L'articolo recensisce il libro “La Maternità maschile” di Juan Carlos Suàrez Villegas, sintetizzandone i contenuti, individuandone le radici e valutandone gli esiti. Il taglio del libro è evidente già dal titolo, La maternità maschile, un accostamento insolito usato per proporre provocatoriamente il superamento di una visione androcentrica della parità, quella secondo cui l’uguaglianza si riferisce alle donne, invita ad acquisire ruoli maschili e sottintende una valutazione gerarchica dei generi. In particolare, lo scopo del testo è rivendicare una parità più vicina ai modelli esistenziali femminili, «partendo da quei valori positivi che rappresentano uno stile di vita che è stato tradizionalmente associato alle donne, ma che appartiene, in egual misura, anche agli uomini» (p. 7).Lo stile esistenziale che anche gli uomini dovrebbero acquisire è quello di chi si trova a fare sia da madre che da padre, si impegna nella vita professionale senza tralasciare quella familiare, avanza in un ambito senza retrocedere nell’altro. Agli uomini si rivolge così l’invito al recupero di quei tratti umani associati alla femminilità che la cultura maschilista e misogina tendeva (e tende) a considerare come inferiori. Alle donne si indirizza l’esortazione a non ambire all’assunzione di ruoli maschili, ma a valorizzare piuttosto le peculiarità della femminilità e il loro pari diritto di cittadinanza. D’altronde, per l’autore, la parità non è un criterio quantitativo, ma un indicatore della qualità delle società pluralistiche e complesse. Non si ottiene solo con l’aumento delle presenze femminili nella sfera pubblica o con l’aumento del peso del ruolo maschile in quella privata, ma con un cambiamento di paradigma culturale che valorizzi l’etica della responsabilità e il potere dell’accudire, per entrambi i generi, e in ambito sia pubblico che privato. Quello proposto nella Maternità maschile, dunque, è un vero e proprio cambio di paradigma, una rivoluzione copernicana che ribalta la gerarchia di valori delle società maschiliste e paternalistiche in favore di un equilibrio non solo non androcentrico, ma marcatamente ginecentrico. Un cambio di visuale che, senza arrivare agli approdi del modello postgenere del femminismo degli anni Novanta, arricchisce e supera l’approccio della valorizzazione femminile dei movimenti degli anni Ottanta (Capecchi 2007). Un paradigma culturale in cui l’obiettivo della parità appare raggiungibile solo spostando il soggetto dell’azione dalle donne agli uomini e il punto di osservazione dal maschile al femminile.

Per una parità al femminile.Note a margine del libro “La Maternità maschile” di Juan Carlos Suàrez Villegas / Panarese, Paola. - In: COMUNICAZIONEPUNTODOC. - ISSN 2282-0140. - STAMPA. - 10:(2014), pp. 265-273.

Per una parità al femminile.Note a margine del libro “La Maternità maschile” di Juan Carlos Suàrez Villegas

PANARESE, Paola
2014

Abstract

L'articolo recensisce il libro “La Maternità maschile” di Juan Carlos Suàrez Villegas, sintetizzandone i contenuti, individuandone le radici e valutandone gli esiti. Il taglio del libro è evidente già dal titolo, La maternità maschile, un accostamento insolito usato per proporre provocatoriamente il superamento di una visione androcentrica della parità, quella secondo cui l’uguaglianza si riferisce alle donne, invita ad acquisire ruoli maschili e sottintende una valutazione gerarchica dei generi. In particolare, lo scopo del testo è rivendicare una parità più vicina ai modelli esistenziali femminili, «partendo da quei valori positivi che rappresentano uno stile di vita che è stato tradizionalmente associato alle donne, ma che appartiene, in egual misura, anche agli uomini» (p. 7).Lo stile esistenziale che anche gli uomini dovrebbero acquisire è quello di chi si trova a fare sia da madre che da padre, si impegna nella vita professionale senza tralasciare quella familiare, avanza in un ambito senza retrocedere nell’altro. Agli uomini si rivolge così l’invito al recupero di quei tratti umani associati alla femminilità che la cultura maschilista e misogina tendeva (e tende) a considerare come inferiori. Alle donne si indirizza l’esortazione a non ambire all’assunzione di ruoli maschili, ma a valorizzare piuttosto le peculiarità della femminilità e il loro pari diritto di cittadinanza. D’altronde, per l’autore, la parità non è un criterio quantitativo, ma un indicatore della qualità delle società pluralistiche e complesse. Non si ottiene solo con l’aumento delle presenze femminili nella sfera pubblica o con l’aumento del peso del ruolo maschile in quella privata, ma con un cambiamento di paradigma culturale che valorizzi l’etica della responsabilità e il potere dell’accudire, per entrambi i generi, e in ambito sia pubblico che privato. Quello proposto nella Maternità maschile, dunque, è un vero e proprio cambio di paradigma, una rivoluzione copernicana che ribalta la gerarchia di valori delle società maschiliste e paternalistiche in favore di un equilibrio non solo non androcentrico, ma marcatamente ginecentrico. Un cambio di visuale che, senza arrivare agli approdi del modello postgenere del femminismo degli anni Novanta, arricchisce e supera l’approccio della valorizzazione femminile dei movimenti degli anni Ottanta (Capecchi 2007). Un paradigma culturale in cui l’obiettivo della parità appare raggiungibile solo spostando il soggetto dell’azione dalle donne agli uomini e il punto di osservazione dal maschile al femminile.
2014
parità di genere; femminile; etica; Spagna.
01 Pubblicazione su rivista::01d Recensione
Per una parità al femminile.Note a margine del libro “La Maternità maschile” di Juan Carlos Suàrez Villegas / Panarese, Paola. - In: COMUNICAZIONEPUNTODOC. - ISSN 2282-0140. - STAMPA. - 10:(2014), pp. 265-273.
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