Dono o non dono? Questo è il problema

E' qualche tempo, pare, che le scelte che coinvolgono la morale creano insidiosi empasse per l’animo umano: e per le istituzioni non sembra diverso, perché dietro le istituzioni compaiono gli uomini, in ultima istanza; a volte vi scompaiono, spesso vi si nascondono. “But men are men, l’ho imparato a mie spese”, scrive nel suo Stracciafoglio Edoardo Sanguineti, e in ultimo aggiunge: “but words are words”, come a dire: “trovarli gli uomini di parola!”. Soprattutto quando le parole sono usate per annunciare “opere di bene”, che spesso rimangono parole e, più raramente, arrivano agli uomini. In questo numero proviamo a “rovesciarlo in positivo” – sempre per citare il Poeta - raccontando storie di Istituzioni che traducono parole in opere e, così facendo, toccano l’uomo. Vogliamo farlo raccontando alcuni esempi di prodotti finanziari innovativi e, soprattutto, riabilitando il ruolo della donazione. La donazione interpretata non come antico strumento di carità, ma come leva all’interno di un processo di innovazione che sta interessando anche il mercato della microfinanza, e della finanza inclusiva in generale. La divulgazione troppo scolastica del microcredito ha portato con se la diffusa opinione che la donazione toglie dignità al beneficiario e che, affinchè questi la riacquisti, l’unica condizione sia contrarre debiti per poi onorarli con puntualità.