Il lavoro è strutturato come segue: il secondo paragrafo inquadra le politiche di remunerazione all’interno del più ampio sistema di corporate governance e riporta una sintetica rassegna della letteratura rilevante; nel terzo paragrafo si esaminano alcuni aspetti chiave della definizione della politica di remunerazione; il quarto paragrafo presenta le misure e gli strumenti che meglio consentono di allineare gli interessi dei manager con quelli della società e degli azionisti nel perseguimento della creazione di valore sostenibile nel tempo; il quinto paragrafo propone alcune considerazioni conclusive ossia qualche spunto guardando avanti. L’evoluzione della normativa sulle politiche di remunerazione sembrerebbe quindi dimostrare che i consigli di amministrazione non sembrano essere stati sufficientemente incisivi. Infatti, nel caso delle società quotate, l’iniziale indicazione nei codici di autodisciplina di attribuire un ruolo consultivo ad un comitato remunerazioni composto prevalentemente da indipendenti, è stata poi affiancata da un requisito di trasparenza, ossia dalla preparazione di una relazione sulla remunerazione da presentare in assemblea e da assoggettare ad un voto consultivo che da ultimo sembrerebbe tendere verso un voto vincolante. Va rilevato che l’attribuzione del voto vincolante all’assemblea, se da un lato può contribuire a risolvere il problema di agenzia in caso di manager in società a proprietà diffusa, dall’altro lato potrebbe comunque rivelarsi inefficace nel caso di concentrated ownership in cui i soggetti da tutelare sarebbero non più gli azionisti rispetto al management ma gli azionisti di minoranza rispetto a management e azionisti di maggioranza.
Le politiche di remunerazione nel sistema di corporate governance / Brogi, Marina. - In: ANALISI GIURIDICA DELL'ECONOMIA. - ISSN 1720-951X. - STAMPA. - 4:(2014), pp. 275-294. [10.1433/78511]
Le politiche di remunerazione nel sistema di corporate governance
BROGI, Marina
2014
Abstract
Il lavoro è strutturato come segue: il secondo paragrafo inquadra le politiche di remunerazione all’interno del più ampio sistema di corporate governance e riporta una sintetica rassegna della letteratura rilevante; nel terzo paragrafo si esaminano alcuni aspetti chiave della definizione della politica di remunerazione; il quarto paragrafo presenta le misure e gli strumenti che meglio consentono di allineare gli interessi dei manager con quelli della società e degli azionisti nel perseguimento della creazione di valore sostenibile nel tempo; il quinto paragrafo propone alcune considerazioni conclusive ossia qualche spunto guardando avanti. L’evoluzione della normativa sulle politiche di remunerazione sembrerebbe quindi dimostrare che i consigli di amministrazione non sembrano essere stati sufficientemente incisivi. Infatti, nel caso delle società quotate, l’iniziale indicazione nei codici di autodisciplina di attribuire un ruolo consultivo ad un comitato remunerazioni composto prevalentemente da indipendenti, è stata poi affiancata da un requisito di trasparenza, ossia dalla preparazione di una relazione sulla remunerazione da presentare in assemblea e da assoggettare ad un voto consultivo che da ultimo sembrerebbe tendere verso un voto vincolante. Va rilevato che l’attribuzione del voto vincolante all’assemblea, se da un lato può contribuire a risolvere il problema di agenzia in caso di manager in società a proprietà diffusa, dall’altro lato potrebbe comunque rivelarsi inefficace nel caso di concentrated ownership in cui i soggetti da tutelare sarebbero non più gli azionisti rispetto al management ma gli azionisti di minoranza rispetto a management e azionisti di maggioranza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.