A brief overview of the different positions presenting in the history of western thought on the body/mind problem will be presented. Particular attention will be paid to the success of reductionist monism in the second half of the XIX century, and to the negative consequences for the progress of theory and of research due to dogmatic absolutisation of the ensuing scientific paradigm. The reaction to all this on part of those currents of thought which are known under the label of “psychosomatic” runs the risk of restating an obsolete dualism, to the extent that the influence of something named “mind” on something named “body” is explicitly or implicitly posited. A different position is therefore proposed, defined as non-reductionist monism joint with epistemological dualism, whereas body and mind are defined as two categories having to do with the perspective of the observer and not as separate entities, endowed with some kind of intrinsic existence (see e.g. Matthis, 2000; De Toffoli, 2007). A possibility at this point is to replace the body-mind dialectic with a view of the relationships among different interacting systems of the organism – as proposed in these specific terms by Wilma Bucci (1997) but in more general terms by several psychoanalytic authors - provided that each system is considered to entail both a bodily and a mental aspect, according to the modality of observation. Somatic pathology in this framework is viewed no more as due to influence of “mind” on “body”, but as due to disconnection between different systems. On the other hand emergence of a somatic symptom, though witness to disconnection, may also represent at the same time a first effort at reconnection, which may be successful when ad adequate container is available. An illustrative clinical vignette will be presented.

Abstract Viene svolta una breve panoramica delle posizioni che si sono presentate nella storia del pensiero occidentale rispetto al problema corpo/mente. Particolare attenzione verrà posta all’affermarsi di un monismo riduzionista nella seconda metà dell’800 e sulle conseguenze negative per il progresso del pensiero e della ricerca dovute all’assolutizzazione dogmatica del paradigma scientifico che ne è derivato. La reazione a tutto questo da parte delle correnti di pensiero che hanno assunto la denominazione di psicosomatica ha però rischiato di riaffermare un dualismo oggi poco sostenibile, nella misura in cui si è sostenuta l’influenza di qualcosa chiamato mente su qualcosa chiamato corpo. Viene quindi proposta una posizione, definita di monismo non riduzionista unito ad un dualismo conoscitivo, laddove corpo e mente vengono definiti come due categorie aventi a che fare essenzialmente con il vertice da cui si pone l'osservatore, e non come entità dotate di una qualche tipo di esistenza intrinseca (vv. ad es. Matthis, 2000; De Toffoli, 2007). Si propone a questo punto di sostituire la dialettica corpo/mente con una dialettica tra sistemi simbolici e non simbolici, come teorizzato in questi termini specifici da Wilma Bucci ma in termini più generici da molti autori psicoanalitici, ricordando come ciascun sistema possa essere osservato e definito da un versante somatico o da un versante mentale. La patologia somatica viene vista in questa cornice in connessione non con un influsso della mente sul corpo, ma con una disconnessione tra sistemi. D’altra parte l’emergenza di un sintomo somatico, pur testimoniando appunto di questa disconnessione, può spesso rappresentare al contempo un primo tentativo di (ri)connessione, che può andare a buon fine in presenza di un contenitore adeguato. Verrà riportata una vignetta clinica illustrativa.

Corpo e Mente Oggi / Solano, Luigi. - STAMPA. - (2013), pp. 14-16. (Intervento presentato al convegno L’Intreccio Mente, Stress e Cancro tenutosi a Brescia nel Novembre 2013).

Corpo e Mente Oggi

SOLANO, Luigi
2013

Abstract

A brief overview of the different positions presenting in the history of western thought on the body/mind problem will be presented. Particular attention will be paid to the success of reductionist monism in the second half of the XIX century, and to the negative consequences for the progress of theory and of research due to dogmatic absolutisation of the ensuing scientific paradigm. The reaction to all this on part of those currents of thought which are known under the label of “psychosomatic” runs the risk of restating an obsolete dualism, to the extent that the influence of something named “mind” on something named “body” is explicitly or implicitly posited. A different position is therefore proposed, defined as non-reductionist monism joint with epistemological dualism, whereas body and mind are defined as two categories having to do with the perspective of the observer and not as separate entities, endowed with some kind of intrinsic existence (see e.g. Matthis, 2000; De Toffoli, 2007). A possibility at this point is to replace the body-mind dialectic with a view of the relationships among different interacting systems of the organism – as proposed in these specific terms by Wilma Bucci (1997) but in more general terms by several psychoanalytic authors - provided that each system is considered to entail both a bodily and a mental aspect, according to the modality of observation. Somatic pathology in this framework is viewed no more as due to influence of “mind” on “body”, but as due to disconnection between different systems. On the other hand emergence of a somatic symptom, though witness to disconnection, may also represent at the same time a first effort at reconnection, which may be successful when ad adequate container is available. An illustrative clinical vignette will be presented.
2013
Abstract Viene svolta una breve panoramica delle posizioni che si sono presentate nella storia del pensiero occidentale rispetto al problema corpo/mente. Particolare attenzione verrà posta all’affermarsi di un monismo riduzionista nella seconda metà dell’800 e sulle conseguenze negative per il progresso del pensiero e della ricerca dovute all’assolutizzazione dogmatica del paradigma scientifico che ne è derivato. La reazione a tutto questo da parte delle correnti di pensiero che hanno assunto la denominazione di psicosomatica ha però rischiato di riaffermare un dualismo oggi poco sostenibile, nella misura in cui si è sostenuta l’influenza di qualcosa chiamato mente su qualcosa chiamato corpo. Viene quindi proposta una posizione, definita di monismo non riduzionista unito ad un dualismo conoscitivo, laddove corpo e mente vengono definiti come due categorie aventi a che fare essenzialmente con il vertice da cui si pone l'osservatore, e non come entità dotate di una qualche tipo di esistenza intrinseca (vv. ad es. Matthis, 2000; De Toffoli, 2007). Si propone a questo punto di sostituire la dialettica corpo/mente con una dialettica tra sistemi simbolici e non simbolici, come teorizzato in questi termini specifici da Wilma Bucci ma in termini più generici da molti autori psicoanalitici, ricordando come ciascun sistema possa essere osservato e definito da un versante somatico o da un versante mentale. La patologia somatica viene vista in questa cornice in connessione non con un influsso della mente sul corpo, ma con una disconnessione tra sistemi. D’altra parte l’emergenza di un sintomo somatico, pur testimoniando appunto di questa disconnessione, può spesso rappresentare al contempo un primo tentativo di (ri)connessione, che può andare a buon fine in presenza di un contenitore adeguato. Verrà riportata una vignetta clinica illustrativa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/610182
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