente, nel tempo finito e scartato dal sistema del consumo. Riconsiderare la quarta dimensione della città è inoltre necessario per comprendere e soddisfare quei bisogni emergenti dallo squatting, come nel caso NDSM Wharf ad Amsterdam, quartiere in origine occupato da artisti e oggi esempio europeo di creative industries. La rottura nell’ordinario si realizza perciò nella riappropriazione degli spazi residuali anticipando, grazie a dispositivi “aperti”, la rivoluzione dell’attuale sistema di valori: la generosità4 si innesta nella città diventando elemento di disturbo rinnovatore di una urbanità in stallo. Bye bye utopia5 non è allora solo il titolo di un evento ma anche il nome di un gesto beffardo che con leggerezza, nel frattempo, annuncia la vista di un nuovo orizzonte.
2014
Rebel Matters Radical Patterns
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Doing in the meanwhile / Fava, Federica. - (2014), pp. 547-553. (Intervento presentato al convegno Rebel Matters Radical Patterns tenutosi a Genova nel 21-22 marzo 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/660686
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