The paper acknowledges the «Fornero’s reform» the merit of having restored universal and flexible rules for retirement, not also the one of having reformed the conversion coefficients prescribing they are assigned to each cohorts, according to the protocol followed by all other countries which adopted the notional defined contribution scheme. Coefficients «by cohorts» are necessary to avoid the intra‑generational and inter‑generational unfairness implied by the Italian erga omnes ones. The former are also urgent to avoid the unconstitutionality risks faced by the latter. The paper also offers a projection to 2068 for erga omnes coefficients as well as the age and seniority requirements for retirement established by the reform.

La «riforma Fornero», più esattamente l’Art. 24 della Legge 214 del 2011 che ha convertito il decreto «Salva Italia» del Governo Monti, persegue lo scopo di realizzare tagli alla spesa previdenziale per contribuire al contenimento strutturale del deficit pubblico. Tuttavia, al nuovo sistema di requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione, entrati in vigore nel 2012, va riconosciuto lo sforzo di rimettere ordine nel caos che si era determinato dopo lo «scalone» della «riforma Maroni» (Legge 243 del 2004) e le «quote» della «contro‑riforma Prodi» (Legge 247 del 2007). In modi diversi, entrambi quei provvedimenti avevano «sfigurato» il sistema contributivo italiano mutilandolo di un «tratto somatico» qualificante: la flessibilità del pensionamento, intesa come fascia d’età entro la quale i lavoratori sono chiamati a scegliere quando andare in pensione. Paradossalmente, ciò era avvenuto a distanza di pochi anni dalla «riforma Dini» (Legge 335 del 1995) che della flessibilità aveva fatto una bandiera per attrarre il paese verso la scelta contributiva. La nuova riforma non interviene, invece, sulle malformazioni congenite che immiseriscono il sistema italiano fin dalla menzionata riforma Dini, compromettendone il significato e differenziandolo dai sistemi scandinavi (Svezia e Norvegia) e nord‑europei (Polonia e Lettonia) che dal dibattito politico e accademico internazionale sono riconosciuti come implementazioni autentiche del modello NDC (Notional Defined Contribution).

Cos'altro dopo la Fornero? [What after Fornero's reform] / Gronchi, Sandro; Manca, Raimondo. - In: POLITICA ECONOMICA. - ISSN 1120-9496. - STAMPA. - 3:29(2013), pp. 241-268. [10.1429/77316]

Cos'altro dopo la Fornero? [What after Fornero's reform]

GRONCHI, Sandro;MANCA, Raimondo
2013

Abstract

The paper acknowledges the «Fornero’s reform» the merit of having restored universal and flexible rules for retirement, not also the one of having reformed the conversion coefficients prescribing they are assigned to each cohorts, according to the protocol followed by all other countries which adopted the notional defined contribution scheme. Coefficients «by cohorts» are necessary to avoid the intra‑generational and inter‑generational unfairness implied by the Italian erga omnes ones. The former are also urgent to avoid the unconstitutionality risks faced by the latter. The paper also offers a projection to 2068 for erga omnes coefficients as well as the age and seniority requirements for retirement established by the reform.
2013
La «riforma Fornero», più esattamente l’Art. 24 della Legge 214 del 2011 che ha convertito il decreto «Salva Italia» del Governo Monti, persegue lo scopo di realizzare tagli alla spesa previdenziale per contribuire al contenimento strutturale del deficit pubblico. Tuttavia, al nuovo sistema di requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione, entrati in vigore nel 2012, va riconosciuto lo sforzo di rimettere ordine nel caos che si era determinato dopo lo «scalone» della «riforma Maroni» (Legge 243 del 2004) e le «quote» della «contro‑riforma Prodi» (Legge 247 del 2007). In modi diversi, entrambi quei provvedimenti avevano «sfigurato» il sistema contributivo italiano mutilandolo di un «tratto somatico» qualificante: la flessibilità del pensionamento, intesa come fascia d’età entro la quale i lavoratori sono chiamati a scegliere quando andare in pensione. Paradossalmente, ciò era avvenuto a distanza di pochi anni dalla «riforma Dini» (Legge 335 del 1995) che della flessibilità aveva fatto una bandiera per attrarre il paese verso la scelta contributiva. La nuova riforma non interviene, invece, sulle malformazioni congenite che immiseriscono il sistema italiano fin dalla menzionata riforma Dini, compromettendone il significato e differenziandolo dai sistemi scandinavi (Svezia e Norvegia) e nord‑europei (Polonia e Lettonia) che dal dibattito politico e accademico internazionale sono riconosciuti come implementazioni autentiche del modello NDC (Notional Defined Contribution).
pension; Notional Defined Contribution (NDC); coort; transformation coefficients
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Cos'altro dopo la Fornero? [What after Fornero's reform] / Gronchi, Sandro; Manca, Raimondo. - In: POLITICA ECONOMICA. - ISSN 1120-9496. - STAMPA. - 3:29(2013), pp. 241-268. [10.1429/77316]
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