ABSTRACT OF THE POSTER. How Amorites means a cultural complex recognizable by their strong language and some socio-economic characteristics that can be derived from the interpretation of historical sources, archaeological and anthropological of the ancient Near East. The Amorite language is a West Semitic unwritten but known in ancient Mesopotamia as the idiom in the first millennium BC the Assyrians ascrissero to the ethnic group of the Amurru (Akkadian), located to the west of the Empire, in the Syrian- Palestinian (Fig. 1: Satellite photo of the Syro-Plaestinese and the Arabian desert south). But their presence is documented before nell'onomastica texts Neosumerici the late third millennium BC, in the Royal Archives of Ebla in northern Syria (2350 BCE), in Akkadian documents from the second half of the third millennium BC (2500 BC ca), and, most likely, already recognized in the 'country of Sumer' in southern Mesopotamia (3000 BC approx.), if the term retained to identify and distinguish this population is nomadic Sumerian MAR.TU (Fig. 2: Satellite photograph of the Mesopotamia). Historically, dependent mostly from epigraphic sources and data of the material culture and art, it is not ruled out participation of the Amorites to destroy the important capital Ebla (Tell Mardikh), in northern Syria, about 2000 BC (Fig. 3: Aerial photo of Ebla), although it was also noted that the city was entirely rebuilt by local kings belonging to the lineage of the kings of the Age of the Archives, and the Texts of Ebla retain not only the names but the Amorites in the records of monthly textiles and metals in the annual reports of their decorative dagger is the weapon most mentioned (GIR-Mar-tu). On the other hand, during the same period, the texts neosumerici record the pressure from the East Elamites and the Amorites from the west as the two most hostile to maintaining the balance of political, diplomatic and economic aspects of the third dynasty of Ur (2112 - 2004 BC). In addition, since the reign of Ibbi-Sin (2028 - 2004 BC), it would appear that there has been more contact between the delegations and traders Eblaites and delegations from Ur of the messengers which, however, appear in the texts attributed to the reign of his predecessor Shu -Sin (2037-2029 BC), it follows that the interruption of relations between the south of Mesopotamia and northern Syria may have been determined precisely by the strong dynamism military exercised by certain intermediate aggregates placed in the air, which would have pressed from North and South Babylonia northern Syria. After the destruction of Ur, holy capital of the country of Sumer, destruction and looting which by tradition is ascribed mainly to the Elamite "hereditary enemies" who pushed in from the south-eastern Mesopotamia, such Ishbi-Erra (2017-1985 BC) rebels against the king of Mari, where he occupied an important position in the administration director, and proclaimed himself king of Isin, Naplanum - another name Amorite - instead takes power in Larsa (Fig. 4a-b: topographical maps of the city ​​of Isin and Larsa in southern Mesopotamia). In any case, the famous destruction of Ur and the failure of the political system of Ebla in the last years of the third millennium BC, following in North and South imposing works of urban reconstruction, Ur is destroyed and looted abandoned and will claim the centers of Isin and Larsa, continues and renews the worship of the major deities (Shamash and Ishtar) are founded new religious institutions (the system of Bala) and reinforced the ancient priesthoods (Giparu Ur)

ABSTRACT DEL POSTER. Come Amorrei si intende un complesso culturale riconoscibile per una forte identità linguistica e per alcuni caratteri socio-economici che possono essere desunti dall’interpretazione delle fonti storiche, archeologiche e antropologiche del Vicino Oriente antico. L’amorreo è una lingua semitica occidentale non scritta ma conosciuta nell’antica Mesopotamia come l’idioma che nel I millennio a.C. gli Assiri ascrissero al gruppo etnico degli Amurru (termine accadico), collocato ad Ovest dell’Impero, nell’area siro-palestinese (Fig. 1: Foto satellitare dell’area Siro-Plaestinese e il deserto sud-arabico). Ma la loro presenza è documentata ancor prima nell’onomastica dei testi Neosumerici della fine del III Millennio a.C., in quella degli Archivi Reale di Ebla nella Siria settentrionale (2350 a.C. ca), nei documenti Accadici della seconda metà del III Millennio a.C. (2500 a.C. ca), e, verosimilmente, riconosciuta già nel ‘Paese di Sumer’ in Mesopotamia meridionale (3000 a.C. ca.), se il termine conservato per identificare e distinguere questa popolazione nomade è il sumerico MAR.TU (Fig. 2: Fotografia satellitare della Mesopotamia). Sul piano storico, dipendente in massima parte dalle fonti epigrafiche e dai dati della cultura materiale e artistica, non è esclusa una partecipazione degli Amorrei alla distruzione dell’importante capitale Ebla (Tell Mardikh), nella Siria settentrionale, intorno al 2000 a.C. (Fig. 3: Foto aerea di Ebla); anche se è stato poi osservato che la città venne interamente ricostruita da sovrani appartenenti alla locale stirpe dei regnanti dell’Età degli Archivi, e che i Testi di Ebla conservano non solo nomi amorrei ma nei registri mensili di tessili e nei rendiconti annuali di metalli il loro pugnale è l’arma decorativa più menzionata (gír-mar-tu). D’altronde, nello stesso periodo, i testi neosumerici registrano la pressione di Elamiti da Est e di Amorrei da Ovest come le due realtà più ostili al mantenimento degli equilibri politici, diplomatici ed economici della terza dinastia di Ur (2112 – 2004 a.C.). Inoltre, a partire dal regno di Ibbi-Sin (2028 – 2004 a.C.) sembrerebbe che non vi sia stato più contatto tra le delegazioni e i commercianti eblaiti e le delegazioni dei messaggeri da Ur che, invece, compaiono nei testi ascrivibili al regno del predecessore Shu-Sin (2037-2029 a.C.); ne consegue che l’interruzione dei rapporti tra il Sud della Mesopotamia e il Nord della Siria possa essere stata determinata proprio dal forte dinamismo militare esercitato da alcune aggregazioni collocate nell’aria intermedia, le quali avrebbero pressato da Nord la Babilonia e da Sud la Siria settentrionale. Dopo la distruzione di Ur, capitale santa del Paese di Sumer, distruzione e saccheggio che viene ascritto dalla tradizione prevalentemente agli elamiti «i nemici ereditari» che si spinsero in Mesopotamia dall’area sud-orientale, un tale Ishbi-Erra (2017-1985 a.C.) si ribella al re di Mari, dove occupava un’importante posizione nell’amministrazione regia, e si proclama sovrano di Isin, Naplanum – altro nome amorreo – prende invece il potere a Larsa (Fig. 4a-b: le piante topografiche delle città di Isin e Larsa nella Mesopotamia meridionale). In ogni caso, alla celebre distruzione di Ur e al cedimento del sistema politico di Ebla negli ultimi anni del III Millennio a.C. seguono nel Nord e nel Sud imponenti opere di ricostruzione urbana; Ur distrutta e saccheggiata viene abbandonata e si affermano i centri di Isin e Larsa; si continua e si rinnova il culto delle maggiori divinità (Shamash ed Ishtar); vengono fondate nuove istituzioni religiose (il sistema del Bala) e rinforzati gli antichi sacerdozi (Giparu di Ur); si innalzano imponenti santuari (l’Ebabbar di Shamash a Larsa, il Tempio di Ishtar Kititum in Ishtschali-Neribtum) e vengono ingranditi i palazzi reali (Palazzo Reale di Mari); ad Ebla i maggiori edifici sacri e i luoghi di rappresentanza più illustri vengono restituiti ad un nuovo splendore. Dato l’insieme di questi edifici (Fig. 5: Pianta schematica dell’Ebabbar di Shamash a Larsa), non è da escludere che la frenetica attività costruttiva sia tra gli effetti visibili dell’occupazione amorrea del sud (ad opera delle locali dinastie di Isin e Larsa) e del nord dove le città coesistono a gruppi seminomadi (localizzati, prevalentemente, nell’area compresa tra la Siria interna e le appendici sudorientali del deserto siro-arabico). I dati che abbiamo a nostra disposizione indicano, tuttavia, che questa realtà culturale, tutt’altro che unitaria, mantenne sempre una forte mobilità e – allo stesso tempo – si organizzò in modi e forme diversificati, interagendo anche con le diverse città della Mesopotamia, della Siria e della Palestina. Nella Mesopotamia meridionale la costruzione del cosiddetto Muro dei Martu, registrata nei testi neosumerici, esemplifica la preoccupazione dei sovrani della III dinastia di Ur per le continue infiltrazioni di genti estranee alla locale cultura urbana («Martu abitatori di tende»; «Martu che non conosce casa e non conosce città»; «Martu che posseggono la forza della Tempesta del Sud»).

POSTER. Gli Amorrei / Ramazzotti, Marco. - (2010).

POSTER. Gli Amorrei

RAMAZZOTTI, Marco
2010

Abstract

ABSTRACT OF THE POSTER. How Amorites means a cultural complex recognizable by their strong language and some socio-economic characteristics that can be derived from the interpretation of historical sources, archaeological and anthropological of the ancient Near East. The Amorite language is a West Semitic unwritten but known in ancient Mesopotamia as the idiom in the first millennium BC the Assyrians ascrissero to the ethnic group of the Amurru (Akkadian), located to the west of the Empire, in the Syrian- Palestinian (Fig. 1: Satellite photo of the Syro-Plaestinese and the Arabian desert south). But their presence is documented before nell'onomastica texts Neosumerici the late third millennium BC, in the Royal Archives of Ebla in northern Syria (2350 BCE), in Akkadian documents from the second half of the third millennium BC (2500 BC ca), and, most likely, already recognized in the 'country of Sumer' in southern Mesopotamia (3000 BC approx.), if the term retained to identify and distinguish this population is nomadic Sumerian MAR.TU (Fig. 2: Satellite photograph of the Mesopotamia). Historically, dependent mostly from epigraphic sources and data of the material culture and art, it is not ruled out participation of the Amorites to destroy the important capital Ebla (Tell Mardikh), in northern Syria, about 2000 BC (Fig. 3: Aerial photo of Ebla), although it was also noted that the city was entirely rebuilt by local kings belonging to the lineage of the kings of the Age of the Archives, and the Texts of Ebla retain not only the names but the Amorites in the records of monthly textiles and metals in the annual reports of their decorative dagger is the weapon most mentioned (GIR-Mar-tu). On the other hand, during the same period, the texts neosumerici record the pressure from the East Elamites and the Amorites from the west as the two most hostile to maintaining the balance of political, diplomatic and economic aspects of the third dynasty of Ur (2112 - 2004 BC). In addition, since the reign of Ibbi-Sin (2028 - 2004 BC), it would appear that there has been more contact between the delegations and traders Eblaites and delegations from Ur of the messengers which, however, appear in the texts attributed to the reign of his predecessor Shu -Sin (2037-2029 BC), it follows that the interruption of relations between the south of Mesopotamia and northern Syria may have been determined precisely by the strong dynamism military exercised by certain intermediate aggregates placed in the air, which would have pressed from North and South Babylonia northern Syria. After the destruction of Ur, holy capital of the country of Sumer, destruction and looting which by tradition is ascribed mainly to the Elamite "hereditary enemies" who pushed in from the south-eastern Mesopotamia, such Ishbi-Erra (2017-1985 BC) rebels against the king of Mari, where he occupied an important position in the administration director, and proclaimed himself king of Isin, Naplanum - another name Amorite - instead takes power in Larsa (Fig. 4a-b: topographical maps of the city ​​of Isin and Larsa in southern Mesopotamia). In any case, the famous destruction of Ur and the failure of the political system of Ebla in the last years of the third millennium BC, following in North and South imposing works of urban reconstruction, Ur is destroyed and looted abandoned and will claim the centers of Isin and Larsa, continues and renews the worship of the major deities (Shamash and Ishtar) are founded new religious institutions (the system of Bala) and reinforced the ancient priesthoods (Giparu Ur)
2010
ABSTRACT DEL POSTER. Come Amorrei si intende un complesso culturale riconoscibile per una forte identità linguistica e per alcuni caratteri socio-economici che possono essere desunti dall’interpretazione delle fonti storiche, archeologiche e antropologiche del Vicino Oriente antico. L’amorreo è una lingua semitica occidentale non scritta ma conosciuta nell’antica Mesopotamia come l’idioma che nel I millennio a.C. gli Assiri ascrissero al gruppo etnico degli Amurru (termine accadico), collocato ad Ovest dell’Impero, nell’area siro-palestinese (Fig. 1: Foto satellitare dell’area Siro-Plaestinese e il deserto sud-arabico). Ma la loro presenza è documentata ancor prima nell’onomastica dei testi Neosumerici della fine del III Millennio a.C., in quella degli Archivi Reale di Ebla nella Siria settentrionale (2350 a.C. ca), nei documenti Accadici della seconda metà del III Millennio a.C. (2500 a.C. ca), e, verosimilmente, riconosciuta già nel ‘Paese di Sumer’ in Mesopotamia meridionale (3000 a.C. ca.), se il termine conservato per identificare e distinguere questa popolazione nomade è il sumerico MAR.TU (Fig. 2: Fotografia satellitare della Mesopotamia). Sul piano storico, dipendente in massima parte dalle fonti epigrafiche e dai dati della cultura materiale e artistica, non è esclusa una partecipazione degli Amorrei alla distruzione dell’importante capitale Ebla (Tell Mardikh), nella Siria settentrionale, intorno al 2000 a.C. (Fig. 3: Foto aerea di Ebla); anche se è stato poi osservato che la città venne interamente ricostruita da sovrani appartenenti alla locale stirpe dei regnanti dell’Età degli Archivi, e che i Testi di Ebla conservano non solo nomi amorrei ma nei registri mensili di tessili e nei rendiconti annuali di metalli il loro pugnale è l’arma decorativa più menzionata (gír-mar-tu). D’altronde, nello stesso periodo, i testi neosumerici registrano la pressione di Elamiti da Est e di Amorrei da Ovest come le due realtà più ostili al mantenimento degli equilibri politici, diplomatici ed economici della terza dinastia di Ur (2112 – 2004 a.C.). Inoltre, a partire dal regno di Ibbi-Sin (2028 – 2004 a.C.) sembrerebbe che non vi sia stato più contatto tra le delegazioni e i commercianti eblaiti e le delegazioni dei messaggeri da Ur che, invece, compaiono nei testi ascrivibili al regno del predecessore Shu-Sin (2037-2029 a.C.); ne consegue che l’interruzione dei rapporti tra il Sud della Mesopotamia e il Nord della Siria possa essere stata determinata proprio dal forte dinamismo militare esercitato da alcune aggregazioni collocate nell’aria intermedia, le quali avrebbero pressato da Nord la Babilonia e da Sud la Siria settentrionale. Dopo la distruzione di Ur, capitale santa del Paese di Sumer, distruzione e saccheggio che viene ascritto dalla tradizione prevalentemente agli elamiti «i nemici ereditari» che si spinsero in Mesopotamia dall’area sud-orientale, un tale Ishbi-Erra (2017-1985 a.C.) si ribella al re di Mari, dove occupava un’importante posizione nell’amministrazione regia, e si proclama sovrano di Isin, Naplanum – altro nome amorreo – prende invece il potere a Larsa (Fig. 4a-b: le piante topografiche delle città di Isin e Larsa nella Mesopotamia meridionale). In ogni caso, alla celebre distruzione di Ur e al cedimento del sistema politico di Ebla negli ultimi anni del III Millennio a.C. seguono nel Nord e nel Sud imponenti opere di ricostruzione urbana; Ur distrutta e saccheggiata viene abbandonata e si affermano i centri di Isin e Larsa; si continua e si rinnova il culto delle maggiori divinità (Shamash ed Ishtar); vengono fondate nuove istituzioni religiose (il sistema del Bala) e rinforzati gli antichi sacerdozi (Giparu di Ur); si innalzano imponenti santuari (l’Ebabbar di Shamash a Larsa, il Tempio di Ishtar Kititum in Ishtschali-Neribtum) e vengono ingranditi i palazzi reali (Palazzo Reale di Mari); ad Ebla i maggiori edifici sacri e i luoghi di rappresentanza più illustri vengono restituiti ad un nuovo splendore. Dato l’insieme di questi edifici (Fig. 5: Pianta schematica dell’Ebabbar di Shamash a Larsa), non è da escludere che la frenetica attività costruttiva sia tra gli effetti visibili dell’occupazione amorrea del sud (ad opera delle locali dinastie di Isin e Larsa) e del nord dove le città coesistono a gruppi seminomadi (localizzati, prevalentemente, nell’area compresa tra la Siria interna e le appendici sudorientali del deserto siro-arabico). I dati che abbiamo a nostra disposizione indicano, tuttavia, che questa realtà culturale, tutt’altro che unitaria, mantenne sempre una forte mobilità e – allo stesso tempo – si organizzò in modi e forme diversificati, interagendo anche con le diverse città della Mesopotamia, della Siria e della Palestina. Nella Mesopotamia meridionale la costruzione del cosiddetto Muro dei Martu, registrata nei testi neosumerici, esemplifica la preoccupazione dei sovrani della III dinastia di Ur per le continue infiltrazioni di genti estranee alla locale cultura urbana («Martu abitatori di tende»; «Martu che non conosce casa e non conosce città»; «Martu che posseggono la forza della Tempesta del Sud»).
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