Eretto su un'altura che domina l’attuale abitato di Montella, il Castello del Monte è posto sulla parte sommitale di un'area murata, terrazzata e digradante verso Nord-Est, all'interno della quale si trovano anche la chiesa di S. Maria della Neve e l'annesso convento. Il castello presenta possenti mura difensive a protezione di una corte su cui prospettano quelli che in epoca normanna erano i due poli integrati della residenza: il donjon cilindrico, recentemente restaurato, e il Palatium castri, oggi allo stato di rudere. Negli ultimi vent'anni del secolo scorso diverse campagne di scavo ne hanno disvelato la storia millenaria: dal primo insediamento di capanne al villaggio longobardo di VIII secolo, dalla gastaldaga realizzata nel IX secolo alla residenza feudale di epoca normanna, con la costruzione, nel XII secolo, della magna turris. Nel 1293 Carlo II d'Angiò confisca il castello: alla casa d'Angiò si devono i lavori che portarono al raddoppio della cinta difensiva del castello e alla recinzione dell'area digradante, strutturata in terrazzamenti coltivati a orti e giardini riforniti da una rete di acquedotti. Abbandonato dai Cavaniglia nel XV secolo e saccheggiato dalla spedizione di Lautrec nel 1528, il castello perse il ruolo di polo dell'area in favore del convento, sorto nella zona più a valle nel corso del XVI sec. e abbandonato nel 1921. La storia pluristratificata di questo insediamento è comune a quella di molti altri luoghi fortificati d’Irpinia, tra i tanti Rocca San Felice, Avella, Cervinara, tutti insediamenti fondati o adattati dai Longobardi, trasformati in epoca normanna in residenze gentilizie e poi più volte ampliati e alterati nei secoli successivi. Negli ultimi decenni l’attenzione verso queste architetture è certamente aumentata e numerose sono state non solo le campagne di scavo che hanno considerevolmente ampliato le nostre conoscenze storiche ma anche gli interventi di restauro e consolidamento, nonché le proposte di riuso. Operazioni, queste ultime, sulle quali è tuttavia necessaria qualche riflessione circa modalità e risultati, talvolta poco sensibili alla natura dei luoghi e alla necessità di valorizzare non solo il singolo episodio e le memorie in esso conservate ma anche di far rileggere, laddove possibile, le relazioni che tali insediamenti avevano fra loro e con il territorio circostante.
Il Castello del Monte a Montella e gli insediamenti fortificati d'Irpinia. Riflessioni in tema di riuso e valorizzazione / Docci, Marina; S., Volpe. - STAMPA. - (2014), pp. 116-116. (Intervento presentato al convegno Convegno scientifico in occasione dei Cinquant'anni di attività dell'Istituto Italiano dei Castelli, 1964-2014 tenutosi a Bologna nel 27-29 novembre 2014).
Il Castello del Monte a Montella e gli insediamenti fortificati d'Irpinia. Riflessioni in tema di riuso e valorizzazione
DOCCI, Marina;
2014
Abstract
Eretto su un'altura che domina l’attuale abitato di Montella, il Castello del Monte è posto sulla parte sommitale di un'area murata, terrazzata e digradante verso Nord-Est, all'interno della quale si trovano anche la chiesa di S. Maria della Neve e l'annesso convento. Il castello presenta possenti mura difensive a protezione di una corte su cui prospettano quelli che in epoca normanna erano i due poli integrati della residenza: il donjon cilindrico, recentemente restaurato, e il Palatium castri, oggi allo stato di rudere. Negli ultimi vent'anni del secolo scorso diverse campagne di scavo ne hanno disvelato la storia millenaria: dal primo insediamento di capanne al villaggio longobardo di VIII secolo, dalla gastaldaga realizzata nel IX secolo alla residenza feudale di epoca normanna, con la costruzione, nel XII secolo, della magna turris. Nel 1293 Carlo II d'Angiò confisca il castello: alla casa d'Angiò si devono i lavori che portarono al raddoppio della cinta difensiva del castello e alla recinzione dell'area digradante, strutturata in terrazzamenti coltivati a orti e giardini riforniti da una rete di acquedotti. Abbandonato dai Cavaniglia nel XV secolo e saccheggiato dalla spedizione di Lautrec nel 1528, il castello perse il ruolo di polo dell'area in favore del convento, sorto nella zona più a valle nel corso del XVI sec. e abbandonato nel 1921. La storia pluristratificata di questo insediamento è comune a quella di molti altri luoghi fortificati d’Irpinia, tra i tanti Rocca San Felice, Avella, Cervinara, tutti insediamenti fondati o adattati dai Longobardi, trasformati in epoca normanna in residenze gentilizie e poi più volte ampliati e alterati nei secoli successivi. Negli ultimi decenni l’attenzione verso queste architetture è certamente aumentata e numerose sono state non solo le campagne di scavo che hanno considerevolmente ampliato le nostre conoscenze storiche ma anche gli interventi di restauro e consolidamento, nonché le proposte di riuso. Operazioni, queste ultime, sulle quali è tuttavia necessaria qualche riflessione circa modalità e risultati, talvolta poco sensibili alla natura dei luoghi e alla necessità di valorizzare non solo il singolo episodio e le memorie in esso conservate ma anche di far rileggere, laddove possibile, le relazioni che tali insediamenti avevano fra loro e con il territorio circostante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.