Le risposte emotive del clinico nei confronti del paziente possono essere una fonte rilevante di informazioni diagnostiche e terapeutiche e giocare un ruolo fondamentale per il processo e l’esito delle psicoterapie. Alcuni studi hanno evidenziato che specifiche caratteristiche di personalità del paziente, così come distinti quadri psicopatologici, tendono a evocare pattern controtransferali che si ripetono in modo relativamente stabile, clinicamente coerente e prevedibile. Tuttavia, finora, nessuna ricerca ha focalizzato l’attenzione sull’impatto che i sintomi possono avere nel rapporto tra personalità e controtransfert. Obiettivi di questo studio sono: 1) indagare la relazione tra risposte del clinico e sintomatologia del paziente; 2) esplorare il possibile effetto di mediazione della gravità sintomatologica sulla relazione tra risposte controtransferali e disturbi di personalità del paziente. A un campione di clinici italiani (N=198) è stato chiesto di compilare il TRQ (Zittel, Westen, 2003) per la valutazione dei pattern controtransferali, e la SWAP-200 (Westen, Shedler, 1999) per l’assessment di personalità relativo a un loro paziente selezionato in base ai seguenti criteri: almeno 18 anni; senza diagnosi di disturbi psicotici o gravi disturbi clinici del DSM; in trattamento da almeno 8 sedute. I pazienti hanno compilato l’SCL-90-R (Derogatis, 1994) per la valutazione della gravità sintomatologica. Lo studio ha mostrato che la sintomatologia del paziente media parzialmente la relazione tra alcuni disturbi di personalità e le risposte del terapeuta ma, in generale, l’impatto dei sintomi è meno consistente dello stile di personalità. Livelli più elevati di gravità sintomatologica sono associati a intensi sentimenti di sopraffazione/sopraffazione, ansia e impotenza. Queste reazioni controtransferali non sono influenzate dall’orientamento teorico dei terapeuti (né da età, genere, professione, esperienza). Le implicazioni cliniche di questi risultati saranno discusse.
RISPOSTE EMOTIVE DEL TERAPEUTA, PERSONALITA’ DEL PAZIENTE E SUA SINTOMATOLOGIA: UN’ANALISI MEDIAZIONALE / Tanzilli, Annalisa; A., Colli; Lingiardi, Vittorio. - STAMPA. - (2014), pp. 49-49. (Intervento presentato al convegno La ricerca in psicoterapia nell’era del DSM-5: back or forth? X Congresso Nazionale SPR-Italy Area Group tenutosi a Padova nel 12-14 settembre 2014).
RISPOSTE EMOTIVE DEL TERAPEUTA, PERSONALITA’ DEL PAZIENTE E SUA SINTOMATOLOGIA: UN’ANALISI MEDIAZIONALE
TANZILLI, ANNALISA;LINGIARDI, Vittorio
2014
Abstract
Le risposte emotive del clinico nei confronti del paziente possono essere una fonte rilevante di informazioni diagnostiche e terapeutiche e giocare un ruolo fondamentale per il processo e l’esito delle psicoterapie. Alcuni studi hanno evidenziato che specifiche caratteristiche di personalità del paziente, così come distinti quadri psicopatologici, tendono a evocare pattern controtransferali che si ripetono in modo relativamente stabile, clinicamente coerente e prevedibile. Tuttavia, finora, nessuna ricerca ha focalizzato l’attenzione sull’impatto che i sintomi possono avere nel rapporto tra personalità e controtransfert. Obiettivi di questo studio sono: 1) indagare la relazione tra risposte del clinico e sintomatologia del paziente; 2) esplorare il possibile effetto di mediazione della gravità sintomatologica sulla relazione tra risposte controtransferali e disturbi di personalità del paziente. A un campione di clinici italiani (N=198) è stato chiesto di compilare il TRQ (Zittel, Westen, 2003) per la valutazione dei pattern controtransferali, e la SWAP-200 (Westen, Shedler, 1999) per l’assessment di personalità relativo a un loro paziente selezionato in base ai seguenti criteri: almeno 18 anni; senza diagnosi di disturbi psicotici o gravi disturbi clinici del DSM; in trattamento da almeno 8 sedute. I pazienti hanno compilato l’SCL-90-R (Derogatis, 1994) per la valutazione della gravità sintomatologica. Lo studio ha mostrato che la sintomatologia del paziente media parzialmente la relazione tra alcuni disturbi di personalità e le risposte del terapeuta ma, in generale, l’impatto dei sintomi è meno consistente dello stile di personalità. Livelli più elevati di gravità sintomatologica sono associati a intensi sentimenti di sopraffazione/sopraffazione, ansia e impotenza. Queste reazioni controtransferali non sono influenzate dall’orientamento teorico dei terapeuti (né da età, genere, professione, esperienza). Le implicazioni cliniche di questi risultati saranno discusse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.