Quali sono oggi le impronte dell'uomo nell'architettura contemporanea? Se le prime impronte fossili di ominidi spettano ad un parente di Lucy, un Australopithecus afarensis ritrovato alla fine degli anni Settanta in Tanzania, e le più antiche incisioni/impronte rupestri sono state rinvenute a Nerja in Andalusia, oggi le avanzate tecniche di rappresentazione e le nuove tecnologie produttive che tipi di impronte generano? Un interessante ed attuale ambito d'indagine è quello della grafica applicata all'architettura. Nella progettazione contemporanea l'integrazione tra grafica (nelle sue mutevoli forme) ed architettura è una soluzione che viene sempre più frequentemente utilizzata. La grafica diventa “supergrafica”, assume caratteristiche tridimensionali o multimediali e consente di connotare in maniera specifica ed univoca spazi che potrebbero avere una qualsiasi destinazione d'uso. In alcuni casi sono le esigenze di flessibilità e di rinnovamento a richiedere tale soluzione progettuale, in cui, ad esempio, edifici pensati come stazioni ferroviarie diventano nell'arco di 20 anni dei centri commerciali, ed in cui lo studio delle texture e dei materiali di rivestimento assume un ruolo fondamentale. I campi d'applicazione vanno dalle codificate regole del lettering grafico, alle esperienze multimediali; le soluzioni in cui la grafica diventa architettura può riguardare soluzioni definitive o temporanee, come i sempre più frequenti rivestimenti dei fronti degli edifici nelle situazioni di cantiere per una loro manutenzione. Le “supergrafiche” applicate all'architettura possono essere articolate in: “soft”, con grafiche effettuate su un qualsiasi tipo di superficie (equiparabili alle impronte digitali lasciate su un bicchiere di vetro), come la soluzione utilizzata da OMA nel Mc Cormick Tribune Visitors Centre di Chicago; “hard”, con grafiche ottenute in maniera permanente, ad esempio, su pannelli prefabbricati in cemento (simili concettualmente alle impronte fossili a cui si è fatto prima riferimento), quali la soluzione in “graphic concrete” utilizzata per l'Archivio Provinciale ad Hämeenlinna, in Finlandia; “light” o volatili, quali soluzioni mediatiche temporanee, che si attivano e disattivano (come le impronte sugli specchi o sui vetri, che risultano evidenti quando si deposita sopra il vapore acqueo) secondo diverse logiche, come le installazioni delle facciate mediatiche.

Graphic & Multimedia Design: impronte grafiche nell’architettura contemporanea / Empler, Tommaso. - 6:(2014), pp. 134-143. (Intervento presentato al convegno Impronte tenutosi a Siracusa nel 10 maggio 2013).

Graphic & Multimedia Design: impronte grafiche nell’architettura contemporanea

EMPLER, TOMMASO
2014

Abstract

Quali sono oggi le impronte dell'uomo nell'architettura contemporanea? Se le prime impronte fossili di ominidi spettano ad un parente di Lucy, un Australopithecus afarensis ritrovato alla fine degli anni Settanta in Tanzania, e le più antiche incisioni/impronte rupestri sono state rinvenute a Nerja in Andalusia, oggi le avanzate tecniche di rappresentazione e le nuove tecnologie produttive che tipi di impronte generano? Un interessante ed attuale ambito d'indagine è quello della grafica applicata all'architettura. Nella progettazione contemporanea l'integrazione tra grafica (nelle sue mutevoli forme) ed architettura è una soluzione che viene sempre più frequentemente utilizzata. La grafica diventa “supergrafica”, assume caratteristiche tridimensionali o multimediali e consente di connotare in maniera specifica ed univoca spazi che potrebbero avere una qualsiasi destinazione d'uso. In alcuni casi sono le esigenze di flessibilità e di rinnovamento a richiedere tale soluzione progettuale, in cui, ad esempio, edifici pensati come stazioni ferroviarie diventano nell'arco di 20 anni dei centri commerciali, ed in cui lo studio delle texture e dei materiali di rivestimento assume un ruolo fondamentale. I campi d'applicazione vanno dalle codificate regole del lettering grafico, alle esperienze multimediali; le soluzioni in cui la grafica diventa architettura può riguardare soluzioni definitive o temporanee, come i sempre più frequenti rivestimenti dei fronti degli edifici nelle situazioni di cantiere per una loro manutenzione. Le “supergrafiche” applicate all'architettura possono essere articolate in: “soft”, con grafiche effettuate su un qualsiasi tipo di superficie (equiparabili alle impronte digitali lasciate su un bicchiere di vetro), come la soluzione utilizzata da OMA nel Mc Cormick Tribune Visitors Centre di Chicago; “hard”, con grafiche ottenute in maniera permanente, ad esempio, su pannelli prefabbricati in cemento (simili concettualmente alle impronte fossili a cui si è fatto prima riferimento), quali la soluzione in “graphic concrete” utilizzata per l'Archivio Provinciale ad Hämeenlinna, in Finlandia; “light” o volatili, quali soluzioni mediatiche temporanee, che si attivano e disattivano (come le impronte sugli specchi o sui vetri, che risultano evidenti quando si deposita sopra il vapore acqueo) secondo diverse logiche, come le installazioni delle facciate mediatiche.
2014
Impronte
computer grafica; multimedia
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Graphic & Multimedia Design: impronte grafiche nell’architettura contemporanea / Empler, Tommaso. - 6:(2014), pp. 134-143. (Intervento presentato al convegno Impronte tenutosi a Siracusa nel 10 maggio 2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/583003
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