Alla base del lavoro di ricerca vi è la considerazione che il sistema carcerario deve essere oggetto di riflessione oltre che della politica anche del mondo della ricerca architettonica. La ricerca vuole indagare, con la consulenza dell’Università di Darmstadt e con il contributo sperimentale di alcune tesi di laurea, alcune tematichee principi legati alla progettazione del sistema del carcere e delle sue necessarie evoluzioni in termini di ciò che esso significa e rappresenta, le suepossibili configurazioni spaziali ed il legame con la città ed il territorio. Nell’articolo 27della Costituzione silegge «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato», e tenendo fede alle Riforme dell’Ordinamento Penitenziario del 1975 e del 2000 (L.354/1975) e (dpr. 230/2000) che definivano la nuova funzione del carcere che «da istituzione di mera custodia e d’isolamento (…) diviene istituzione che deve favorire la risocializzazione del detenuto», ci rendiamo conto che ambedue sono fortemente disattese e che vi è una necessità improrogabile di ragionare su cosa significa e rappresenta una tale istituzione all’interno della società, sperimentando nuove modalità organizzative di vita e di lavoro e, di conseguenza, la completa riorganizzazione della configurazione spaziale interna ed esterna anche in relazione al contesto circostante. L'edificio carcerario pensato all’interno delle Riforme è in netta antitesi con il concetto del carcere d’isolamento basato su uno schema rigido, indifferenziato e ripetitivo incentrato sempre su un’idea di chiusura. Il carcere di nuova generazione, sostenibile nel suo insieme, si fonda su un’idea di connessione con il sociale e con il territorio, è pensato con una più articolata organizzazione degli spazi fondati su nuove sensibilità per i bisogni fisici e psicologici di tutta la comunità costretta a vivere al suo interno per motivi giudiziari o anche solo di lavoro. Recentemente sono in corso alcune iniziative per cercare di dare soluzioni al disagio dei detenuti, sono stati proposti modelli di “carceri possibili” nei quali poter fornire una formazione professionale nell’ambito di attività imprenditoriali/ artigianali /industriali sviluppate nell’ambiente carcerario stesso e spendibili nel mercato del lavoro. D’altro canto dobbiamo tenere conto che anche le stesse caratteristiche intrinseche degli edifici (il rapporto luce-oscurità, il dimensionamento degli spazi, l’areazione, la colorazione degli ambienti, il tipo dei materiali impiegati, il controllo del rumore etc.) hanno un impatto altamente significativo sul comportamento delle persone e contribuiscono in misura decisiva alla riuscita della sperimentazione progettuale. La ricerca condotta all’interno del DIAP (Dipartimento di Architettura e Progetto) si avvale della consulenza del Fachbereich Entwerfen und Wohnungsbau dell’Università di Darmstadt per quanto riguarda la progettazione sostenibile integrata con particolare riguardo al tema dell’efficienza energetica ed ha come obiettivo l’individuazione, anche attraverso la stesura di progetti pilota, di alcuni punti chiave dai quali ripartire, in modo strategico, per la progettazione del sistema delle carceri.
Un Carcere Possibile / Salimei, Guendalina; L., Ferroglio; M., Ferrari; C., Lepratti. - STAMPA. - (2014), pp. 194-197. (Intervento presentato al convegno L’ architettura è un prodotto socialmente utile ? tenutosi a Torino nel 4-5 Ottobre 2014).
Un Carcere Possibile
SALIMEI, Guendalina;
2014
Abstract
Alla base del lavoro di ricerca vi è la considerazione che il sistema carcerario deve essere oggetto di riflessione oltre che della politica anche del mondo della ricerca architettonica. La ricerca vuole indagare, con la consulenza dell’Università di Darmstadt e con il contributo sperimentale di alcune tesi di laurea, alcune tematichee principi legati alla progettazione del sistema del carcere e delle sue necessarie evoluzioni in termini di ciò che esso significa e rappresenta, le suepossibili configurazioni spaziali ed il legame con la città ed il territorio. Nell’articolo 27della Costituzione silegge «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato», e tenendo fede alle Riforme dell’Ordinamento Penitenziario del 1975 e del 2000 (L.354/1975) e (dpr. 230/2000) che definivano la nuova funzione del carcere che «da istituzione di mera custodia e d’isolamento (…) diviene istituzione che deve favorire la risocializzazione del detenuto», ci rendiamo conto che ambedue sono fortemente disattese e che vi è una necessità improrogabile di ragionare su cosa significa e rappresenta una tale istituzione all’interno della società, sperimentando nuove modalità organizzative di vita e di lavoro e, di conseguenza, la completa riorganizzazione della configurazione spaziale interna ed esterna anche in relazione al contesto circostante. L'edificio carcerario pensato all’interno delle Riforme è in netta antitesi con il concetto del carcere d’isolamento basato su uno schema rigido, indifferenziato e ripetitivo incentrato sempre su un’idea di chiusura. Il carcere di nuova generazione, sostenibile nel suo insieme, si fonda su un’idea di connessione con il sociale e con il territorio, è pensato con una più articolata organizzazione degli spazi fondati su nuove sensibilità per i bisogni fisici e psicologici di tutta la comunità costretta a vivere al suo interno per motivi giudiziari o anche solo di lavoro. Recentemente sono in corso alcune iniziative per cercare di dare soluzioni al disagio dei detenuti, sono stati proposti modelli di “carceri possibili” nei quali poter fornire una formazione professionale nell’ambito di attività imprenditoriali/ artigianali /industriali sviluppate nell’ambiente carcerario stesso e spendibili nel mercato del lavoro. D’altro canto dobbiamo tenere conto che anche le stesse caratteristiche intrinseche degli edifici (il rapporto luce-oscurità, il dimensionamento degli spazi, l’areazione, la colorazione degli ambienti, il tipo dei materiali impiegati, il controllo del rumore etc.) hanno un impatto altamente significativo sul comportamento delle persone e contribuiscono in misura decisiva alla riuscita della sperimentazione progettuale. La ricerca condotta all’interno del DIAP (Dipartimento di Architettura e Progetto) si avvale della consulenza del Fachbereich Entwerfen und Wohnungsbau dell’Università di Darmstadt per quanto riguarda la progettazione sostenibile integrata con particolare riguardo al tema dell’efficienza energetica ed ha come obiettivo l’individuazione, anche attraverso la stesura di progetti pilota, di alcuni punti chiave dai quali ripartire, in modo strategico, per la progettazione del sistema delle carceri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.