Intorno all’anno 1680, pertanto cinque anni prima della realizzazione della grande tela per la cupola di Sant’Ignazio, Andrea Pozzo ebbe l’incarico di affrescare il corridoio davanti alle camere dove aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita il fondatore della Compagnia di Gesù. Il fratello coadiutore, si trovò ad intervenire in un modesto ambiente trapezioidale largo circa quattro metri, lungo sul lato minore quindici e cinquanta e su quello maggiore diciotto metri, l’altezza all’imposta della volta a botte, a profilo ribassato, circa tre metri e cinquanta; ma proprio le ridotte dimensioni e la particolare geometria dello spazio fecero scaturire in lui lo stimolo a confrontarsi con tali vincoli, negandoli e sovvertendo l’architettura reale con una illusoria prodotta dalla sua sapiente arte. Il geniale artista volle ripartire lo spazio dipingendo prospetticamente sulle pareti longitudinali e sulla volta una serie di lesene e travi da un unico centro di proiezione, in modo tale che un osservatore posto al centro della galleria potesse cogliere, ed essere immerso in un nuovo spazio costituito da elementi architettonici, decorazioni e figure che fuoriescono dalle superfici reali. Pertanto non si tratta di considerare cinque prospettive autonome l’una dalle altre, tre – per così dire – semplici sulle pareti longitudinali e su quella d’ingresso, una sulla volta che ora appare rettificata e una obliqua sulla parete di fondo, ma di un’unica prospettiva. Il presente contributo ha inteso indagare, analizzare e proporre una soluzione teorica circa la realizzazione della quadratura della parete obliqua di fondo del Corridoio. Nella quale Andrea Pozzo, nella sua visione di un nuovo spazio, volle rivoluzionare quello fisico esistente a favore di uno nuovo ed originale; così nel caso appunto della parete di fondo, intese rettificare la stessa, portandola ad essere ortogonale rispetto a quelle longitudinali, ma non solo questo fu il lavoro di Pozzo, egli prolungò anche lo spazio sfondando la parete stessa il tutto attraverso il sapiente uso della prospettiva e della sua grande arte pittorica.

La galleria di Sant'Ignazio alla Casa professa del Gesù. Problema teorico circa la prospettiva della parete di fondo / Fasolo, Marco. - STAMPA. - (2004), pp. 149-154. (Intervento presentato al convegno L'Architettura dell'inganno. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca tenutosi a Rimini nel 28-29-30 novembre 2002).

La galleria di Sant'Ignazio alla Casa professa del Gesù. Problema teorico circa la prospettiva della parete di fondo.

FASOLO, Marco
2004

Abstract

Intorno all’anno 1680, pertanto cinque anni prima della realizzazione della grande tela per la cupola di Sant’Ignazio, Andrea Pozzo ebbe l’incarico di affrescare il corridoio davanti alle camere dove aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita il fondatore della Compagnia di Gesù. Il fratello coadiutore, si trovò ad intervenire in un modesto ambiente trapezioidale largo circa quattro metri, lungo sul lato minore quindici e cinquanta e su quello maggiore diciotto metri, l’altezza all’imposta della volta a botte, a profilo ribassato, circa tre metri e cinquanta; ma proprio le ridotte dimensioni e la particolare geometria dello spazio fecero scaturire in lui lo stimolo a confrontarsi con tali vincoli, negandoli e sovvertendo l’architettura reale con una illusoria prodotta dalla sua sapiente arte. Il geniale artista volle ripartire lo spazio dipingendo prospetticamente sulle pareti longitudinali e sulla volta una serie di lesene e travi da un unico centro di proiezione, in modo tale che un osservatore posto al centro della galleria potesse cogliere, ed essere immerso in un nuovo spazio costituito da elementi architettonici, decorazioni e figure che fuoriescono dalle superfici reali. Pertanto non si tratta di considerare cinque prospettive autonome l’una dalle altre, tre – per così dire – semplici sulle pareti longitudinali e su quella d’ingresso, una sulla volta che ora appare rettificata e una obliqua sulla parete di fondo, ma di un’unica prospettiva. Il presente contributo ha inteso indagare, analizzare e proporre una soluzione teorica circa la realizzazione della quadratura della parete obliqua di fondo del Corridoio. Nella quale Andrea Pozzo, nella sua visione di un nuovo spazio, volle rivoluzionare quello fisico esistente a favore di uno nuovo ed originale; così nel caso appunto della parete di fondo, intese rettificare la stessa, portandola ad essere ortogonale rispetto a quelle longitudinali, ma non solo questo fu il lavoro di Pozzo, egli prolungò anche lo spazio sfondando la parete stessa il tutto attraverso il sapiente uso della prospettiva e della sua grande arte pittorica.
2004
L'Architettura dell'inganno. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca
quadraturismo; history of perspective; storia della prospettiva
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La galleria di Sant'Ignazio alla Casa professa del Gesù. Problema teorico circa la prospettiva della parete di fondo / Fasolo, Marco. - STAMPA. - (2004), pp. 149-154. (Intervento presentato al convegno L'Architettura dell'inganno. Quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca tenutosi a Rimini nel 28-29-30 novembre 2002).
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