I contatti antichi e moderni dei popoli non sono stati sempre idilliaci, più frequente è stata la violenza delle guerre e delle occupazioni, spesso sono state le relazioni commerciali a dare la possibilità di incontri pacifici, ma ogni contatto ha lasciato tracce profonde. L’Albania, terra di occupazione dai tempi più antichi, conserva nella sua lingua questi segni che nel corso dei millenni si sono integrati e mascherati nella lingua e sono riconoscibili solo dai linguisti . Una lingua che appartiene alla famiglia indoeuropea, * māter, gr. μήτηρ, lat. māter, got. muoter, alb. motër, con il cambio del significato da “madre” a “sorella”, nella quale si rinvengono testimonianze concordanti col rumeno avull (vapore), da alcuni linguisti considerate forme del substrato balcanico-tracio da altri una influenza dell’albanese sul rumeno. Roma non riuscì a romanizzarla, ma depositò suoi prestiti, es. aurum > ar, amicus>mik, e poi gli slavi, giunti nell’VIII sec., alb. bujar, sl. bojar, nobile, ricco, it. Boiardo o boiaro(v. Devoti-Oli); i bizantini influenzarono vari campi semantici, da quello religioso all’agricoltura, mentre il greco antico non riuscì a penetrare profondamente nella lingua albanese. La presenza veneziana resta anche nella lingua goto> alb. gota (bicchiere), e di seguito la plurisecolare occupazione degli ottomani (dal XV ai primi anni del XX sec.), pur se il Nord si mantiene cattolico e diffonde italianismi soprattutto di natura religiosa, e poi gli italiani, senza trascurare le influenze della cultura di altri popoli europei lontani, un continuo contatto e un arricchimento linguistico per esprimere “nuovi bisogni”. Il mondo globale con la lingua dell’impero, tecnologica e commerciale, irrompe prepotentemente alla caduta del regime comunista, che aveva perseguito la politica del purismo linguistico, nei campi semantici del quotidiano e in quelli settoriali. La velocità della comunicazione e della informazione che caratterizza i contatti globali a distanza esige risposte immediate e di conseguenza non concede tempo di pensare e tradurre, dall’altra la lingua dell’economia con la caratteristica dell’univoco riferimento e della comprensione internazionale, ha influito sull’albanese con l’assorbimento di prestiti lessicali riconoscibili in tutta Europa e direi nel mondo. Problemi che accomunano la lingua albanese all’italiana e ad altre nazioni europee. Ne è prova, oltre che la stampa quotidiana, la Legge sul pagamento con strumenti elettronici, pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale albanese il 6.2.2008, dove accanto ai prestiti come cash, çek, o acronimi come PIN, EFTOS, si leggono calchi parziali, paper-bazed alb. bazë-letër con una inversione dell’ordine semantico che non rispetta la grammatica albanese. Certamente non si pensa a un antistorico purismo, ma sarebbero da evitare quei prestiti introdotti dai giornalisti es. “enciclica”, il cui significato è stato “laicizzato”, in traduzione il titolo del giornale Shekulli “L’enciclica del Partito socialista per l’agricoltura”; sarebbe stato normale l’acclimatato dukument (documento). L’Albania in procinto di entrare nella Unione Europea, dovrà prepararsi con l’adozione di strumenti di conoscenze, non sempre attuabili per le difficoltà economiche nelle quali lavorano i linguisti albanesi; ma si può già avviare una prima riflessione sulla identità, valorizzando quegli elementi comuni, nella cultura e nella lingua, per un “comune senso di appartenenza europeo”.

Contatti antichi e contemporanei della lingua albanese in prospettiva di una convergenza europea / Miracco, Elio. - (2008). (Intervento presentato al convegno Semplificazione, internazionalizzazione e innovazione nella didattica delle lingue europee tenutosi a Roma La Sapienza nel 18-19 aprile 2008).

Contatti antichi e contemporanei della lingua albanese in prospettiva di una convergenza europea

MIRACCO, ELIO
2008

Abstract

I contatti antichi e moderni dei popoli non sono stati sempre idilliaci, più frequente è stata la violenza delle guerre e delle occupazioni, spesso sono state le relazioni commerciali a dare la possibilità di incontri pacifici, ma ogni contatto ha lasciato tracce profonde. L’Albania, terra di occupazione dai tempi più antichi, conserva nella sua lingua questi segni che nel corso dei millenni si sono integrati e mascherati nella lingua e sono riconoscibili solo dai linguisti . Una lingua che appartiene alla famiglia indoeuropea, * māter, gr. μήτηρ, lat. māter, got. muoter, alb. motër, con il cambio del significato da “madre” a “sorella”, nella quale si rinvengono testimonianze concordanti col rumeno avull (vapore), da alcuni linguisti considerate forme del substrato balcanico-tracio da altri una influenza dell’albanese sul rumeno. Roma non riuscì a romanizzarla, ma depositò suoi prestiti, es. aurum > ar, amicus>mik, e poi gli slavi, giunti nell’VIII sec., alb. bujar, sl. bojar, nobile, ricco, it. Boiardo o boiaro(v. Devoti-Oli); i bizantini influenzarono vari campi semantici, da quello religioso all’agricoltura, mentre il greco antico non riuscì a penetrare profondamente nella lingua albanese. La presenza veneziana resta anche nella lingua goto> alb. gota (bicchiere), e di seguito la plurisecolare occupazione degli ottomani (dal XV ai primi anni del XX sec.), pur se il Nord si mantiene cattolico e diffonde italianismi soprattutto di natura religiosa, e poi gli italiani, senza trascurare le influenze della cultura di altri popoli europei lontani, un continuo contatto e un arricchimento linguistico per esprimere “nuovi bisogni”. Il mondo globale con la lingua dell’impero, tecnologica e commerciale, irrompe prepotentemente alla caduta del regime comunista, che aveva perseguito la politica del purismo linguistico, nei campi semantici del quotidiano e in quelli settoriali. La velocità della comunicazione e della informazione che caratterizza i contatti globali a distanza esige risposte immediate e di conseguenza non concede tempo di pensare e tradurre, dall’altra la lingua dell’economia con la caratteristica dell’univoco riferimento e della comprensione internazionale, ha influito sull’albanese con l’assorbimento di prestiti lessicali riconoscibili in tutta Europa e direi nel mondo. Problemi che accomunano la lingua albanese all’italiana e ad altre nazioni europee. Ne è prova, oltre che la stampa quotidiana, la Legge sul pagamento con strumenti elettronici, pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale albanese il 6.2.2008, dove accanto ai prestiti come cash, çek, o acronimi come PIN, EFTOS, si leggono calchi parziali, paper-bazed alb. bazë-letër con una inversione dell’ordine semantico che non rispetta la grammatica albanese. Certamente non si pensa a un antistorico purismo, ma sarebbero da evitare quei prestiti introdotti dai giornalisti es. “enciclica”, il cui significato è stato “laicizzato”, in traduzione il titolo del giornale Shekulli “L’enciclica del Partito socialista per l’agricoltura”; sarebbe stato normale l’acclimatato dukument (documento). L’Albania in procinto di entrare nella Unione Europea, dovrà prepararsi con l’adozione di strumenti di conoscenze, non sempre attuabili per le difficoltà economiche nelle quali lavorano i linguisti albanesi; ma si può già avviare una prima riflessione sulla identità, valorizzando quegli elementi comuni, nella cultura e nella lingua, per un “comune senso di appartenenza europeo”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/61561
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